Pensione minima e assegno sociale: nonostante la rivalutazione pari a zero, gli importi subiranno comunque un piccolo incremento rispetto ad oggi, ecco perché.
Pensione minima e assegno sociale: per il 2021 è previsto un leggero incremento degli importi di queste due prestazioni assistenziali.
Queste due prestazioni, delle quali vi parleremo meglio di seguito, ogni anno vengono rivalutate sulla base della variazione dell’indice dei prezzi; dalla perequazione delle pensioni ne deriva ogni anno un incremento degli importi di pochi euro, facendo in modo che questi siano equiparati al costo della vita.
Tuttavia, l’emergenza da Covid blocca gli importi di queste prestazioni, come pure delle pensioni di tipo previdenziale.
Assegno sociale e pensione minima - o meglio, trattamento integrativo - saranno soggetti ad un tasso di rivalutazione pari allo 0,0%, tuttavia l’importo di queste due prestazioni aumenterà comunque di qualche euro.
Pensioni: perché gli importi nel 2021 non dovrebbero subire variazioni?
Per quanto riguarda l’indice dei prezzi al consumo ne risulta che tra il 2019 e il 2020 non c’è stata alcuna crescita, come invece succede ogni anno. Ovviamente c’è stata la crisi economica da Covid a comportare una frenata dell’indice dei prezzi, la quale andrà ad incidere anche sull’importo delle pensioni.
È ufficiale, infatti, che il tasso di rivalutazione provvisorio per il 2021 è pari a 0,0%.
Anzi, fortuna che viene stabilito che in caso di variazione negativa dell’indice dei prezzi gli importi delle prestazioni previdenziali e assistenziali non subiscono alcuna modifica, altrimenti avremmo rischiato persino un taglio.
Secondo i dati ISTAT, l’effetto Covid sui prezzi c’è e si sente: a settembre, infatti, la variazione dell’indice dei prezzi al consumo di famiglie di impiegati e operai è persino negativa, in quanto nel 2020 è pari a 102,3 mentre nello stesso periodo del 2019 era pari a 102,6.
Una variazione negativa che preclude ad ogni possibilità di una rivalutazione delle pensioni nel 2021. Vale sia per le pensioni di tipo previdenziale che per le prestazioni assistenziali, come ad esempio il trattamento integrativo per le pensioni minime e per la pensione sociale.
Pensione minima e pensione sociale: gli importi per il 2021
La pensione minima è quell’integrazione con cui l’importo delle pensioni che sono al di sotto di una certa soglia, ossia 6.702,54€ nel 2020, vengono integrate fino ad arrivare ad un importo stabilito per legge che, ogni anno, è soggetto a rivalutazione.
Tuttavia, anche se il tasso di rivalutazione sarà pari a zero, dal 1° gennaio prossimo scatterà comunque un piccolo aumento. Questo perché il decreto del Ministero dell’Economia del 16 novembre, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha certificato un tasso definitivo per il 2020 dello 0,5% e non dello 0,4% come invece era stato applicato ad inizio anno. Questo significa che è previsto un conguaglio dello 0,1%, con il riconoscimento degli arretrati nel rateo di gennaio.
Per effetto di questo conguaglio, quindi, il trattamento minimo passa a 515,57€ il prossimo anno.
Lo stesso vale per l’assegno sociale, ossia quella prestazione assistenziale che non dipende dal versamento dei contributi e viene riconosciuta a quei soggetti non titolari di pensione che si trovano in una condizione economica disagiata. Nel 2020 l’assegno sociale ha avuto un importo di 459,83 euro; per i motivi appena descritti, l’importo dovrebbe essere leggermente più alto nel 2021 arrivando a 460,27€.
Anche il reddito per beneficiare dell’assegno sociale subirà delle leggere variazioni: oggi è pari a 5.977,79€ per la persona sola, 11.955,58€ per quella coniugata, mentre il prossimo anno - ma aspettiamo la circolare INPS per l’ufficialità - queste soglie saranno più alte di qualche euro.
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