Quando si deve dichiarare un conto PayPal al fisco italiano per il monitoraggio fiscale? Va inserito nel quadro RW del modello redditi?
Persone fisiche, enti non commerciali e società semplici residenti in Italia sono tenuti a dichiarare, in determinati casi, i prodotti finanziari esteri. Di questi fanno parte, quindi, anche i conti corrente esteri. Sembra istintivo quindi concludere che il conto di PayPal va dichiarato e inserito nella dichiarazione dei redditi, quando vengono soddisfatte le condizioni previste dal fisco italiano.
In realtà, però, la questione è più complessa. A essere in dubbio, infatti, è la natura di PayPal, sulla quale l’Agenzia delle Entrate non si è ancora espressa. Secondo una scuola di pensiero, PayPal è da considerarsi un conto corrente estero. Secondo un’altra, invece, è uno strumento di pagamento e basta, e quindi non va dichiarato.
Mancando i chiarimenti dal fisco italiano, entrambi i ragionamenti possono essere validi. Qual è la soluzione in questi casi e cosa si rischia a non dichiarare il conto di PayPal? Vediamo in questo articolo quali possono essere le conseguenze, così da avere gli strumenti necessari per comprendere i diversi casi.
Dichiarare il conto PayPal: si o no?
Normalmente i conti aperti in Italia non vanno dichiarati, perché il fisco è in possesso degli strumenti per fare tutti i controlli necessari. Devono invece essere inseriti nella dichiarazione dei redditi i guadagni percepiti nel corso dell’anno. Tuttavia, i conti correnti esteri vanno comunicati per il cosiddetto “monitoraggio fiscale”, e inseriti nella dichiarazione dei redditi. Nel caso vengano soddisfatti degli specifici requisiti, si dovrà pagare anche l’Ivafe, ovvero l’imposta sulle attività finanziarie estere.
La risposta alla domanda “PayPal va dichiarato?”, quindi, sembra essere affermativa. In realtà però il problema è nella natura di PayPal stesso, che può essere sia considerato un conto corrente, sia no. Nel caso in cui non lo fosse, quindi, non dovrebbe essere inserito nella dichiarazione dei redditi.
Ma perché questi dubbi? L’ambiguità è dovuta alla doppia natura di PayPal. In questi casi si può ipotizzare che:
- PayPal non è un conto corrente, ma uno strumento di pagamento. Per poter essere utilizzato ha bisogno di essere collegato ad altri strumenti controllati, come carte di credito o conti correnti. A sostegno di questa tesi c’è anche il fatto che non ha Iban, al contrario della carta PayPal, e che non deve essere inserito nel calcolo dell’Isee.
- PayPal è un conto corrente estero. Infatti permette di ricevere ed effettuare pagamenti e di trasferire soldi in tutto il mondo. Inoltre sul sito di PayPal si legge “PayPal (Europe) S.à r.l. et Cie, S.C.A. è un istituto di credito (una banca) autorizzato e supervisionato dall’ente di vigilanza sui servizi finanziari del Lussemburgo”. Questo fa sì che il conto PayPal sia da considerarsi un conto estero, e come tale vada dichiarato.
Data l’ambiguità della situazione, è fondamentale tenere conto dell’opinione di un commercialista.
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PayPal dichiarato: come e quando
I conti esteri non vanno sempre dichiarati. Se si decide di informare il fisco del conto di PayPal, questo dovrà essere inserito nel quadro RW della dichiarazione dei redditi modello Persone Fisiche (PF), solo in alcuni casi.
Infatti è necessario dichirare i conti esteri quando si verifica una delle seguenti situazioni:
- si supera, nel corso dell’anno anche per un solo giorno, una giacenza maggiore di 15.000 euro;
- si supera la giacenza media annua di 5.000 euro.
In questo caso è dovuto il pagamento dell’Ivafe. Per le persone fisiche questa ammonta a un importo fisso di 34,20 euro per conti correnti e libretti di risparmio, o viene calcolata allo 0,2% per altri prodotti finanziari.
Cosa succede se non si dichiara PayPal
Se si sceglie di non dichiarare PayPal, ma si superano i limiti precedenti, quali possono essere i rischi?
Per legge, quando i conti e gli strumenti finanziari esteri non vengono inseriti nel quadro RW, si è sanzionati. Il valore della multa è di 258 euro, se pagata entro i primi 90 giorni, altrimenti è destinata ad aumentare.
Tuttavia, c’è da tenere conto del fatto che l’Agenzia delle Entrate non ha ancora preso una posizione in merito all’obbligo di dichiarare PayPal o meno. Questo non significa che i conti di PayPal non subiscano controlli dall’AdE, ma la prassi, in questo caso, prevede che il fisco proceda con una serie di controlli e che, nel caso in risultassero movimenti non giustificati nella dichiarazione dei redditi, possa scattare l’accertamento fiscale.
Accertamento fiscale e PayPal
Può accadere che questo tipo di conto sia facilmente utilizzato per gestire denaro guadagato in nero.
Per arginare i rischi di evasione, l’Agenzia delle Entrate può confrontare quanto presente sul conto PayPal, anche non dichiarato, con la dichiarazione della persona interessata. Nel caso venissero riscontrati problemi, sarà necessario fornire chiarimenti.
Infatti sia il controllo, sia le discrepanze, non significano necessariamente la “colpevolezza” del proprietario del conto. PayPal non può essere considerato alla pari di un conto in un paradiso fiscale. Una volta forniti i chiarimenti necessari ci si può trovare in due situazioni:
- le spiegazioni sono sufficienti, e non si hanno problemi o irregolarità;
- sono state trovate irregolarità, in questo caso bisognerà regolarizzare la propria posizione.
Come per tutti gli altri conti, infatti, anche le operazioni sul conto di PayPal, che sia dichiarato o meno, devono essere sempre giustificabili per evitare il rischio di accertamenti.
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