Le obbligazioni ENI continuano a suscitare estremo interesse fra gli investitori. Ma conviene davvero comprare?
Le obbligazioni ENI stanno suscitando estremo interesse fra gli investitori, vicine ufficialmente al tutto esaurito ricevendo nel primo giorno di collocamento sottoscrizioni per €2 miliardi. Esistono però anche alcune criticità legate all’investimento che non possono passare inosservate.
Il forte interesse riguardo l’acquisto delle obbligazioni emesse da ENI è scaturito da una serie di vantaggi legati alla solidità della società emittente. L’investimento in obbligazioni corporate però presenta anche degli aspetti critici che non possono essere tralasciati.
Conviene davvero comprare in occasione della nuova emissione delle obbligazioni ENI?
Aggiornamento 19/01/2023 - Eni ha interamente collocato il bond. I responsabili del collocamento, Intesa Sanpaolo e UniCredit Bank, d’intesa con Eni, si sono avvalsi della facoltà di disporre la chiusura anticipata dell’Offerta al 20 gennaio.
Obbligazioni ENI 2023, le caratteristiche
La nuova emissione di obbligazioni Eni è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione il 27 ottobre 2022 e sono state ammesse da Borsa Italiana e quotate sul Mercato Telematico delle Obbligazioni (MOT), luogo nel quale gli investitori potranno scambiarsi l’asset.
La notizia ha creato molto entusiasmo in quanto rappresenta la prima Obbligazione Senior (non subrdinata) da 11 anni a disposizione esclusivamente degli investitori italiani. L’obbligazione avrà scadenza il 10 febbraio 2028 con decorrenza il 10 febbraio 2023 per un collocamento complessivo di 1 miliardo di euro. Il tasso d’interesse lordo minimo è pari al 4,30% e la cedola avrà una frequenza annuale. Il rendimento è legato al raggiungimento di due obiettivi di sostenibilità: è sufficiente che uno dei due non venga raggiunto per incrementare il tasso cedolare dello 0,50%.
Conviene comprare le obbligazioni ENI?
ENI è categorizzata dalle agenzie di rating come una fra le strutture più solide sul panorama italiano. Nello specifico ENI è valutata “A-“ per lo Standard & Poor, “Baa1” per Moody’s e “A-“ per Fitch. Il lotto minimo di €2.000 inoltre permette la partecipazione anche dei piccoli investitori con la possibilità d’incrementare la propria esposizioni con lotti da €1.000. Quindi consente di aumentare la diversificazione del portafoglio obbligazionario di qualsiasi risparmiatore, fin dalla categoria di quelli poco capitalizzati. Inoltre, in fase di sottoscrizione non sembra essere prevista alcuna forma commissionale. Il rendimento, sebbene non fra i più alti, si mostra infine abbastanza competitivo rendendo l’obbligazione ENI una fra le più attrattive del mercato.
Occorre però fare una precisazione e una nota di demerito riguardo le obbligazioni corporate: la tassazione è al 26%, al pari di quella sui redditi di capitale e sui redditi diversi derivanti da qualsiasi titolo azionario. Invece, in Italia, gli interessi sui Titoli di Stato vengono tassati al 12,5%, a meno della metà.
In sintesi, qualora l’investitore decida di mantenere fino a scadenza l’obbligazione ENI avrà un rendimento annuo netto minore del 4,30% e pari al 3,18%. Infine, è impossibile non notare come il ritorno derivante dall’investimento in obbligazioni ENI non sia sufficiente a coprire il costo del deterioramento del denaro causato dall’’inflazione, come del resto vale anche per l’investimento in molte altri titoli obbligazionari emessi da società con alto rating.
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