Dalla riforma della legge Fornero con la quota 41 al Reddito di cittadinanza, passando per taglio del cuneo fiscale e premi in bolletta: l’intervista al sottosegretario all’Economia Federico Freni.
Riforma della legge Fornero con la quota 41 per le pensioni, proseguimento del percorso per alzare gli stipendi attraverso il taglio del cuneo fiscale e intervento sulle accise sulla benzina in caso di necessità. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, delinea in un’intervista a Money.it il percorso che vuole seguire il governo Meloni nei prossimi mesi e anni in campo economico.
Una delle prossime urgenze, con il prezzo dei carburanti in salita, potrebbe riguardare la benzina: con il sistema dell’accisa mobile, assicura Freni, il governo “garantirà un supporto in caso di bisogno”. Per quanto riguarda le pensioni il sottosegretario è convinto che si debba superare la legge Fornero e l’obiettivo è quello della quota 41, che “potrà garantire la tenuta del sistema previdenziale e, al contempo, il rispetto delle esigenze di bilancio”.
Resta, inoltre, il principio territoriale per l’offerta di lavoro del Reddito di cittadinanza: “Chi vive a Marsala non potrà accettare un lavoro a Pordenone”, assicura il sottosegretario. Così come viene garantito il proseguimento del percorso per il taglio progressivo del cuneo fiscale “anno dopo anno”. Infine, sulle misure contro il caro bollette, Freni ribadisce che i nuovi aiuti si baseranno anche sui consumi, “premiando i virtuosi”.
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Accise sulla benzina, è possibile che il governo reintroduca il taglio e a quali condizioni questo potrebbe avvenire? Avete fissato una soglia limite per il prezzo da non oltrepassare?
Quella delle accise sulla benzina è la storia di un fenomeno mediatico più che un tema di rilevanza economica. Al netto di alcune, minime, sacche di speculazione, i prezzi non sono saliti sino a oggi se non per la quota di 15 centesimi/litro corrispondente alla eliminazione dello sconto fiscale. Anzi, negli ultimi mesi il prezzo più basso si è registrato a dicembre, quando la riduzione dello sconto era già operativa. Questo non significa, ovviamente, che il governo non interverrà in caso di bisogno, ma credo che sia giusto ristabilire la realtà dei fatti, che non sempre coincide con la narrativa mediatica del momento. Detto questo il nuovo sistema di accisa mobile darà risposte adeguate ai consumatori (e al mercato), e garantirà un supporto in caso di bisogno.
Pensioni, si è aperto il tavolo per la riforma della legge Fornero: considerando anche i timori sulla tenuta del sistema previdenziale espressi per esempio da Tridico, si può davvero superare la Fornero? La strada della quota 41 senza limite d’età è percorribile e resta l’opzione principale in campo?
Certamente sì. Il sistema previdenziale è in equilibrio, anche se sul tendenziale di lungo periodo le previsioni non sono le migliori. La legge Fornero ha creato squilibri e diseguaglianze, sacche di esodati e problemi quotidiani. Quota 41, che non è uno slogan elettorale ma un nuovo sistema previdenziale, potrà garantire la tenuta del sistema previdenziale e, al contempo, il rispetto delle esigenze di bilancio. Non serve la fretta degli annunci, ma la concretezza del fare: abbiamo di fronte 5 anni e il programma di governo in materia è chiarissimo.
Per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza, verrà mantenuta l’offerta congrua o verrà modificata?
Chi vive a Marsala non potrà accettare un lavoro a Pordenone, questo è certo.
Sul taglio del cuneo fiscale l’intervento del governo è stato parziale e ne sono stati annunciati altri: quando potrebbe arrivare il prossimo taglio e in che termini?
Anche in questo caso la narrativa mediatica non trova riscontro nella realtà: questo governo, pur dovendo fronteggiare la crisi energetica (ha stanziato 2/3 dell’intero bilancio 2023 per l’energia), ha tagliato il cuneo più di quanto abbia fatto il governo Draghi. Eppure, ancora oggi, ascolto ricostruzioni parziali: il taglio del cuneo richiede fondi che l’emergenza energetica ha richiesto di destinare altrove, non abbiamo risorse infinite, deve essere chiaro: eppure nonostante questa situazione, il governo si è impegnato a tagliare il cuneo a beneficio delle fasce più fragili della popolazione. Una volta tanto guardiamo i numeri e non gli slogan. Detto questo, l’impegno è quello per un taglio progressivo del cuneo, anno dopo anno: per il governo è una priorità, che - legata all’andamento del Pil e ai conseguenti margini di bilancio - sarà portata avanti ogni anno per cinque anni.
Gas e bollette, ad aprile serviranno altri aiuti e le risorse a disposizione sono poche: il governo rinuncerà alla conferma delle misure oggi in vigore (sperando anche in prezzi del gas più bassi e bollette meno care) o c’è una strategia per reperire diversamente i soldi necessari per intervenire?
Come già anticipato dal ministro Giorgetti negli ultimi giorni, l’obiettivo è di non limitare l’intervento esclusivamente a un complesso di riforme fiscali ma di inserire un bilanciamento anche con le dinamiche di consumo, premiando i virtuosi. Ovviamente questa linea di ragionamento è possibile in una fase, come sembra essere quella che ci attende, post-emergenziale. Il rapido calo del prezzo del gas, oggi attestato poco sopra i 55 euro, consente di ragionare in modo diverso rispetto al problema. Quanto al reperimento delle risorse credo sia presto per valutare le fonti di riferimento: iniziamo a coprire le effettive quotazioni del prezzo dell’energia a metà marzo, e solo poi ragioneremo del resto.
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