Pensione d’invalidità: con il reddito di cittadinanza si supera la soglia reddituale per beneficiarne. Cosa rischia il beneficiario?
La pensione di invalidità percepita nel 2019 rischia di essere sospesa a causa del reddito di cittadinanza fruito lo scorso anno. A lanciare l’allarme, non confermato dall’Inps e sul quale noi stessi poniamo quale dubbio, è l’esperta di pensioni, lavoro e contributi Silvana Di Benedetto, che ha pubblicato - su Il Quotidiano del Molise - un lungo approfondimento sul legame tra reddito di cittadinanza e pensione di invalidità.
Un allarme che si fonda su basi concrete, ma su cui ci aspettiamo un chiarimento a breve da parte degli organi interessati; sembra strano, infatti, che gli organi interessati non abbiano considerato la possibilità per cui il reddito di cittadinanza vada ad annullare la pensione di invalidità.
Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire qual è la motivazione per cui secondo la Di Benedetto potrebbe esserci una perdita, con annessa restituzione di quanto indebitamente percepito, delle indennità riconosciute agli invalidi civili.
Reddito di cittadinanza e pensione di invalidità sono cumulabili
Partiamo da un concetto molto importante: reddito di cittadinanza e pensione di invalidità sono cumulabili. Il RdC, infatti, altro non è che un’integrazione del reddito familiare, voce in cui rientrano anche le indennità per invalidità civile eventualmente erogate ad uno o più componenti del nucleo familiare, fino alla soglia indicata dalla legge.
Quindi, il diritto a percepire dei trattamenti di assistenza, quale appunto la pensione di invalidità civile, non decade automaticamente con il riconoscimento del reddito di cittadinanza.
Come esempio, prendiamo un nucleo familiare composto da un solo componente, invalido civile al 75%. Questo nel 2019 ha percepito un assegno di invalidità pari a 285,66 euro mensili; grazie al reddito di cittadinanza ha poi ricevuto un’integrazione pari a circa 494,34€ (nella quale è compreso il contributo per il canone di affitto), così da arrivare ai “famosi” 780,00€, ossia la quota ad personam su cui si basa l’intero RdC.
Ebbene, potrebbe essere proprio questa integrazione a far sì che l’interessato perda il diritto all’indennità di invalidità; vediamo perché.
Pensione di invalidità civile: a chi spetta
Ricordiamo che per avere diritto alla pensione di invalidità civile bisogna soddisfare sia dei requisiti psico-fisici che economici. Nel dettaglio, nel 2019 gli invalidi civili parziali - ossia quelli con percentuale di invalidità compresa tra il 74% e il 99% - dovevano avere un reddito inferiore ai € 4.906,72 per beneficiare dell’indennità, mentre per gli invalidi civili totali (al 100%) questa soglia è più alta in quanto pari a 16.814,34€ (qui invece potete consultare i nuovi limiti del 2020).
A rischiare di perdere l’indennità per colpa del reddito di cittadinanza sono i primi, i quali - tenendo conto che il reddito di cittadinanza fa reddito - potrebbero aver superato, proprio a causa del sostegno economico erogato lo scorso anno, la soglia di reddito prevista per avere diritto al sostegno per invalidità.
Prendiamo il caso dell’esempio per capire il perché: questo, considerando il periodo che va dal 1° marzo al 31 dicembre 2019, ha percepito complessivamente 4.943,40 euro di reddito di cittadinanza. Ergo, ha superato la soglia di 4.906,72 euro e di conseguenza già dal 1° gennaio 2020 la pensione di invalidità dovrebbe essere sospesa.
Ma attenzione, perché alla perdita della pensione di invalidità dovrebbe seguire un innalzamento del reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza: se si perde la pensione di invalidità importo più alto
Qualora l’Inps accerti che la soglia di reddito è stata superata e quindi che il beneficiario non avrebbe avuto diritto alla pensione di invalidità questa verrebbe sospesa. Inoltre gli importi indebitamente percepiti dovrebbero essere restituiti all’Istituto.
In tal caso, però, ecco che i 285,66€ della pensione di invalidità sottratta andrebbero aggiunti al reddito di cittadinanza. Il reddito familiare, infatti, tornerebbe pari a 0 (qualora l’indennità fosse stata l’unica entrata reddituale del nucleo familiare) e di conseguenza l’integrazione dovrebbe essere interamente di 780,00€ (ovviamente le cifre fanno riferimento al caso dell’esempio, ma quanto detto potrebbe applicarsi a qualsiasi situazione).
Quindi per il beneficiario non dovrebbero esserci differenze, in quanto complessivamente (seppur bisogna considerare che il reddito di cittadinanza prevede delle restrizioni nell’utilizzo) si andrebbe a beneficiare dello stesso importo mensile.
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