Pensioni: quali agevolazioni per le donne?

Antonio Cosenza

23 Settembre 2019 - 16:29

Pensioni: il Governo sta pensando di introdurre un bonus contributivo per le donne, così da rendere più agevole la strada che porta alla pensione. Ma già oggi esistono delle agevolazioni per le lavoratrici, vediamo quali sono.

Pensioni: quali agevolazioni per le donne?

Pensioni: da quando nel 2011 la Legge Fornero è intervenuta nel modificare i requisiti per il pensionamento, l’età pensionabile per le donne è uguale a quella degli uomini. Per entrambi, infatti, il diritto alla pensione di vecchiaia si consegue all’età di 67 anni, a cui si aggiungono 20 anni di contribuzione.

Tuttavia, per le donne ci sono ancora dei trattamenti di maggior favore quando si parla di pensioni, delle agevolazioni che consentono loro di smettere di lavorare anticipatamente rispetto agli uomini. Ce ne sono diverse, mentre altre potrebbero essere introdotte a breve: il Governo, infatti, sta riflettendo sulla possibilità di riconoscere alle donne un bonus contributivo per ogni figlio, così da dar loro la possibilità di anticipare l’accesso alla pensione.

D’altronde i numeri di Quota 100, introdotta dal precedente Governo M5S-Lega proprio per dare più flessibilità, dimostrano che questa si è rivelata una misura per soli uomini vista la difficoltà per le donne di raggiungere i 38 anni di contributi richiesti.

Ecco perché bisogna rendere questa misura più accessibile per le lavoratrici: la strada individuata, almeno secondo quanto emerge dalle ultime notizie sulle pensioni, è appunto quella di riconoscere un bonus contributivo (si parla anche di 12 mesi per ogni figlio) alle donne.

Se ne riparlerà nei prossimi giorni, ma l’intenzione - sia da parte del Partito Democratico che del Movimento 5 Stelle - sembra essere quella per cui il bonus donne per la pensione possa partire già dal 2020.

Nell’attesa ricordiamo che per le donne esistono già delle opzioni agevolate per l’accesso alla pensione: vediamo quali così da capire quali sono le strade migliori per il pensionamento delle lavoratrici.

Pensioni: le agevolazioni per le donne

Quando si parla di pensione per le donne non si può non fare riferimento alla misura a loro riservata: Opzione Donna, lo strumento di flessibilità che consente alle lavoratrici di anticipare di diversi anni l’accesso alla pensione sacrificando, però, una parte di assegno previdenziale.

Per chi accede a Opzione Donna, infatti, vi è un’importante penalizzazione: l’assegno viene interamente ricalcolato con il sistema contributivo, anche per la quota che fa capo al sistema retributivo. Di conseguenza andando in pensione con Opzione Donna si percepisce un assegno più basso rispetto a quello a cui si avrebbe avuto diritto al raggiungimento dell’età pensionabile, per una riduzione che varia a seconda della posizione contributiva dell’interessata.

Il “prezzo” da pagare, però, è giustificato dalla convenienza di questa misura: grazie a Opzione Donna, infatti, una lavoratrice può accedere alla pensione già all’età di 58 anni. Questo è possibile solo per le lavoratrici dipendenti (per le autonome, infatti, il diritto alla pensione si consegue un anno più tardi) che possono vantare 35 anni di contribuzione.

C’è un’altra condizione da soddisfare: i suddetti requisiti, sia quello anagrafico che il contributivo, devono essere stati maturati entro il 31 dicembre 2018. Ad oggi, quindi, Opzione Donna è riservata a coloro che sono nate entro il 1960 (se dipendenti) o il 1959 (se autonome).

Tuttavia nella prossima Legge di Bilancio 2020 potrebbero esserci novità: sembra ormai certo, infatti, che il Governo Conte Bis provvederà ad una nuova proroga di Opzione Donna, estendendo la misura a coloro che ne maturano i suddetti requisiti entro la data del 31 dicembre 2019.

Oltre all’Opzione Donna c’è una seconda misura che riconosce alle donne un’importante agevolazione: ci riferiamo alla pensione anticipata, nella quale i requisiti sono differenti per lavoratrici e lavoratori.

Infatti, mentre quest’ultimi possono accedere alla pensione - indipendentemente dal’età anagrafica - al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contribuzione, per le donne è sufficiente un anno di contribuzione in meno. Nel dettaglio, per queste il diritto alla pensione si raggiunge a 41 anni e 10 mesi.

La terza agevolazione riguarda l’Ape Sociale, il prestito pensionistico che ad alcune categorie di persone (come i disoccupati di lungo corso, gli invalidi, coloro che assistono disabili gli addetti alle mansioni gravose) consente di smettere di lavorare all’età di 63 anni percependo un prestito nel periodo che manca al raggiungimento dell’età pensionabile.

Per poter accedere a questa misura bisogna avere dai 30 ai 36 anni di contribuzione, a seconda della categoria di riferimento: alle donne, però, è riconosciuto un bonus contributivo di 12 mesi per ogni figlio, fino ad un massimo di 24 mesi, che consente di anticipare di qualche anno l’accesso a questa misura.

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