Il decreto Trasparenza (o carburanti) contro il caro benzina è in Gu: dall’obbligo di esposizione del doppio prezzo alle sanzioni per i benzinai, ecco cosa prevede.
Proroga del bonus benzina da 200 euro, prezzi trasparenti, doppia esposizione dei costi del carburante: queste sono solo alcune delle misure che si trovano nel decreto Carburanti.
Il governo ha deciso anche che il monitoraggio dei prezzi sarà giornaliero e non più settimanale, sempre nell’ottica di una maggiore trasparenza dei prezzi. Per quanto riguarda aiuti concreti, però, come il voucher da 200 euro per fare benzina, non cambiano le regole: spetta solo se i datori di lavoro lo accordano ai propri dipendenti.
Bonus benzina, proroga per tutto il 2023 per il voucher da 200 euro: come funziona
La prima misura del decreto Carburanti (dl 5/2023), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 gennaio e in vigore dal giorno successivo, riguarda la proroga del bonus benzina. Non cambia il funzionamento: il voucher rimane da 200 euro per lavoratore, e non concorre alla formazione del reddito (quindi, il lavoratore non dovrà pagarci le tasse).
Per poter avere il bonus benzina 200 euro non servono requisiti particolari o limiti di reddito, ma rimane un paletto: la misura è destinata solo ai lavoratori dipendenti di aziende private, e l’erogazione del bonus rimane a discrezione del datore di lavoro.
La proroga interessava in un primo momento i mesi di gennaio, febbraio e marzo, poi è stata estesa a tutto il 2023.
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Doppio prezzo della benzina esposto dai distributori
Il decreto-legge ha anche stabilito che il monitoraggio dei prezzi sarà giornaliero, e non più settimanale. I distributori avranno l’obbligo di esporre il doppio prezzo: quello che il ministero delle imprese calcola e pubblica tutti i giorni e quello che applicano loro alla vendita.
Il decreto Trasparenza dispone che il prezzo medio dei carburanti, su base regionale, sarà pubblicato sul sito del ministero delle Imprese e del made in Italy. I dettagli operativi verranno definiti da un decreto del Mimit entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto. I benzinai poi avranno altri 15 giorni per adeguare la cartellonistica presso ogni punto vendita, anche autostradale.
Sanzioni fino a 6mila euro per i benzinai
Cosa succede se i distributori vengono meno al nuovo obbligo? I gestori degli impianti che non espongono il doppio prezzo (quello del Mimit e quello a cui vendono loro i carburanti) vanno incontro a sanzioni da 500 a 6mila euro.
Dopo la terza violazione può essere disposta la sospensione dell’attività per un periodo compreso da un minimo di sette giorni e un massimo di 90 giorni. I controlli sono affidati alla Guardia di Finanza e l’irrogazione delle sanzioni al Prefetto.
Controlli della Guardia di Finanza e dell’Antitrust
Per vigilare sull’attività dei distributori saranno «rafforzati i collegamenti» tra il Garante prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative. Allo stesso fine, si irrobustisce la collaborazione tra Garante e Guardia di Finanza.
Infine, viene istituita una «Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi finalizzata ad analizzare – nel confronto con le parti – le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti».
Queste decisioni dell’esecutivo hanno provocato degli scontri con la categoria dei gestori di distributori di benzina. Al netto delle speculazioni, l’aumento è stato causato principalmente dalla decisione del governo Meloni di non rinnovare gli sconti sulle accise.
Il decreto carburanti aggiorna il meccanismo dell’accisa mobile
Il decreto aggiorna il meccanismo della cosiddetta «accisa mobile» introdotta con la Finanziaria del 2008 per ridurre gli aumenti eccessivi. Il taglio delle accise «può essere adottato se il prezzo aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell’ultimo Def», e il decreto tiene anche conto «dell’eventuale diminuzione» nella media del quadrimestre precedente.
Nuovo bonus trasporti per l’abbonamento ai mezzi pubblici
Il decreto proroga anche il bonus trasporti, lo sconto per l’abbonamento per il trasporto pubblico locale e ferroviario. Si stringe, però, la platea di riferimento: potranno farne richiesta i pendolari con redditi inferiori a 20mila euro (non più 35mila come nella versione precedente del bonus).
Il buono contiene il nominativo del beneficiario, si può usare per l’acquisto di un solo abbonamento, non è cedibile, non costituisce reddito imponibile e non rileva al fine del computo del valore dell’indicatore Isee.
Per la misura vengono stanziati 100 milioni di euro.
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