Una riforma delle pensioni per far uscire dal lavoro a 64 anni entro il 2030 e concedere un assegno minimo da 1200 euro al mese: è il provvedimento annunciato in Francia dalla presidente Borne.
In pensione a 64 anni con 1200 euro di assegno minimo. La novità arriva dalla Francia, dove la prima ministra Elisabeth Borne ha annunciato la riforma, scatenando le polemiche. A Parigi e dintorni, infatti, si va in pensione a 62 anni e quindi la nuova legge innalzerà l’età minima per smettere di lavorare.
La riforma è stata fortemente voluta dal presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron per risparmiare soldi pubblici e, a sua detta, rendere più efficiente il sistema pensionistico d’Oltralpe. L’innalzamento dell’età pensionabile, comunque, sarà progressivo e le nuove regole entreranno in vigore effettivamente nel 2030. Vediamo nel dettaglio cosa cambierà.
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A partire da settembre di quest’anno si farà slittare l’età pensionabile di tre mesi l’anno per arrivare a 64 anni nel 2030: alla fine del secondo mandato di Macron, quindi, si arriverà così a 63 anni e 3 mesi. Per avere una pensione a tasso pieno dal 2027, invece, che dal 2035, bisognerà quindi aver versato 43 anni di contributi: un allungamento di fatto del periodo rispetto alle regole attuali.
Tuttavia i lavoratori precoci, quelli che hanno versato almeno 1 anno e 3 mesi di contributi prima dei 20 anni, continueranno ad andare in pensione sempre a 62 anni. Per chi ha iniziato a lavorare entro i 16 anni si potrà andare in pensione a 58 anni, chi ha fatto un primo lavoro tra i 16 e i 18 a partire da 60 anni. Secondo Borne si tratta di un “sistema equo consente a chi ha iniziato a lavorare presto di andarsene prima”.
Sale la pensione minima
Cresce poi, come detto, l’assegno pensionistico minimo, fino a 1200 euro. I lavoratori che hanno sempre avuto redditi intorno allo Smic (il loro salario minimo), ora partiranno con una pensione pari all’85% di quella cifra. Si tratta di un aumento di 100 euro al mese.
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Infine verrà creato un indice “sul posto dei dipendenti a fine carriera”, per “promuovere le buone pratiche e denunciare le cattive”. Le aziende con più di mille dipendenti dovranno costruirlo obbligatoriamente da quest’anno. Poi dal 2024 saranno coinvolte tutte le imprese con più di 300 lavoratori.
Le proteste contro Macron
Secondo il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, la riforma farà risparmiare 17,7 miliardi di euro nel 2030, colmando il disavanzo di spesa pubblica per le pensioni.
I sindacati francesi, però, protestano e il 19 gennaio hanno organizzato una prima giornata di scioperi e manifestazioni in tutto il Paese. Con loro la destra di Marine Le Pen e la sinistra di Jean-Luc Mélenchon.
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Anche con questa riforma, tuttavia, le condizioni per andare in pensione sarebbero comunque più favorevoli dell’Italia, dove per il 2023 è prevista Quota 103 (uscita anticipata con 62 anni d’età e 41 di contributi) o altrimenti vale la legge Fornero (con la pensione a 66 o 67 anni a seconda se si è uomini o donne), con qualche piccola eccezione (come per le poche migliaia di donne che potranno aderire a Opzione donna, uscendo dal lavoro tra i 58 e i 60 anni, o per i lavoratori gravosi con l’Ape sociale).
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