Pensioni, no al bonus 250 euro a settembre. Aumenti solo in un caso, ecco quale.
Le abbiamo lette di ogni sulle pensioni di settembre: dalla rivalutazione al 100% all’aumento delle pensioni minime, tanto da annunciare un fantomatico “bonus di 250 euro” sul cedolino di prossimo pagamento.
Come già successo con il bonus 150 euro, così si illudono solamente le persone, visto che un pensionato leggendo queste notizie potrebbe pensare che rispetto all’ultima pensione di agosto ci sarà un incremento fino a 250 euro, un “regalo” che - specialmente in questo periodo - sarebbe particolarmente gradito.
Tuttavia, siamo costretti a fare chiarezza a riguardo e, purtroppo, a smentire la notizia dell’arrivo di un bonus 250 euro sulle pensioni. Solamente in un caso, infatti, a settembre è lecito aspettarsi un aumento dell’assegno, come tra l’altro ufficializzato dall’Inps.
Pensioni, cosa sono gli aumenti di cui tutti parlano?
Si parla con insistenza di un bonus 250 euro sulla pensione di settembre, conseguente ad alcune misure attuate dal governo Meloni.
La prima riguarda l’aumento delle pensioni minime, una rivalutazione straordinaria dell’1,5% che nel caso dei pensionati con più di 75 anni è persino del 6,4% tanto da far raggiungere all’assegno la soglia dei 600 euro.
L’aumento delle pensioni minime è scattato a gennaio, tuttavia l’Inps ci ha messo diversi mesi prima di riuscire ad applicarlo nel cedolino. È stato con la pensione di luglio, infatti, che gli importi sono stati adeguati e dal momento che l’aumento decorre da gennaio ne sono stati pagati anche gli arretrati.
A luglio, quindi, molti pensionati hanno ricevuto un maxi importo, anche perché all’aumento delle pensioni minime si è aggiunto anche l’arrivo della maggiorazione sociale conosciuta come quattordicesima.
Da allora chi riceve una pensione inferiore al minimo, 563,74 euro mensili quest’anno, sta ricevendo l’assegno rivalutato. Ciò significa che:
- per chi ha meno di 75 anni si applica ogni mese una rivalutazione straordinaria dell’1,5% sull’importo percepito che quindi può arrivare fino a 572,74 euro;
- chi ha compiuto i 75 anni, invece, gode di una rivalutazione straordinaria del 6,4%, con l’importo che in questo caso può arrivare a 599,82 euro.
L’aumento, quindi, ci sarà anche a settembre ma nulla di nuovo rispetto ad agosto. Così come non rappresenta una novità l’aumento della pensione riconosciuto per merito della rivalutazione, visto che l’adeguamento è scattato a febbraio 2023 (con decorrenza da gennaio) e da allora l’importo della pensione è rimasto lo stesso.
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Pensioni, a settembre aumenti solo in un caso
Non è vero, quindi, che a settembre ci sarà un aumento della pensione fino a 250 euro, almeno rispetto a quanto già percepito ad agosto. È importante specificarlo così da non restare delusi una volta che la pensione di settembre verrà accreditata (venerdì 1 settembre la data di pagamento per tutti).
Tuttavia, noi stessi vi abbiamo anticipato di un aumento della pensione di settembre, di cosa si tratta? Ebbene, come confermato dall’Inps nella solita guida con cui dà spiegazione del cedolino di prossimo pagamento, a settembre continuano i conguagli della dichiarazione dei redditi, con tanto di rimborso Irpef per coloro che sono risultati a credito.
Nel dettaglio, a settembre vengono effettuate le operazioni di abbinamento delle risultanze contabili di cui ai modelli 730 per i pensionati che hanno indicato l’Inps come sostituto d’imposta laddove i flussi siano pervenuti all’Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno scorso.
Chi aspetta il rimborso del credito Irpef, e non lo ha ricevuto ad agosto, può quindi sorridere perché settembre potrebbe essere il mese giusto per ottenere quanto spetta. In caso contrario bisognerà avere ancora un po’ di pazienza, con le operazioni di conguaglio che in ogni caso verranno completate entro il mese di novembre.
Ovviamente non ci sono solo aumenti: laddove dalla dichiarazione dei redditi ne fosse risultato un debito, con il conguaglio verranno trattenute dalla pensione le somme dovute all’erario. Per chi ha optato per la rateazione dell’indebito ne verrà trattenuta solamente una parte, con l’Inps che comunque ci ricorda che la rateazione deve necessariamente concludersi entro novembre.
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