Ecco come avere l’integrazione al trattamento minimo anche se hai iniziato a lavorare dopo il 1996 (e quindi rientri interamente nel regime contributivo).
Chi ha una pensione molto bassa, o comunque rischia di averla, deve sapere che esiste la possibilità di arrivare - con poche semplici mosse - a 8.000 euro l’anno.
Oggi, infatti, in Italia la pensione minima è pari a 598,61 euro al mese per 13 mensilità, 7.781,93 euro l’anno. Cifra che per effetto della rivalutazione straordinaria del 2,7% (per il momento non confermata per il 2025) sale a 614,77 euro, appunto 7.992 euro l’anno.
Pensione minima non per tutti
Con il termine “pensione minima” si intende la soglia di pensione che viene comunque garantita al pensionato attraverso l’erogazione di un’apposita integrazione. Ad esempio, chi è riuscito ad assicurarsi una pensione di appena 300 euro potrebbe comunque avere diritto ad altri 298,61 euro al mese così da raggiungere l’importo minimo che grazie all’ulteriore rivalutazione sale quindi a 614,77 euro.
Tuttavia, per beneficiare dell’integrazione al trattamento minimo bisogna soddisfare alcuni requisiti, tanto per quanto riguarda gli altri redditi percepiti che per la posizione contributiva. Concentriamoci su quest’ultimo aspetto, il quale già oggi - ma nei prossimi anni sarà ancora peggio - taglia fuori molti pensionati presenti e futuri.
La regola, infatti, prevede che ad avere diritto all’integrazione del trattamento minimo siano solamente coloro che hanno almeno un contributo settimanale maturato nel regime retributivo, quindi entro dicembre 1995.
Il problema di questi lavoratori è che nella maggior parte dei casi non possono neppure andare in pensione, visto che oggi per farlo a 67 anni e 20 anni di contributi serve aver raggiunto un importo almeno pari all’Assegno sociale (534,41 euro al mese nel 2024).
Tuttavia, c’è un trucco, a disposizione di alcuni lavoratori e pensionati, utile per assicurarsi comunque una pensione minima di 8.000 euro l’anno nonostante l’attività lavorativa sia iniziata dopo il 1996; vediamo di cosa si tratta.
Al lavoro dal 1996, ecco come avere comunque la pensione minima
Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e non ha contributi versati nel periodo precedente è tagliato fuori dalla possibilità di richiedere l’integrazione al trattamento minimo.
Tuttavia, è importante sapere che esistono delle possibilità per vedersi accreditata della contribuzione per gli anni passati e godere così di tutti i vantaggi riconosciuti a chi ha almeno un contributo settimanale maturato entro il 31 dicembre 1995.
Ad esempio, c’è la possibilità di farsi riconoscere, su richiesta, della contribuzione figurativa per i periodi non lavorati. In alcune circostanze, infatti, l’Inps riconosce gratuitamente la copertura previdenziale, valida sia per raggiungere il diritto alla pensione (ma con dei limiti, in base all’opzione a cui si ricorre) quanto per aumentare l’importo. E in questo caso ci sarebbe anche il vantaggio di poter rientrare nel calcolo misto dell’assegno e “sbloccare” il diritto all’integrazione del trattamento minimo.
In particolare, sono due le casistiche che possono venire in vostro soccorso:
- il riscatto gratuito del servizio militare obbligatorio. Chi quindi ha fatto il militare prima del 1996 potrebbe utilizzare questa possibilità - utilizzando l’apposito servizio Inps - per far sì che gli venga riconosciuta contribuzione figurativa e avere così quei contributi nel retributivo che consentono non solo di beneficiare dell’integrazione al trattamento minimo ma anche di accedere alla pensione di vecchiaia senza dover guardare al requisito economico;
- il riscatto gratuito della maternità per i periodi fuori dal rapporto di lavoro. È riservato alle donne che al momento della domanda hanno maturato almeno 5 anni di contributi, alle quali viene data la possibilità di farsi riconoscere gratuitamente 5 mesi di contribuzione. Questo strumento rappresenta quindi una soluzione per quelle donne che hanno iniziato a lavorare dopo una o più gravidanze avute nel periodo in cui era in vigore il retributivo. Per farne domanda bisogna compilare il seguente modulo e consegnarlo alla sede Inps competente sul territorio.
Ricordiamo che i contributi figurativi possono essere riconosciuti anche a seguito del pensionamento, ricorrendo allo strumento della ricostituzione.
C’è poi la possibilità di riscattare la laurea ante 1996, così da rientrare nel misto e godere di tutte le agevolazioni suddette. Tuttavia, in questo caso c’è un costo da sostenere calcolato sull’ultima retribuzione percepita al momento della domanda di riscatto.
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