Il governo ha modificato il decreto sulla benzina aprendo anche alla possibilità di un ricorso all’accisa mobile: ecco cos’è questo meccanismo e come potrebbe abbassare il prezzo del carburante.
Sulla benzina il governo e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni appaiono sempre più in confusione, schiacciati tra le esigenze di cassa che hanno reso poco sostenibile una proroga degli sconti e i richiami populisti che li porta a buttare sempre un occhio all’umore dei social e all’andamento dei sondaggi.
Negli ultimi giorni nel centrodestra così è andato in scena una sorta di psicodramma, con il tema del caro-benzina che ha generato non poche tensioni all’interno della maggioranza; la pezza però in questo caso è stata quasi peggiore del buco.
Il governo infatti con una scelta legittima ha deciso di non prorogare lo sconto sulle accise, che costa 1 miliardo al mese, provocando un inevitabile aumento del costo del carburante a partire dal primo gennaio: come fanno notare anche i dati ministeriali, tranne che in alcuni casi isolati l’attuale prezzo della benzina si discosta da quello di alcune settimane fa di una maggiorazione perfettamente corrispondente a quella degli sconti ora non più in vigore.
In sostanza non ci sarebbe stata quella speculazione da parte dei benzinai, ora sul piede di guerra e pronti allo sciopero contro “l’onda di fango” arrivata su di loro, come invece fatto intendere da diversi ministri - Matteo Salvini in primis - per cercare di giustificare il rialzo dei prezzi.
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Negli ultimi giorni il governo, invece che rivendicare la scelta politica della mancata proroga dello sconto sulle accise della benzina, in una sorta di campagna elettorale permanente ha cercato di dare la colpa a ipotetici speculatori, licenziando poi in tutta fretta un decreto che contiene quasi interamente misure riguardanti i soli distributori.
Giorgia Meloni poi con un video social si è incartata sul tema della promessa elettorale di sterilizzare le accise, dovendo poi ricorrere a delle interviste dal sapore di monologo in vari telegiornali per cercare di dare una sua personale versione dei fatti.
Alla fine è arrivata una correzione al decreto decisa ieri durante un nuovo Consiglio dei ministri, presieduto da Antonio Tajani secondo l’ex parlamentare azzurro Elio Vito in quanto la presidente del Consiglio era impegnata nel realizzare le interviste ai tg, dove il governo ha cercato di aggiustare il tiro per quanto riguarda lo spinoso tema della benzina.
Queste sono stati gli accorgimenti dell’esecutivo in merito ai carburanti:
- è stato prorogato al 31 dicembre 2023 il termine entro il quale il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel limite di euro 200 per lavoratore, non concorrerà alla formazione del reddito da lavoro dipendente;
- si è stabilito che, in presenza di un aumento eventuale del prezzo del greggio e quindi del relativo incremento dell’IVA in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato possa essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa.
In sostanza il governo ora potrebbe rispolverare l’accisa mobile, un meccanismo che nei giorni scorsi è stato invocato dalle sigle che rappresentano i benzinai come la soluzione più semplice per tenere i prezzi della benzina sotto una certa soglia.
Accisa mobile: cos’è e come funziona
Come scritto dal Corriere della Sera che ha riportato fonti di governo, l’esecutivo “qualora fosse necessario, di fronte a un aumento significativo si potrebbe però fare riferimento alla legge 244 del 2007 che consente al governo di adottare un decreto per abbassare le accise se aumentano le entrate Iva e se il prezzo supera di almeno il 2% il valore indicato nel Def”.
Il riferimento è alla norma che ha introdotto il meccanismo dell’accisa mobile, con il ministro dell’Economia Giacarlo Giorgetti che ha spiegato come “il governo potrà valutare una manutenzione, l’aggiornamento e l’utilizzo della disciplina introdotta dall’articolo 1, commi 290 e 291 della legge 244 del 2007”.
In sostanza si tratta di un meccanismo che, in maniera automatica, va ad abbassare le accise nel momento in cui il prezzo della benzina supera una determinata soglia per poi, in un sistema quasi a fisarmonica, tornare a una tassazione piena nel momento in cui il costo dei carburanti dovesse abbassarsi.
Un meccanismo utile e di buon senso, richiesto dagli stessi benzinai, che il governo ora appare deciso a fare proprio: una soluzione di certo migliore rispetto a quella di dare la colpa a fantomatici speculatori, che stanno a monte e non di certo a valle, per cercare di coprire le proprie responsabilità.
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