Forza Italia assicura: le volontà del Cavaliere verranno portate avanti. Sarà battaglia per l’aumento delle pensioni a 1.000 euro entro la fine della legislatura.
Da Forza Italia assicurano che verrà data continuità alle volontà di Silvio Berlusconi e lo stesso governo Meloni è d’accordo sul fatto che mai come oggi è necessario ascoltare le volontà del partito del Cavaliere così da evitare una rottura che potrebbe portare alla crisi di governo.
Una delle battaglie che Forza Italia porterà avanti anche nei prossimi mesi riguarda le pensioni minime che per volontà di Silvio Berlusconi dovranno essere portate a 1.000 euro entro la fine della legislatura. Un ultimo omaggio al leader scomparso lo scorso 12 giugno all’età di 86 anni, il quale nella sua ultima campagna elettorale ha promesso un aumento delle pensioni minime così come già fatto nel 2001 (quando ci fu l’incremento al milione delle vecchie lire, che persiste ancora oggi).
In Forza Italia sono convinti che bisognerà mantenere intatta la memoria del Cavaliere se non si vuole pagare il conto alle elezioni (si guarda già alle Europee del 2024): d’altronde Berlusconi era il partito e la sua morte potrebbe avere un impatto importante sull’elettorato.
A conferma della continuità c’è la riunione dell’ufficio di presidenza che si è tenuta nella giornata di ieri, martedì 13 giugno, con la quale sono stati ratificati gli incarichi ai vertici territoriali come voluti da Berlusconi stesso: nessuna decisione “congelata” come invece si pensava, il partito ha già scelto di andare avanti guardando però alle ultime volontà del Cavaliere, promuovendo la cerchia intorno a Tajani-Fascina a discapito della Ronzulli e dei suoi fedelissimi.
E lo stesso verrà fatto quando bisognerà portare avanti le battaglie tanto care a Berlusconi: dall’aumento delle pensioni minime - che dovrà essere confermato e potenziato nel 2024 - alla flat tax, temi su cui già nelle prossime settimane verrà effettuato un confronto nella maggioranza.
L’omaggio a Silvio Berlusconi: l’aumento delle pensioni minime
In campagna elettorale Silvio Berlusconi sorprese tutti quando promise l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro, obiettivo che avrebbe portato a termine entro la fine della legislatura.
Tant’è che un primo passo è già stato effettuato con la legge di Bilancio 2023, quando è stato deciso:
- un aumento straordinario per le pensioni inferiori al minimo dell’1,5% per il 2023 e del 2,7% nel 2024;
- un aumento straordinario, per i soli over 75 con una pensione inferiore al trattamento minimo, del 6,4%, grazie al quale gli assegni arrivano a toccare quota 600 euro. Questo aumento è finanziato solamente per il 2023.
Per il prossimo anno, quindi, un ulteriore piccolo aumento (+1,2% rispetto a oggi) delle pensioni minime è già in programma ma non è abbastanza. Anche perché a conti fatti si tratta di un aumento di circa 7 euro che si aggiunge agli 8 euro già riconosciuti nel 2023 (che per la prima volta verranno accreditati nella pensione di luglio, compresi degli arretrati).
Bisognerà perlomeno confermare l’aumento a 600 euro per gli over 75 - al momento in vigore solamente per il 2023 - oltre a valutare se ci sono le risorse per alzare ulteriormente l’asticella così da avvicinarsi all’obiettivo fissato da Berlusconi.
Forza Italia onorerà la memoria di Silvio Berlusconi
Fermo restando che l’obiettivo di portare le pensioni minime a 1.000 euro è più che ambizioso, Forza Italia non arretrerà di un millimetro, anche perché la direzione del partito verrà seguita dai suoi fedelissimi: da Antonio Tajani, già indicato come suo successore, a Marta Fascina.
E nelle retrovie dovrebbe agire Marina Berlusconi, che già in questi giorni sembra aver mantenuto un dialogo costante con Giorgia Meloni assicurando che da parte di Forza Italia continuerà a esserci l’appoggio al governo. Ed è proprio in quest’ottica che va vista la messa ai margini della cerchia vicina a Licia Ronzulli: non è un segreto che tra questa e Meloni non scorra buon sangue e il timore di un avvicinamento alla Lega e una messa all’angolo di Fratelli d’Italia ha fatto sì che nella riunione di ieri venisse confermato quanto voluto da Berlusconi stesso, con la Ronzulli messa in secondo piano che ad esempio ha dovuto lasciare il coordinamento lombardo ad Alessandro Sorte.
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