Allarme reinfezioni con Omicron 2, ecco i soggetti che rischiano di contagiarsi 2 volte

Emiliana Costa

05/04/2022

In Italia la corsa del virus non si arresta e scatta l’allarme reinfezioni da Omicron 2. Ecco i soggetti che rischiano di contagiarsi due volte.

Allarme reinfezioni con Omicron 2, ecco i soggetti che rischiano di contagiarsi 2 volte

In Italia il virus ha ripreso la sua corsa. Nel bollettino del ministero della Salute di ieri, lunedì 4 aprile, i nuovi positivi nelle 24 ore (complice il week end) sono stati 30.630. Le vittime restano alte, 125. Sono 1.274.305 le persone attualmente positive al Covid nel nostro paese e scatta l’allarme reinfezioni da Omicron 2.

Nonostante la fine dello stato d’emergenza, dunque, la pandemia non arretra. E nell’ultimo rapporto, l’Istituto superiore di sanità (Iss) lancia l’allarme: «Mantenere alta la prudenza». Con la sottovariante Omicron 2 infatti è possibile reinfettarsi. Ma chi è più a rischio? Entriamo nel dettaglio.

Omicron 2, allarme reinfezioni

L’Iss ha diffuso un rapporto esteso su «Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale». Rapporto nel quale viene ribadito che il termine dello stato d’emergenza non coincide con l’abbandono delle misure di contenimento del virus. Soprattutto in ambienti a rischio come piscine e palestre.

Come riporta il report dell’Iss, con Omicron e la sua sottovariante Omicron 2 c’è maggiore possibilità di ammalarsi due volte. Le reinfezioni sono più frequenti tra i giovani, in particolare nella fascia 12-49 anni. Gli esperti hanno analizzato l’andamento del virus a partire dallo scorso 6 dicembre. Giorno in cui è iniziata la diffusione di Omicron nel nostro paese.

Si legge nel rapporto: «L’analisi evidenzia un aumento del rischio relativo di riammalarsi». Non solo. Il rischio di reinfezione con Omicron è più alto in chi si è ammalato per la prima volta di Covid-19 da oltre 210 giorni, ovvero più di sette mesi fa. Rischio più basso invece per chi ha avuto la prima diagnosi tra i tre e i sette mesi.

Inoltre, dallo studio emerge che si riammalano di più le donne rispetto agli uomini. Secondo l’Iss, la ragione «può essere verosimilmente dovuta alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (oltre l’80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito familiare». Le reinfezioni inoltre sono più frequenti tra medici e infermieri rispetto al resto della popolazione.

Secondo il report dell’Iss, dunque, il virus può bussare due volte alle porte della stessa persona. E con la variante Omicron succederebbe più spesso che in passato. Negli ultimi sette giorni la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi Covid segnalati è pari al 3,5%.

Impennata contagi, la posizione di Speranza

Il 31 marzo è terminato lo stato d’emergenza, ma la corsa del virus non si arresta. Per questa ragione, la road map delle riaperture potrebbe subire una battuta d’arresto. Nella terza decade di aprile è in programma una valutazione relativa all’uso delle mascherine per capire come orientarsi a partire dal 1° maggio. Data attualmente prevista per la fine dell’obbligo nei luoghi al chiuso. Ad annunciarlo, il ministro della Salute Roberto Speranza, nel corso di un’intervista nella trasmissione Mezz’ora in più di Rai 3.

«Continuo a considerare le mascherine fondamentali - ha spiegato Speranza -. In questo momento sono obbligatorie al chiuso e ne valuteremo l’utilizzo nella terza decade di aprile, per capire bene quali scelte compiere dal 1° maggio». In base alla curva epidemiologica, si deciderà se prorogare l’obbligo di mascherina al chiuso.

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