Ecci qual è il Paese con la più grande riserva di petrolio, che supera 4 volte la Russia e 6 volte gli Stati Uniti, e perché la sua produzione non è allo stesso livello.
Gli Stati Uniti sono i primi produttori al mondo di petrolio, con una media di quasi 20 milioni di barili ogni giorno. Anche la Russia non se la cava male, con 11,2 milioni di barili giornalieri che la posizionano al terzo posto nella classifica, dopo l’Arabia Saudita e prima del Canada e dell’Iraq. Nonostante queste straordinarie produzioni, nessuno di questi Paesi detiene la più grande riserva di petrolio.
Con un deposito che supera 4 volte la Russia e 6 volte gli Stati Uniti, questo record spetta al Venezuela, che detiene 303,8 miliardi di barili di petrolio. A confermarlo è The world factbook, la pubblicazione annuale della CIA che riassume le informazioni fondamentali riguardanti tutti i Paesi del mondo. Non può mancare tra queste la riserva di petrolio, che restituisce una classifica ben diversa da quella sulla produzione.
Il Paese con la più grande riserva di petrolio
Come anticipato, il Paese con la più grande riserva di petrolio del mondo è il Venezuela, che con i suoi 303,8 miliardi di barili supera di 4 volte la Russia e di 6 volte gli Stati Uniti. Di seguito la top 10 dei Paesi.
- Venezuela: 303,8 miliardi di barili di petrolio;
- Arabia Saudita: 258,6 miliardi di barili di petrolio;
- Iran: 208,6 miliardi di barili di petrolio;
- Canada: 170,3 miliardi di barili di petrolio;
- Iraq: 145,5 miliardi di barili di petrolio;
- Kuwait: 101,5 miliardi di barili di petrolio;
- Emirati Arabi Uniti: 97,8 miliardi di barili di petrolio;
- Russia: 80 miliardi di barili di petrolio;
- Libia: 48,3 miliardi di barili di petrolio;
- Stati Uniti: 47,1 miliardi di barili di petrolio.
Come anticipato, i dati non combaciano esattamente con quelli sulla produzione dell’oro nero, che vedono il primato assoluto statunitense. Fa eccezione l’Arabia Saudita, seconda sia per produzione petrolifera che per riserve, con una posizione senza dubbio invidiabile. Il Venezuela, tuttavia, primeggia per l’assortimento della riserva di idrocarburi, con quantità notevoli anche per quanto riguarda il gas naturale e possibili ulteriori tesori nascosti.
Secondo i ricercatori, infatti, i giacimenti petroliferi venezuelani potrebbero contenere idrocarburi non convenzionali in quantità abnormi, con un ammontare di petrolio greggio non convenzionale nella fascia dell’Orinoco fino a 1.300 miliardi di barili. Se si considera che la stima di riserva mondiale di petrolio convenzionale nel mondo è di 1.500 miliardi di barili, è facile capire quanto ricche siano le profondità del Venezuela. Ci sono però importanti difficoltà di estrazione, lavorazione e trasporto che impediscono il pieno sfruttamento della materia prima.
Si tratta principalmente di petrolio extrapesante, estremamente viscoso e denso, spesso mescolato alle formazioni sabbiose. I costi per approvvigionarsi dell’extra pesado venezuelano, che si trova tra i 150 e 1.400 metri di profondità, possono dunque risultare troppo elevati.
Una recente ricerca di Rystad Energy mostra inoltre che il crescente aumento dei costi di lavorazione sta rallentando l’estrazione di petrolio pressoché ovunque nel mondo, compreso il Venezuela. Quest’ultimo, come il Canada, eccelle per le riserve perché si tiene in considerazione anche delle sabbie bituminose, da cui è possibile ricavare il petrolio sintetico. In questo senso, i depositi statunitensi e russi, come anche quelli dell’Arabia Saudita appaiono quindi più affidabili, per quanto le stime preannunciano che almeno 500 miliardi di barili resteranno bloccati.
I costi salati dovrebbero infatti limitare sempre di più lo sfruttamento dell’oro nero, favorendo al contempo il passaggio a fonti di energia sostenibile, anche perché il petrolio presente sulla Terra dovrebbe comunque esaurirsi entro 50/70 anni. Uno scenario tutt’altro che ottimistico, visto che con il picco di produzione previsto intorno al 2030 si avvicina una profonda crisi energetica destinata a scuotere l’economia di tutto il pianeta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA