Il piano vaccini rimarrà in piedi anche dopo la fine dell’emergenza. Ecco come cambia.
È uscito il nuovo documento sulle Linee guida sulla prosecuzione della campagna di vaccinazione nazionale, il piano vaccini aggiornato. In esso, il commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo esorta le Regioni a un coinvolgimento maggiore dei medici e di altri operatori sanitari nelle vaccinazioni.
Campagna vaccinale anti-Covid: i dati dell’Italia
La campagna di vaccinazione italiana prosegue ormai a pieno ritmo, con più di 30 milioni di dosi somministrate dall’inizio dell’anno. Ma per raggiungere il nuovo obiettivo del commissario - 1 milione di dosi al giorno - si dovrà rendere ancora più capillare il sistema vaccinale.
Ad oggi, domenica 23 maggio, sono 30.158.028 le dosi di vaccino anti-Covid somministrate. Sono invece quasi 10 milioni i pienamente vaccinati (coloro che hanno completato il ciclo vaccinale), ovvero oltre il 16% della popolazione. Benché in aumento, la percentuale è ancora lontana dal 70% che dovremmo raggiungere entro la fine dell’estate.
Per questo l’invito alle Regioni è quello di “aumentare in maniera graduale il contributo assicurato” da medici di base, pediatri, farmacisti e altri operatori sanitari.
Come cambia il piano vaccini
In una prima fase di transizione, verranno mantenuti completamente operativi gli hub vaccinali.
In una fase successiva, si legge nel documento prodotto dalla struttura del commissario, “in previsione di eventuali ulteriori richiami, si dovrà valutare la possibilità di ricondurre l’attività vaccinale quanto più possibile nell’alveo di tutte le strutture ordinarie del Servizio sanitario nazionale”.
Sul lungo termine, quindi, con la necessità di effettuare richiami annuali contro il Covid, gli hub vaccinali verranno gradualmente dismessi. A quel punto verrà coinvolta “la totalità dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti e altri operatori del SSN”. Così verrà abbandonata la fase dell’emergenza, realizzando una struttura di vaccinazione “sostenibile e stabile nel tempo”.
La capillarità dell’operazione agevolerà passi in avanti verso l’immunizzazione domiciliare di anziani, categorie fragili e persone con ridotta mobilità, “non ancora completamente intercettate dall’attuale modalità organizzativa”.
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