Pensioni, almeno 63 anni per tutti nel 2024: ecco la riforma Meloni

Simone Micocci

17 Ottobre 2023 - 13:10

Pensioni, con la riforma Meloni poche opportunità di uscita per coloro che sono nati nel 1962 (o anche prima). Smettere di lavorare prima dei 63 anni diventa sempre più complicato.

Pensioni, almeno 63 anni per tutti nel 2024: ecco la riforma Meloni

La riforma Meloni punta sul pensionamento a 63 anni, il che potrebbe sembrare una buona notizia quando invece non lo è.

I requisiti per andare in pensione con la legge Fornero, infatti, non vengono toccati, con l’età pensionabile che quindi resta pari a 67 anni: a essere oggetto di modifica sono invece quelle misure che fino a quest’anno consentono un pensionamento agevolato, in alcuni casi persino prima dei 63 anni. Ci riferiamo alle misure di flessibilità quali Quota 103, Ape sociale e Opzione donna, quest’ultima già peggiorata dalla manovra del 2023 che ne ha reso più severi i requisiti, per i quali 63 anni diventa l’età di riferimento.

Una decisione che come vedremo di seguito rischia di penalizzare oltremisura coloro che sono nati nel 1962, per i quali le possibilità di andare in pensione in anticipo nel 2024 diventano alquanto limitate.

Pensione a 63 anni, come cambia Quota 103

Per tutto il 2023 è possibile andare in pensione all’età di 62 anni, a patto di aver maturato almeno 41 anni di contributi. Merito di Quota 103, misura introdotta dalla scorsa legge di Bilancio in sostituzione di Quota 102 (con la quale invece si poteva andare in pensione a 64 anni di età e 38 anni di contributi).

Quota 103 è stata ritenuta una valida alternativa a Quota 41 per tutti, misura che specialmente da parte Lega vorrebbero attuare entro il termine della legislatura al fine di poter dire di aver superato la legge Fornero perlomeno per la parte che disciplina la pensione anticipata. Per questo motivo tutti gli indizi portavano a una conferma di Quota 103 anche nel 2023, salvo poi doverci ricredere quando in legge di Bilancio 2024 è stata sì confermata la misura di flessibilità ma ne è stato innalzato il requisito anagrafico a 63 anni.

Di fatto diventa Quota 104, riservata a coloro che nel 2023 non sono riusciti ad accedere a Quota 103 perché hanno raggiunto i 41 anni di contributi richiesti. Nessuna possibilità, invece, per i nati dal 1962 in poi, i quali confidavano in una proroga di Quota 103 per poter andare in pensione nel 2024.

Pensione a 63 anni con Ape Sociale e Opzione Donna

Ape Sociale e Opzione donna confluiscono in un nuovo strumento che come anticipato da Giorgia Meloni in conferenza stampa permetterà il pensionamento a 63 anni e:

  • 36 anni di contributi per disoccupati, invalidi (almeno 74%), caregiver e gravosi;
  • 35 anni di contributi per le donne.

Di fatto, in soli 2 anni le donne hanno visto incrementare il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione da 58 anni a 63 anni, mantenendo inalterato il requisito contributivo. Un duro colpo che segue a quello già inflitto dalla scorsa legge di Bilancio 2023, quando la manovra ha cambiato i requisiti di accesso a Opzione donna limitandolo ad alcune categorie di lavoratrici (licenziate da grandi aziende, invalide o caregiver).

E anche l’Ape sociale, sempre che questi requisiti vengano confermati dal testo ufficiale della legge di Bilancio 2024 che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, viene peggiorata visto che oggi vi si può accedere sempre a 63 anni ma con soli 30 anni di contributi (36 anni nel solo caso dei gravosi).

Come andare in pensione prima dei 63 anni nel 2024

Come anticipato, a queste due misure di flessibilità si aggiungono quelle definite dalla legge Fornero. Ciò significa che:

  • con la pensione di vecchiaia si può andare in pensione a 67 anni di età e 20 anni di contributi. Sparisce il requisito economico che obbligava i contributivi puri (chi ha un’anzianità contributiva successiva all’1 gennaio 1996) ad avere un assegno pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale per potervi ricorrere;
  • con la pensione anticipata, invece, non c’è alcun limite di età. Basta aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne, per smettere di lavorare in anticipo. Per alcuni lavoratori precoci, invece, il requisito contributivo si abbassa a 41 anni (Quota 41);

Quindi, di fatto l’unica possibilità per chi è nato nel 1962 - o anche dopo - di andare in pensione nel 2024 è quella offerta dalle varie opzioni della pensione anticipata, per le quali come visto sopra bisogna aver maturato un elevato numero di contributi.

Iscriviti a Money.it