L’Ungheria ha prorogato l’accordo sul gas con Gazprom: Stati Uniti furiosi con Orban, Washington potrebbe colpire alcuni ungheresi rei di aver violato le sanzioni verso la Russia.
Viktor Orban tira dritto per la sua strada e l’Ungheria, anche nel 2023, riceverà una fornitura di gas extra da Gazprom in barba alla linea dura dell’Unione europea nei confronti della Russia da quando Mosca ha deciso di dare il via alla sua “operazione speciale” in Ucraina.
Mentre l’Europa si sta impegnando per tagliare del tutto gli approvvigionamenti di gas e petrolio dalla Russia, l’Ungheria non solo ha confermato l’accordo già in essere con Gazprom da 4,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno, ma ha prorogato anche l’opzione per la fornitura extra di 5,8 milioni di metri cubi di gas al giorno pattuita per il 2022.
Nonostante Orban abbia condannato l’invasione dell’Ucraina, i rapporti del leader magiaro con la Russia - ma anche con la Bielorussia, altra reietta - sono da considerarsi buoni, con l’Ungheria che dopo lo scoppio della guerra sta continuando a ricevere da Mosca come in precedenza circa l’80% del gas e del petrolio di cui necessità.
Come se non bastasse, Budapest di recente insieme all’Austria si è opposta all’invio di armi in Ucraina, un altro sgarbo non di poco conto visto che stiamo parlando di un Paese facente parte della Nato.
leggi anche
L’Ungheria nella NATO e in UE: ma fino a quando?
Gli Usa pronti a “colpire” l’Ungheria?
Le mosse dell’Ungheria da tempo sono monitorate con grande attenzione da Washington. Come la notizia del rinnovato accordo sul gas è arrivata Oltreoceano, subito si sono diffuse le voci di possibili risposte a Viktor Orban da parte degli Stati Uniti.
Stando a quanto riferisce Reuters, gli Usa starebbero pensando di “colpire” alcuni uomini d’affari ungheresi rei di avere in qualche modo violato le sanzioni imposte dall’Occidente nei confronti della Russia.
A riguardo, un chiaro messaggio all’Ungheria sarebbe stata così la decisione da parte degli Stati Uniti di sanzionare tre dirigenti della Banca internazionale d’investimento - russa di nascita ma con sede a Budapest, bollata da Washington come una copertura per i servizi segreti di Mosca - tra cui anche il magiaro Imre Laszlóczki, attuale vicepresidente della banca ed ex ambasciatore ungherese in Kazakistan e Azerbaigian.
La vicenda delle sanzioni alla Banca internazionale di investimento è un ulteriore mattone del muro che si sta creando tra gli Stati Uniti e l’Ungheria, con Budapest considerata Oltreoceano come una sorta di serpe in seno proprio nel cuore del fronte europeo al momento più delicato, quello orientale.
Come se non bastassero i rapporti tra Orban e Putin, da anni l’Ungheria ha rafforzato il suo legame con la Cina tanto da aver siglato di recente con Pechino un partenariato strategico approfondito: i rapporti tra gli Usa e Budapest sarebbero così ai minimi storici, con le possibili ulteriori sanzioni verso cittadini ungheresi che potrebbero segnare la definitiva frattura tra i due Paesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA