Pensioni, quali tutele per chi è anziano? Dal Governo - ma anche da ogni cittadino - ci si attende la massima responsabilità per tutelare una delle categorie maggiormente a rischio contagio da Coronavirus.
L’emergenza Coronavirus in tutta Italia avrà ripercussioni anche sulle pensioni visto che molto probabilmente il Governo sospenderà il dibattito sulla riforma, il quale riprenderà solamente dopo che cesserà la situazione di allerta (e una volta che le conseguenze economiche saranno più chiare).
Ma la preoccupazione per i pensionati è un’altra: come noto, infatti, chi ha più di 65 anni - e in più è affetto anche da altre patologie - è maggiormente soggetto ai rischi derivanti dal contagio da Coronavirus. Ecco perché è stato consigliato a chi è in età da pensione di limitare il più possibile le occasioni di socializzazione, raccomandando agli Over 65 di restare a casa per quanto possibile.
La tutela della salute è molto importante, ma allo stesso tempo non si può dimenticare che queste persone hanno comunque necessità di fare la spesa, o potrebbero aver bisogno di un consulto medico per una patologia differente dal Coronavirus. Ecco perché molti Comuni - come ad esempio quello di Milano - stanno mettendo a punto diverse azioni di tutela dei pensionati, dedicando particolare attenzione alle persone più vulnerabili al virus.
Si tratta di un inizio, ma non è abbastanza: maggiori tutele nei confronti dei pensionati sono necessarie per far sì che ogni persona, specialmente coloro che rischiano gravemente per la loro salute in caso di contagio, subisca meno disagi possibili in questa situazione.
Coronavirus, allarme contagio per chi è in età da pensione: quali tutele?
Come noto, obiettivo primario del Governo è di evitare un’emergenza sanitaria da Coronavirus. Il problema, infatti, non è il tasso di mortalità del Covid-19 (che comunque non va sottovalutato visto che le percentuali sono molto più elevate rispetto a quelle di una normale influenza) quanto il numero dei contagi e dei pazienti che - a causa delle complicazioni - necessitano della terapia intensiva.
Non limitando i contagi si rischia di intasare i reparti di terapia intensiva con uno scenario drammatico per il Paese. Tant’è che la SIAARTI, società scientifica degli anestesisti e rianimatori, nella giornata di ieri è stata costretta a pubblicare delle raccomandazioni di etica clinica per tutti quei professionisti che in questi giorni stanno lavorando nei reparti più sotto pressione del Paese, tra le quali si legge che nel caso in cui ci siano più pazienti per un respiratore bisognerà privilegiare chi è più giovane e non ha patologie importanti. Insomma, visto l’alto numero dei contagi potrebbe essere necessario porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva.
Ecco perché bisogna tutelare chi è in età avanzata il quale oltre a rischiare maggiormente per le conseguenze da Coronavirus rischia persino di non poter essere curato.
Il cittadino nel suo piccolo può - e deve - attenersi alle disposizioni date dalla Presidenza del Consiglio - perché se è vero che per chi è giovane il Coronavirus potrebbe passare anche senza alcun sintomo (ma, come specificato dagli esperti, non è assolutamente detto che sia così) è pur vero che si potrebbero contagiare i propri genitori, nonni e zii mettendo a serio rischio la loro salute (e la stabilità dell’interno SSN).
Da parte sua, invece, il Governo dovrà mettere a punto nuove tutele per chi è in età da pensione e - per la tutela della propria incolumità - per chi in queste settimane dovrà limitare il più possibile gli scambi sociali. Questi hanno bisogni da soddisfare, come una semplice spesa al supermercato (e non ci si può rimettere solamente alle azioni di solidarietà da parte di vicini e conoscenti). Serve un progetto più ampio, come quello che il Governo dovrà mettere a punto per sostenere le famiglie e le imprese.
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