Pensioni, il governo Meloni propone l’uscita a 72 anni: ecco per chi

Giacomo Andreoli

06/02/2023

Dopo il fallito tentativo di inserire nel decreto Milleproroghe la possibilità di andare in pensione a 72 anni per i medici, la maggioranza ci riprova, coinvolgendo tutte le professioni sanitarie.

Pensioni, il governo Meloni propone l’uscita a 72 anni: ecco per chi

Un nuovo emendamento al decreto Milleproroghe, stavolta della Lega, per supplire le carenze di personale nella sanità, mandando in pensione i dipendenti a 72 anni. Stavolta, però, la norma non coinvolge solo i medici, dopo che l’apposito emendamento che coinvolgeva solo loro è stato dichiarato “improponibile” dalle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato. A poter andare in pensione a 72 anni su base volontaria, quindi, sarebbero tutti i dipendenti del personale sanitario.

Si torna quindi a parlare di questa possibilità, criticata fortemente dai sindacati dei medici e dalle associazioni di categoria già da quando la maggioranza, a dicembre, voleva inserirla nella legge di Bilancio. I rappresentanti dei sanitari chiedono invece di favorire le assunzioni dei giovani e migliorare le condizioni lavorative per rendere l’occupazione più attrattiva e contrastare il fenomeno dei “medici a gettone”.

In questo caso l’emendamento, a prima firma Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato, ha già superato il vaglio di ammissibilità, visto che è stato depositato come “proroga di termini in materia di personale sanitario”, quindi pertinente con il provvedimento omnicomprensivo che sta per approdare in aula per la conversione in legge.

Sanitari in pensione a 72 anni, cosa dice l’emendamento della Lega

L’emendamento della Lega è un testo più articolato rispetto ai precedenti, che come detto coinvolge, oltre ai medici, anche tutte le altre professioni sanitarie nell’innalzamento volontario dell’età pensionistica a 72 anni. La proposta è stata concordata con tutta la maggioranza e c’è già stata anche un’interlocuzione positiva con il ministero dell’Economia di Giancarlo Giorgetti per le coperture finanziarie.

Il testo prevede che i sanitari possano restare in servizio fino al 31 dicembre 2026, coinvolgendo tra i medi anche quelli in servizio all’Inps e all’Inail, tutti i convenzionati con il sistema sanitario nazionale e i docenti universitari.

Come si legge nell’emendamento, sarebbe quindi possibile “l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore sociosanitario, in deroga alle norme sul riconoscimento delle predette qualifiche professionali, a patto che Il professionista abbia una elevata conoscenza della lingua italiana, in ragione della relazione clinico assistenziale con il paziente”.

Nuove assunzioni straordinarie nella sanità?

Parallelamente, venendo in parte incontro alle richieste delle associazioni dei medici, si estende sempre alla fine del 2026 la possibilità per le Asl di assumere, con contratto a tempo determinato, medici al terzo anno di specializzazione, “nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio e nei limiti di spesa per il personale”.

Si tratta per la precisione di medici, medici veterinari, odontoiatri, biologi, chimici, farmacisti, fisici e psicologi che hanno superato le procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza del ruolo sanitario e che quindi risultano iscritti nella graduatoria separata.

Le altre misure per medici e operatori sanitari

E ancora: il testo prevede anche altri interventi mirati, per tentare di ridurre le conseguenze della carenza di personale negli ospedali e nella medicina del territorio. Ad esempio, sempre fino alla fine del 2026, non si applicherebbero le norme sull’incompatibilità agli operatori delle professioni sanitarie, al di fuori dell’orario di servizio e per un monte ore complessivo settimanale non superiore a otto ore.

La critica del sindacato Anaao Assomed

I primi commenti dei rappresentanti dei medici al nuovo emendamento, però, sono negativi. L’idea del sindacato Anaao Assomed è che tutte le norme presentate finora dal governo favoriscano solo alcune lobby, senza affrontare a pieno la crisi economica del sistema. Insomma, secondo il sindacato, anche questo testo potrebbe non coprire del tutto le carenze e risultare poco equo.

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