Ancora poche settimane per adeguarsi all’obbligo di assicurazione contro le catastrofi. Vediamo cosa rischia chi non provvede per tempo e chi può contare su un rinvio.
Ancora poche settimane per poter mettersi in regola con l’obbligo previsto dalla Legge di Bilancio 2024 per le imprese riguardo alle assicurazioni catastrofali. Il termine ultimo per adeguarsi era stato fissato inizialmente al 31 dicembre 2024, ma con il decreto Milleporoghe è stato posticipato al 31 marzo 2025.
L’obbligo riguarda tutte le imprese, anche le Pmi, (con l’esclusione di quelle agricole) che hanno sede legale in Italia e prevede la copertura assicurativa per i beni immobili, i macchinari e gli impianti contro il rischio di catastrofi naturali come alluvioni, terremoti, frane e inondazioni che possano verificarsi nel territorio nazionale. Non sono tenute ad adeguarsi all’obbligo le imprese che hanno immobili su cui è iscritto un abuso edilizio: in questo caso, infatti, il danno non sarebbe comunque coperto dall’assicurazione.
Che sanzioni ci sono per chi non si adegua?
In caso di inadempienza entro il 31 marzo 2025, non sono previste sanzioni diretta per le imprese. La posta in gioco è più alta: in caso di indennizzi statali, anche in caso di eventi calamitosi, l’impresa correrebbe il rischio di non ricevere risorse pubbliche.
La norma contenuta nella Legge di Bilancio 2024, infatti, parla chiaro: la presenza di una polizza assicurativa contro gli eventi calamitosi diventa una discriminante per l’assegnazione di contributi e sovvenzioni da parte dello Stato anche in riferimento a eventi calamitosi. L’impresa non avrebbe più diritto, quindi, a ricevere nessun indennizzo dallo Stato.
Gli altri rischi
Anche se l’impresa risparmierebbe non sottoscrivendo una polizza catastrofale, rischierebbe mancati guadagni: anche le banche potrebbero ritenere troppo rischioso concedere credito a un’impresa senza assicurazione. Questa sarebbe una conseguenza immediata sull’andamento dell’azienda che non avrebbe più diritto neanche a operare con il credito delle banche.
Come funziona la polizza catastrofale? Il decreto, che entrerà in vigore il 14 marzo 2025, prevede precisi limiti di indennizzo per le imprese:
- fino a 1 milione di euro può essere coperto l’intero importo;
- da 1 a 30 milioni di euro la copertura non può essere inferiore al 70% del valore assicurato;
- sopra i 30 milioni l’indennizzo è rimesso all’accordo tra le parti.
I beni da assicurare obbligatoriamente per tutte le imprese sono:
- terreni;
- fabbricati;
- impianti;
- macchinari;
- attrezzature industriali;
- attrezzature commerciali.
Per chi è previsto il rinvio dell’obbligo?
Le imprese per adeguarsi all’obbligo di copertura assicurativa, ormai, hanno poco più di tre settimane di tempo. Le polizze in questione sono molto complesse e Cna, Confartigianato, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative hanno chiesto al governo un intervento che prevedesse una proroga per tutte le imprese.
Attualmente il rinvio dell’obbligo riguarda soltanto le imprese della pesca e dell’acquacolutura per le quali l’obbligo di copertura catastrofale scatterà soltanto dal 31 dicembre 2025 grazie a un emendamento presentato al decreto Milleproroghe.
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