Aggiornati i coefficienti di trasformazione: per la prima volta vengono rivisti al rialzo. Ecco cosa cambia rispetto a chi ci è andato nel 2022.
Chi è a un passo dalla pensione deve sapere che andarci nel 2023 sarà molto conveniente, così come pure nel 2024. Questo perché l’Inps ha appena aggiornato i coefficienti di trasformazione, ossia quei valori che si applicano sul montante contributivo così da trasformarlo nella pensione annua, rendendoli più convenienti per il biennio 2023-2024.
Quindi, a parità di montante contributivo, chi va in pensione nel 2023 guadagna di più rispetto a chi ci è andato nel 2022.
L’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione è stato ufficializzato dal ministero del Lavoro con la pubblicazione sul proprio sito del decreto che ne rivede i valori sulla base della variazione delle speranze di vita registrata nell’ultimo biennio. E la novità è che, a differenza degli anni scorsi, per la prima volta (in totale gli aggiornamenti sono stati sei) i coefficienti di trasformazione diventano più convenienti. Il motivo è chiaro: con il Covid le speranze di vita hanno subito un brusco calo, ragion per cui quest’anno non c’è stato l’aumento dell’età pensionabile come invece era da programma: per lo stesso motivo i coefficienti di trasformazione diventano più convenienti, premiando coloro che andranno in pensione nel biennio 2023-2024.
Coefficienti di trasformazione, cosa sono?
I coefficienti di trasformazione sono dei parametri molto importanti ai fini del calcolo contributivo della pensione. Ci riferiamo, quindi, a quella quota di assegno maturata dal 1° gennaio 1996, o anche dal 1° gennaio 2012 per coloro che entro la data del 31 dicembre 1995 hanno maturato 18 anni di contributi.
Nel dettaglio, nel sistema di calcolo contributivo l’assegno viene calcolato prendendo tutti i contributi maturati dall’interessato, rivalutati di anno in anno, e mettendoli nel cosiddetto montante contributivo.
Questo poi viene trasformato in pensione applicandovi il relativo coefficiente, il quale varia in base all’età in cui si va in pensione. L’obiettivo è premiare chi resta per più anni al lavoro, ragion per cui il coefficiente di trasformazione è tanto più conveniente quanto più si va in pensione tardi.
Come anticipato, i coefficienti di trasformazione vengono rivisti ogni biennio. Più le aspettative di vita salgono, infatti, e più le percentuali vengono riviste al ribasso.
Così è stato dal 1996 a oggi, arco temporale in cui ci sono stati ben cinque aggiornamenti dei coefficienti di trasformazione. E così si prevedeva sarebbe stato anche negli anni a venire: ma non erano stati fatti i conti con il Covid, con il quale le speranze di vita hanno subito un brusco calo. Per questo motivo nel biennio 2023-2024 i valori dei coefficienti di trasformazione sono aumentati anziché ridursi, diventando persino più convenienti rispetto a quelli registrati nel biennio 2016-2018.
Perché andare in pensione nel 2023 conviene
Ne risulta, quindi, che andare in pensione tra il 2023 e il 2024 conviene, di più rispetto agli anni scorsi. A tal proposito, ecco quali sono i valori aggiornati (e il confronto con gli ultimi anni):
Età | Coefficienti di trasformazione 2016-2018* | Coefficienti di trasformazione 2019-2020* | Coefficienti di trasformazione 2021-2022* | Coefficienti di trasformazione 2023-2024* |
---|---|---|---|---|
57 | 4,246 | 4,200 | 4,186 | 4,270 |
58 | 4,354 | 4,304 | 4,289 | 4,378 |
59 | 4,447 | 4,414 | 4,399 | 4,493 |
60 | 4,589 | 4,532 | 4,515 | 4,615 |
61 | 4,719 | 4,657 | 4,639 | 4,744 |
62 | 4,856 | 4,790 | 4,770 | 4,882 |
63 | 5,002 | 4,932 | 4,910 | 5,028 |
64 | 5,159 | 5,083 | 5,060 | 5,184 |
65 | 5,326 | 5,245 | 5,220 | 5,352 |
66 | 5,506 | 5,419 | 5,391 | 5,531 |
67 | 5,700 | 5,604 | 5,575 | 5,723 |
68 | 5,910 | 5,804 | 5,772 | 5,931 |
69 | 6,135 | 6,021 | 5,985 | 6,154 |
70 | 6,378 | 6,257 | 6,215 | 6,395 |
71 | 6,378 | 6,513 | 6,466 | 6,655 |
* Valore percentuale
Prendiamo quindi come esempio una persona con montante contributivo di 100.000 euro che è andata in pensione nel 2022 all’età di 67 anni (pensione di vecchiaia): per questa l’importo della pensione annua, almeno per la quota contributiva, è pari a 5.575 euro. Chi invece, con lo stesso montante contributivo di 100.000 euro andrà in pensione a 67 anni tra il 2023 e il 2024, godrà di una pensione annua di 5.723 euro, a fronte di un incremento annuo di circa 150 euro.
Ovviamente più è elevato il montante contributivo e tanto più sarà rilevante la differenza rispetto al 2022. Ad esempio, con un montante di 200.000 euro il vantaggio sarà di circa 300 euro, 444 euro nel caso in cui fosse di 300.000 euro.
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