I prezzi di benzina e diesel sono nettamente aumentati nell’ultima settimana. Il governo sembra pronto a modificare il decreto Trasparenza: cosa cambierà e quali novità sui costi alla pompa?
Il prezzo della benzina ha ormai raggiunto la soglia dei 2 euro (in modalità servito) e il timore è che continui a crescere. Anche in modalità self i prezzi sono vicini ai 2 euro, fermandosi poco al di sotto dell’1,9 euro al litro per la benzina e poco al di sopra per il diesel.
In questo quadro, con la mancata proroga del taglio delle accise che ha aperto lo scontro tra il governo e i distributori, l’esecutivo e la maggioranza sembrano disposte a modificare il decreto Trasparenza, contestato dai benzinai che hanno invocato lo sciopero dopo la sua emanazione.
Cosa potrebbe cambiare, quindi, per i gestori e per i prezzi di benzina e diesel? Tra le richieste rivolte al governo c’è anche quella di tagliare l’Iva al 4% sui carburanti. Vediamo cosa può succedere nelle prossime settimane sul fronte della benzina.
I prezzi di benzina e diesel
I prezzi settimanali dei carburanti sono stati pubblicati dal Mise dopo la rilevazione del 30 gennaio, basata sui dati che vanno dal 23 al 29 gennaio. Il prezzo della benzina è 1,871 euro al litro, mentre il diesel si attesta a 1,912 euro al litro. Per il gpl il prezzo è di 0,796 euro al litro.
Nell’ultima settimana i prezzi sono in aumento: per la benzina il costo è aumentato di 4,18 centesimi, mentre per il diesel l’incremento è stato di 3,72 centesimi di euro al litro. Stabile, invece, il gpl. Ricordiamo che già nella settimana precedente si erano riscontrati aumenti nei prezzi di benzina e diesel.
Per quanto riguarda i prezzi di oggi, è la rilevazione di Quotidiano Energia a evidenziare i dati riguardanti sia il self service che la modalità servito:
- Benzina self 1,882 euro al litro;
- Diesel self 1,923 euro al litro;
- Benzina servito 2,022 euro al litro;
- Diesel servito 2,063 euro al litro;
- Gpl tra 0,789 e 0,804 euro al litro.
Decreto Trasparenza, il governo ci ripensa?
Il decreto Trasparenza è stato criticato dai gestori, tanto da arrivare allo sciopero indetto dai benzinai. In particolare non piace l’obbligo di esporre i cartelli con la media dei prezzi praticati su base regionale, rilevata dal ministero. In caso di violazione si rischiano sanzioni da 500 a 6mila euro. Il rischio di questa norma, secondo l’Antitrust, è che possa essere controproducente dal punto di vista della concorrenza: il timore è che i prezzi salgano, con i gestori che si adeguano ai prezzi medi non applicando più eventuali sconti.
I sindacati di categoria hanno chiesto al governo modifiche sul testo: negli scorsi giorni è arrivata un’apertura da parte del ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso. In questi giorni si stanno svolgendo riunioni di maggioranza in vista della scadenza per presentare gli emendamenti, fissata a mercoledì.
In settimana dovrebbe arrivare anche l’emendamento del governo, probabilmente al termine di tutte le audizioni. Intanto è convocata per l’8 febbraio una nuova riunione del tavolo permanente con i gestori delle pompe di benzina. Il testo è atteso nell’Aula della Camera verso la metà di febbraio.
Come può cambiare il decreto sui carburanti
Il governo e la maggioranza potrebbero quindi apportare alcune modifiche al decreto Trasparenza. La prima ipotesi è quella di eliminare l’obbligo di esposizione dei prezzi, a cui si affiancherebbe anche un intervento sulle sanzioni. D’altronde lo stesso Urso aveva già comunicato al tavolo con i sindacati che le multe potevano scendere a una cifra compresa tra i 200 e gli 800 euro massimo, molto più bassa di quella attualmente prevista. Un’altra novità potrebbe riguardare l’obbligo di comunicazione dei prezzi: passerebbe da giornaliero a settimanale.
Benzina e diesel, possibile un taglio dell’Iva?
Il problema principale, comunque, resta legato al prezzo della benzina e del diesel. Le associazioni dei consumatori chiedono al governo di ripristinare il taglio delle accise per tornare ai costi alla pompa applicati a fine dicembre. Un’altra proposta viene avanzata da Federconsumatori.
L’associazione non si limita a chiedere di tornare al taglio delle accise, ma propone al governo di ridurre fortemente l’Iva sui carburanti, portandola al 4%. Se venisse applicato questo taglio dell’Iva per ogni famiglia si andrebbe incontro a un risparmio da 200 euro annui.
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