Pannelli solari, la rivendita di energia elettrica è una trappola per i privati?

Simone Micocci

18 Novembre 2024 - 18:16

Attenzione alla «trappola» del fotovoltaico: chi punta a guadagnare con il proprio impianto deve sapere che oggi l’investimento non è più conveniente. Bisogna spingere sull’autoconsumo.

Pannelli solari, la rivendita di energia elettrica è una trappola per i privati?

Quando si sceglie di investire in pannelli fotovoltaici bisogna prima interrogarsi su quali sono le proprie aspettative. Una cosa infatti è acquistare per puntare a un autoconsumo, riducendo così l’importo delle bollette, un altro è quello di farlo con la prospettiva di guadagnare soldi dalla rivendita di energia, aiutati anche da alcuni incentivi oggi riconosciuti come lo scambio sul posto (che tuttavia è destinato a scomparire).

C’è chi ritiene infatti che la prospettiva di un guadagno generato dalla rivendita di energia elettrica rappresenti una “trappola” per i privati.

Una questione che è bene sottolineare non riguarda solo l’Italia: proprio il quotidiano Le Parisien, infatti, in questi giorni si è interrogato sul fatto che installare i pannelli solari per diventare autosufficienti e rivendere il surplus di energia generato possa rappresentare davvero un buon investimento.

Impianto fotovoltaico, rivendere energia sarà sempre meno conveniente

Come più volte abbiamo avuto modo di spiegare, più passano gli anni e meno vendere energia sarà conveniente. Con l’aumento dei privati che hanno installato un impianto fotovoltaico, infatti, ci sono zone in cui la produzione di energia supera il fabbisogno. E per il fatto che l’infrastruttura è impreparata e non riesce a raggiungere le zone limitrofe si viene a creare il paradosso per cui il prezzo dell’energia è persino negativo in quelle fasce orarie caratterizzate da un’elevata produzione delle rinnovabili (una situazione che per il momento non si è ancora verificata in Italia).

Piuttosto che spegnere l’impianto c’è quindi la convenienza a pagare i cittadini per incentivarli a consumare energia, una situazione che ovviamente non potrà essere sostenibile per il lungo periodo. Ed ecco perché ci sono Paesi dove sono state introdotte persino delle tasse per chi immette energia nel sistema.

L’investimento va pianificato

Quando si investe nel fotovoltaico, quindi, è importante sapere che rivendere l’energia non rappresenta più un investimento produttivo (almeno nel caso dei privati).

È vero che ci sono misure come lo scambio sul posto che permettono di vendere un quantitativo pari all’energia acquistata, ma allo stesso tempo va detto che oggi - proprio per le ragioni dette sopra - il costo di vendita è molto più basso rispetto a quello di acquisto.

Senza poi trascurare un aspetto molto importante: sull’energia acquistata, a un prezzo già più alto rispetto a quello di vendita, bisogna considerare anche tutti i costi fissi, come nel caso degli oneri di sistema. Questi, infatti, vengono calcolati sull’energia acquistata: più si consuma, quindi, e maggiori saranno questi costi, indipendentemente da quella che è la quantità immessa come surplus di energia.

Risparmio sì, non reddito

Secondo il vicedirettore generale della compagnia energetica Octopus France, specializzata in fonti rinnovabili, Guillaume Bodson, oggi un privato cittadino deve capire che “l’energia solare non è una fonte di reddito ma di risparmio”.

Comprendendo un tale assunto sarà possibile valutare qual è il migliore investimento possibile. Va considerato infatti che oggi solo una parte di persone riesce a consumare tutta l’energia prodotta dal proprio impianto: molte volte la causa è che vengono installati impianti troppo grandi che producono un quantitativo di energia superiore a quello che è il proprio fabbisogno.

Bisogna quindi preferire il consumo di energia elettrica prodotta direttamente dai pannelli (ad esempio passando a un riscaldamento a energia elettrica, abbinando una pompa di calore, al posto del gas), o comunque utilizzare un sistema di accumulo utile per immagazzinare energia elettrica durante i periodi di elevata produzione, per poterla utilizzare in maniera più efficiente e soprattutto conveniente anziché cederla al proprio fornitore.

Iscriviti a Money.it