Diventano operative le norme sul «presidio preventivo connesso all’attribuzione e all’operatività delle partite Iva», arrivano controlli a tappeto sulle partite Iva.
Il 16 maggio 2023, con il Protocollo 156803/2023, l’Agenzia delle entrate ha dato il via al “ presidio preventivo connesso all’attribuzione e all’operatività delle partite IVA ” previsto nella legge di bilancio 2023, articolo 1, commi 148-150 che introducono nell’articolo 35 del Dpr 633/1972 il comma 15 bis.
Si tratta di una misura volta a contrastare il fenomeno delle partite Iva inattive, fittizie o che presentano un elevato rischio di violazioni fiscali e mancato versamento delle imposte.
Si tratta di veri e propri controlli a tappeto dell’Agenzia delle Entrate sulle partite Iva, ma ecco il profilo dell’attività che sarà compiuta.
Chiusura d’ufficio delle partite Iva sottoposte a controlli a tappeto
In base alla nuova disciplina, i controlli a tappeto sulle partite Iva sono preventivi, cioè partono dal momento in cui un soggetto chiede l’apertura di una partita Iva, e successivi.
Viene posto in essere un monitoraggio costante sull’attività svolta.
In presenza di profili di rischio, l’Agenzia delle entrate invita il contribuente a fornire chiarimenti di persona per esibire la documentazione contabile. In assenza di riscontro viene comminata una sanzione di 3.000 euro e disposta la chiusura d’ufficio della partita Iva.
Il profilo sanzionatorio però non finisce qui, infatti chi subisce la chiusura d’ufficio della partita Iva avrà ostacoli nel momento in cui avesse desiderio di iniziare una nuova attività.
La norma prevede che il titolare di partita Iva chiusa d’ufficio, per poter aprire una nuova attività, dovrà disporre di polizza fideiussoria o fideiussione bancaria per un importo non inferiore a 50.000 euro e per una durata minima di 3 anni.
Nel caso in cui risultino violazioni fiscali anteriori rispetto alla chiusura d’ufficio della partita Iva, il contribuente per poter riaprire un’attività, se le violazioni fiscali hanno un importo superiore a 50.000 euro, dovrà costituire la fideiussione di importo pari all’entità della violazione riscontrata.
I profili di rischio sottoposti a controlli
In base a quanto previsto dal provvedimento Protocollo 156803/2023 ad essere sottoposte a controllo saranno principalmente le partite Iva che abbiano avuto un comportamento sistematico di mancato rispetto degli obblighi dichiarativi e abbiano commesso inadempimenti fiscali.
Le partite Iva che secondo l’AdE hanno un elevato profilo di rischio sono quelle caratterizzate da un periodo di inattività, o che in seguito a cambio della struttura o modifiche all’oggetto dell’attività riprendano a operare.
Saranno inoltre sottoposte a verifica le attività caratterizzate da un basso profilo di imprenditorialità, ad esempio nel caso in cui il titolare della partita Iva abbia caratteristiche tali da non essere in grado di gestire un’attività, come nel caso in cui ci sia un’età avanzata.
Si mira quindi a scovare attività iniziate e portate avanti al solo scopo di frodare il fisco o comunque attraverso prestanome.
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