In Ungheria via libera del Parlamento a una “controriforma” che limita l’influenza politica nei tribunali: Orban così spera di sbloccare 13 dei 27,8 miliardi di fondi Ue bloccati.
Viktor Orban il “duro”, che non si è fatto scrupoli nonostante le sanzioni di fare recentemente accordi con la Russia per delle forniture extra di gas, l’Ungheria poi è anche un membro della Nato, questa volta sembrerebbe aver ceduto nel braccio di ferro in atto da tempo con l’Unione europea.
In ballo ci sono i 22 miliardi di euro di fondi comunitari - che diventano 27,8 miliardi se contiamo anche i soldi del Pnrr ugualmente messi in naftalina - al momento bloccati da Bruxelles a causa delle carenze sullo Stato di diritto in Ungheria; di fronte alla fermezza da parte dell’Unione europea di non voler cedere sulla questione, questa volta è toccato a Orban mettere in atto una parziale marcia indietro.
Una delle riforme più controverse approvate negli ultimi anni da Viktor Orban senza dubbio è stata quella della giustizia che, per molti osservatori e anche per l’Ue, avrebbe minato fortemente l’indipendenza dei giudici.
Orban così avrebbe provato a tendere la mano a Bruxelles, facendo approvare dal Parlamento ungherese una nuova riforma che, come riporta Euractiv, rafforza “i poteri del Consiglio giudiziario nazionale per la supervisione dei tribunali, limita il diritto del governo a presentare ricorsi alla Corte costituzionale e rende automatica la distribuzione dei casi tra i giudici per evitare ingerenze”.
L’obiettivo del primo ministro magiaro è quello di sbloccare almeno 13 miliardi dei fondi al momento congelati, anche se questa prima apertura potrebbe non essere sufficiente a convincere Palazzo Berlaymont visto che non sarebbero state sanate tutte le criticità contestate al governo ungherese.
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A inizio anno in Ungheria l’inflazione è arrivata a sfiorare il 25% contro una media comunitaria del 10%, con i maggiori rincari che avrebbero colpito il settore dell’energia (+62% per le bollette) e quello dei beni alimentari (+35%).
La conseguenza è stata una forte diminuzione del potere di acquisto dei cittadini, con i più colpiti che sarebbero stati i pensionati: in Ungheria la pensione media si aggira sui 150.000 HUF, ovvero circa 350 euro.
Viktor Orban così ha bisogno che vengano sbloccati i fondi comunitari e del Pnrr al momento congelati dall’Unione europea; al pari della Polonia, nonostante il forte euroscetticismo da parte del governo in quest’anni Budapest ha fondato buona parte della propria crescita economica proprio sul vil denaro proveniente da Bruxelles.
La nuova legge sulla giustizia così sarebbe stata varata per sbloccare 13 miliardi che a Orban in questo momento servono come il pane ma, stando al Financial Times, questo primo passo potrebbe non bastare per convincere Bruxelles.
Da tempo è fitto il dialogo tra Budapest e la Commissione europea, ma sono molti i nodi al momento ancora da sciogliere: oltre al sistema giudiziario ungherese, restano infatti tutte le criticità in materia di trasparenza, lotta alla corruzione e diritti civili.
Per sbloccare questi soldi, quelli del Pnrr dovranno essere spesi entro il 2026, il sentore è che Viktor Orban dovrà mettere in campo ulteriori riforme senza dover aspettare - e sperare - che a seguito delle elezioni europee 2024 possa arrivare una governance più “amica” alla guida della Commissione europea.
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