Si può fare domanda per andare in pensione con la nuova Opzione donna, modificata dal governo Meloni con la legge di Bilancio: ecco tutti i requisiti richiesti e le novità per accedere all’anticipo.
Parte ufficialmente Opzione donna 2023. L’anticipo pensionistico per le donne, modificato dall’ultima legge di Bilancio, entra nel vivo con il via alle domande. Per richiedere l’uscita dal lavoro, quest’anno, c’è una procedura aggiornata. La misura, in ogni caso, dovrebbe riguardare poche donne: circa 3mila, contro le 23mila del 2022.
Questo perché i requisiti sono stati resi molto più stringenti rispetto al passato e in questo modo il governo Meloni ha risparmiato soldi da investire in altri capitoli di spesa pubblica. Dopo le polemiche di associazioni e sindacati, però, l’esecutivo ha promesso un confronto e l’apertura di un tavolo parallelo a quello generale sulle pensioni.
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Per fine gennaio si attendeva una riformulazione emergenziale di Opzione donna nel nuovo decreto Lavoro della ministra Marina Calderone. L’idea era quella di tornare temporaneamente alle vecchie regole, con qualche lieve modifica, per sei mesi, in attesa che arrivi la riforma complessiva del sistema pensionistico per superare la legge Fornero. Ma la revisione, per ora, è slittata. Vediamo quindi come fare domanda con l’attuale versione e quali requisiti sono necessari.
Opzione donna 2023, i nuovi requisiti
Come detto i requisiti di Opzione donna 2023 sono diversi da quelli dei precedenti anni. Possono andare in pensione prima dei 67 anni previsti dalla legge Fornero con questa forma di anticipo pensionistico solo:
- coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- le invalide almeno al 74%;
- le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.
Assieme a questi requisiti bisogna avere almeno 35 anni di contributi maturati al momento della richiesta di anticipo pensionistico. A quel punto si può andare in pensione a 60 anni. L’età può abbassarsi se si ha un figlio (a 59 anni) o due (a 58). Per tutte le donne coinvolte, poi, la pensione viene ricalcolata con il sistema contributivo e il taglio dell’assegno, rispetto a quello misto contributivo-retributivo, può arrivare anche al 30%.
Pensioni, la nuova procedura per le donne
Quest’anno il sistema di gestione delle domande per Opzione donna è stato implementato. In questo modo si vuole rendere più semplice la presentazione delle richieste. L’Inps ha fatto sapere di aver reso disponibile l’opzione “Pensione anticipata Opzione donna legge di bilancio 2023”.
Le domande possono essere presentate direttamente dalle donne interessate o tramite un mediatore riconosciuto dalla legge (il patronato), ma va sempre indicato il profilo di tutela a cui si appartiene per poter accedere all’anticipo (disoccupate, invalide o caregiver).
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Opzione donna 2023, come inviare la domanda
La richiesta, quindi, si può inviare:
- sul sito dell’Inps, entrando con lo Spid almeno di livello 2, Cns o Cie e seguendo il percorso: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Pensione anticipata “Opzione donna” – Domanda”;
- tramite i servizi telematici dei patronati;
- chiamando il Contact Center, al numero verde 803164 (da rete fissa è gratuito) o il numero 06164164 (a pagamento da rete mobile, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
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