L’OMS chiede che le indagini sulle origini del coronavirus siano approfondite e molti esperti evidenziano le mancanze del governo di Pechino: “Cina avrebbe dovuto farlo mesi fa”
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda studi più approfonditi sulle origini del coronavirus.
Un’esclusiva in arrivo dalla CNN, che assicura come un gruppo dell’OMS abbia chiesto di insistere sul lavoro di verifica di ogni indizio che possa portare a chiarire cosa ha dato vita a quella che si è rapidamente trasformata in una pandemia.
Contrariamente a quanto trapelato poche settimane fa, la richiesta è ora quella di lavorare su un report preliminare concentrato sulle origini, che contempli un tracciamento dei contatti più ampio.
In più - rivela la CNN - va individuata la catena di fornitura di almeno una dozzina di commercianti del mercato ittico di Huanan, che si ritiene abbia avuto un ruolo centrale nella diffusione del Covid-19 a fine 2019.
OMS raccomanda studi più approfonditi su origini covid
La richiesta non nasconde una decisa vena polemica, visto che la stessa CNN evidenzia come molti scienziati ed esperti sostengano che il lavoro investigativo ora raccomandato “avrebbe dovuto essere svolto molti mesi prima da scienziati cinesi che studiavano l’origine del virus”.
Una mancanza che molti non faticano a definire “incredibile”. Ma le due principali linee di indagine seguite finora non dovrebbero cambiare stando a quanto rivelato; se ne richiede però un’estensione.
Prima di tutto sulla cronologia dei contatti del paziente dell’8 dicembre 2019 a Wuhan, identificato ad oggi come il primo caso di contagio da Covid-19 confermato dagli scienziati cinesi e dal gruppo dell’OMS.
Il paziente è, secondo gli investigatori dell’OMS, un impiegato 40enne senza una significativa storia di viaggi o di estesi contatti, che ha vissuto prevalentemente in compagnia di moglie e il figlio nelle settimane precedenti il contagio.
Ma secondo Peter Daszak, membro del team dei 17 esperti dell’OMS a lavoro sulle indagini e presidente di EcoHealth Alliance, è praticamente certo che i genitori del primo paziente avevano visitato un mercato che vende animali selvatici a Wuhan.
Il paziente ha incontrato il team dell’OMS e ha confermato la circostanza, anche se al momento non sono stati comunicati i dettagli precisi sulle caratteristiche del mercato durante la loro visita.
Il sospetto è che si tratti di un cosiddetto “wet market”, ovvero quello che i cinesi intendono come un luogo adibito alla vendita di una vasta gamma di prodotti ’freschi, vivi’, il che può includere la presenza di animali di ogni sorta.
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