Partite IVA, il regime forfettario potrebbe essere abolito per finanziare la riforma fiscale? Lo abbiamo chiesto al Senatore Tommaso Nannicini durante l’intervista del 22 febbraio 2021 a #FlashMobWeb: vediamo come potrebbe cambiare la flat tax al 15% e quali sono le prospettive future.
Fisco, come potrebbe cambiare il regime forfettario con la riforma del sistema tributario? Tante le partite IVA preoccupate per i cambiamenti anticipati dal nuovo Governo.
Tutti i partiti che hanno partecipato alle consultazioni con Draghi, infatti, erano d’accordo su una dichiarazione: non ci sarà spazio per la flat tax al 15% nel nuovo Fisco.
Ma davvero si può far sparire una tassazione agevolata per milioni di contribuenti senza prevedere un regime speciale come “paracadute”, vista e considerata la crisi economica dovuta alla pandemia?
Ne abbiamo parlato con Tommaso Nannicini, senatore del Partito Democratico e professore ordinario di economia politica all’Università Bocconi, durante l’intervista del 22 febbraio 2021 a #FlashMobWeb, il nuovo format economico-finanziario nato dalla collaborazione tra Money.it, Video Backlight e Informazione Fiscale.
Partite IVA, come potrebbe cambiare il regime forfettario? L’intervista al senatore Nannicini
Tra gli argomenti maggiormente trattati in queste settimane c’è senza dubbio la riforma fiscale con il Governo Draghi, e quali potrebbero essere i cambiamenti del sistema tributario. Se da un lato l’ago della bilancia pende verso l’Irpef più progressiva, dall’altro lato tremano le partite IVA per la possibile perdita della tassazione agevolata garantita dal regime forfettario.
Il Fisco è stato definito da Draghi, durante il discorso al Senato per chiedere la fiducia, l’architrave della politica di bilancio. Ma come si finanzia la riforma fiscale? Quali e quante sono le risorse stanziate?
La verità è che per ora non ci sono abbastanza fondi per affrontare una riforma del sistema tributario nella sua interezza: lo ha sottolineato anche l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, secondo il quale ci sarebbero a disposizione, tolti i fondi per l’assegno unico per i figli a carico, solo 2-3 miliardi nel 2022 e 1-2 miliardi nel 2023.
Durante l’intervista al Senatore Nannicini abbiamo chiesto da dove possono essere presi i fondi per finanziare l’indispensabile riforma fiscale.
Per Tommaso Nannicini sono innanzitutto tre gli ingredienti fondamentali per riformare il Fisco:
- il capitale politico, cioè il coraggio (politico) di fare una riforma che potrebbe scontentare qualcuno;
- capitale finanziario, quindi risorse per cercare di ridurre la pressione fiscale;
- visione d’insieme.
Innanzitutto, va studiato un piano pluriennale di bilancio per capire come (e dove) trovare le risorse per finanziare la riforma. Sul regime forfettario per ora non ci sono certezze, eppure, sottolinea Nannicini, la riforma potrebbe superare i regimi speciali, ma non per finanziare qualcos’altro.
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Secondo il Senatore Nannicini non è da escludere che la riforma complessiva comporti il superamento della flat tax al 15% per ricavi e compensi fino a 65.000 euro annui, ma attenzione: non per finanziare la riforma stessa.
La ratio di una decisione simile riguarderebbe la ricerca di una maggiore equità orizzontale. Per esempio, una delle proposte del Senatore Nannicini è detrazioni più alte, equiparate a quelle da lavoro dipendente.
Il quadro generale quindi prevede la ricerca di maggiore equità, e proprio per questo motivo anche l’eventuale superamento dei regimi speciali non dovrebbe avvenire per finanziare la riforma. Basterà questo per far tirare un sospiro di sollievo alle partite IVA? Non resta che attendere maggiori informazioni ufficiali dal Governo Draghi.
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