Pensione: quando si perde il diritto all’assegno

Antonio Cosenza

02/03/2021

È possibile che il diritto alla pensione si perda? Per quanto riguarda la pensione diretta questo rischio non esiste; ma ci sono dei casi in cui la prestazione potrebbe decadere.

Pensione: quando si perde il diritto all’assegno

Esiste il rischio di perdere la pensione? Solitamente no: una volta acquisito il diritto alla pensione non si perde, se non in caso di decesso. Anche in tal caso comunque il diritto alla pensione non si perde del tutto, in quanto comunque si trasmette - in presenza di determinati requisiti - ai familiari del dante causa.

L’altro caso è quello di colui che percepisce la pensione con Quota 100 e riprende a lavorare prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Va detto, comunque, che ciò non comporta la perdita del diritto alla pensione ma solamente la temporanea sospensione dell’erogazione dell’assegno.

Questo vale per la pensione diretta, ma ci sono altri tipi di pensione per le quali invece vi è la possibilità di perdere il diritto acquisito. È il caso, ad esempio, della cosiddetta pensione sociale, come pure della pensione d’invalidità; e anche la suddetta pensione di reversibilità riconosciuta ai familiari del pensionato defunto può essere soggetta a decadenza.

A tal proposito, vediamo in quali casi si perde il diritto alla pensione a seconda delle tipologie della stessa.

Pensione sociale: quando si perde

La pensione sociale, meglio detta assegno sociale, è quella prestazione che può essere riconosciuta ai soggetti che al compimento dei 67 anni di età non sono riusciti a raggiungere il diritto alla pensione di vecchiaia.

Si tratta di una misura di tipo assistenziale, in quanto viene riconosciuta solamente a coloro che ne soddisfano determinati requisiti economici. Nel dettaglio, nel 2021 possono fare domanda per la pensione sociale coloro che hanno un reddito non superiore a 5.983,64 euro annui, 11.967,28 euro se coniugati.

A tal proposito, decade dal diritto alla pensione sociale chi non è più in possesso dei requisiti reddituali o soggettivi richiesti dalla legge. Ogni anno coloro che percepiscono delle prestazioni assistenziali erogate dallo Stato, e il cui diritto e misura sono collegati alla situazione reddituale, devono comunicare il reddito aggiornato attraverso l’apposita procedura chiamata RED. Si ricorda che la scadenza per l’invio del modello RED 2021 era fissata al 1° marzo.

Altro caso in cui la pensione sociale si perde, è quello del titolare che soggiorna all’estero per più di 29 giorni. In tale situazione scatta la sospensione del pagamento, mentre dopo un anno la prestazione viene persino revocata.

Pensione d’invalidità: quando si perde

Quanto appena detto per la pensione sociale vale anche per l’assegno ordinario d’invalidità e per tutte le cosiddette pensioni riconosciute agli invalidi civili. Ci riferiamo a quelle prestazioni di tipo assistenzialistico riconosciute a coloro che oltre ad avere una grave invalidità hanno un reddito inferiore a determinate soglie.

Sono due, quindi, i casi in cui il diritto alla pensione d’invalidità decade: il primo è quello in cui il titolare della pensione perde il requisito dell’invalidità, l’altro quello di superamento dei redditi.

A tal proposito, ricordiamo che oggi possono godere della pensione d’invalidità i soggetti con un’invalidità civile superiore al 74%, ciechi assoluti e ventesimisti, sordi, e soggetti con drepanocitosi o talassemia major.

Nel caso in cui l’invalidità sia soggetta a revisione e in un successivo controllo se ne riscontri una soglia inferiore al 74%, il soggetto ne perde il diritto.

Lo stesso vale per chi perde il requisito economico. A tal proposito, va detto che gli invalidi civili parziali devono avere un reddito inferiore ai 4.931,29€ per avere diritto alla pensione di invalidità civile. Gli invalidi totali, come pure i ciechi civili assoluti/parziali e i sordi, devono invece avere un reddito inferiore ai 16.982,49€.

Anche per questi vale l’obbligo di comunicare i redditi aggiornati tramite il modello RED; nel caso in cui da questo ne risultasse un superamento della soglia reddituale ne deriverà la perdita della pensione d’invalidità.

Pensione di reversibilità: quando si perde

Sono diversi i motivi che possono comportare la perdita della pensione di reversibilità.

Ad esempio, il coniuge del dante causa perde il diritto alla pensione di reversibilità nel momento in cui decide di convolare a nuove nozze. I figli, invece, perdono il diritto alla pensione di reversibilità al compimento dei 18 anni, o comunque quando acquisiscono la piena autonomia economica.

I genitori, i fratelli celibi e le sorelle nubili, perdono il diritto alla pensione di reversibilità - qualora gli fosse stata riconosciuta - se a loro volta diventano titolari di una pensione diretta o indiretta, o comunque - nel caso dei fratelli/sorelli - se contraggono matrimonio.

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