Pensioni, novità: con Quota 102 agevolazioni per donne, precoci e caregivers

Antonio Cosenza

15/04/2021

Pensioni: in caso di introduzione di Quota 102 ci saranno sconti contributivi per mamme, precoci e per chi assiste persone con grave handicap.

Pensioni, novità: con Quota 102 agevolazioni per donne, precoci e caregivers

Per la riforma delle pensioni si sta facendo sempre più strada l’ipotesi di una Quota 102 al posto di Quota 100. Anche se al momento non sembra si tratti di una priorità del Governo Draghi - per stessa ammissione del nuovo Ministro per il Lavoro, Andrea Orlando - arriverà un momento in cui questo dovrà decidere cosa fare delle pensioni.

Perché è vero che la pandemia ha posto delle nuove priorità, ma non si può dimenticare quello che succederà dal 1° gennaio prossimo, quando con la fine di Quota 100 e l’esclusività dei requisiti dettati dalla riforma Fornero per andare in pensione, si verrà a creare uno scalone di cinque anni.

Bisogna evitare che ciò accada ed è per questo che nelle ultime settimane è aumentato il pressing dei sindacati, i quali chiedono una ripresa del dibattito sulla nuova riforma delle pensioni.

Come anticipato, Quota 102 è delle misure favorite per prendere il posto di Quota 100 dal 1° gennaio 2022, almeno per quella che sarà una fase di transizione. Il funzionamento di questa misura è ormai noto a tutti: quello che forse non sapete è che nel caso in cui veramente venisse introdotta una Quota 102 ci sarebbero delle agevolazioni per alcune categorie, quali donne, precoci e caregivers.

Come funziona Quota 102

Prima di andare avanti è bene ricordare come funziona Quota 102, così da capire chi potrebbe utilizzarla per andare in pensione anticipo. Questa non si differenzierebbe molto da Quota 100, se non per qualche paletto che verrà fissato per abbassarne il costo.

Oggi si può andare in pensione con Quota 100 una volta che la somma tra età anagrafica e anzianità contributiva dà come risultato 100. Ci sono comunque dei limiti: l’età anagrafica non può essere inferiore a 62 anni, mentre gli anni di contributi maturati devono essere almeno 38.

Lo stesso modello potrebbe essere utilizzato per Quota 102. In questo caso, quindi, la pensione si raggiungerebbe una volta che la somma di età e anni di contributi dà come risultato 102. La cifra minima per gli anni di contributi richiesti dovrebbe restare pari a 38, mentre per l’età anagrafica dovrebbe esserci un aumento a 64 anni.

In questo modo lo scalone verrebbe ridotto, almeno per qualche anno, da cinque a due anni. Ma con delle novità: ad esempio, potrebbe esserci un limite per i contributi figurativi, ossia quelli accreditati dall’Inps per i periodi non lavorati ma comunque coperti da contribuzione. Nel dettaglio, secondo le ultime anticipazioni, per i contributi figurativi potrebbe essere previsto un massimo di 2 anni; in questo computo non entrerebbero comunque quelli derivanti da maternità e servizio militare.

Resta poi da capire se per abbassare il costo di Quota 102 verrà prevista una penalizzazione per coloro che ne usufruiscono.

Pensione con Quota 102: agevolazione per donne, precoci e caregivers

Con Quota 102 dovrebbero esserci poi delle tutele per alcune categorie di persone, andando ad intervenire laddove sembra Quota 100 abbia fallito.

Ad esempio, è stato fin da subito fatto notare che Quota 100 penalizza le donne, vista la loro difficoltà a maturare molti anni di contributi. Per questo motivo, si parla di un’agevolazione per le donne, con un riconoscimento del lavoro di curo: per queste, infatti, dovrebbe esserci uno “sconto” di 8 mesi per ogni figlio, per un massimo però di 24 mesi.

Per le donne con almeno tre figli, quindi, si tratterebbe a tutti gli effetti di una Quota 100, con 64 anni di età e 36 (anziché 38) anni di contributi.

Lo stesso varrebbe per coloro che assistono persone con disabilità, i cosiddetti caregivers (per i quali già oggi ci sono delle agevolazioni). Per questi si parla di uno sconto contributivo di un anno per chi assiste da almeno 5 anni un familiare con handicap grave.

Agevolazioni anche per chi ha iniziato a lavorare molto presto, i cosiddetti precoci (ossia coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni). Per questi ci sarebbe una maggiorazione del 25% degli anni di lavoro prestati tra i 17 e i 19 anni.

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