Pensioni, ufficiale il tasso di rivalutazione utilizzato da gennaio 2024. Ecco di quanto aumentano gli assegni.
Ufficiale il tasso di rivalutazione che a gennaio 2024 verrà applicato su pensioni e trattamenti assistenziali (come ad esempio pensioni d’invalidità e assegno sociale) per adeguarle al costo della vita.
Come noi di Money.it vi avevamo già anticipato, il ministero dell’Economia ha firmato il decreto per un tasso di rivalutazione del 5,4%, pari alla variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, senza tabacchi, come rilevata dall’Istat in via definitiva per i primi 9 mesi del 2023 e stimata per l’ultimo trimestre.
Ricordiamo che si tratta di un tasso provvisorio, proprio perché calcolato sull’inflazione stimata per l’ultimo trimestre. Potrebbe succedere - come tra l’altro è stato prima nel 2022 e poi nel 2023 - che il tasso definitivo risulti differente: in tal caso, se maggiore, in sede di conguaglio (in programma a gennaio 2025) verranno riconosciute le somme restanti.
Di fatto è stata centrata la stima che era stata fatta con la Nota di aggiornamento al Def (come raccontata da noi di Money.it), confermando un nuovo incremento sostanzioso dopo quello già riconosciuto a inizio 2023 (quando il tasso di rivalutazione accertato è stato del 7,3%) e quello in programma con il conguaglio di dicembre (quando sulle pensioni verrà applicata la differenza dello 0,8% accertata tra il tasso provvisorio e quello definitivo, pari all’8,1%, di rivalutazione).
A questo punto possiamo rispondere alla domanda su quanto aumentano le pensioni da gennaio 2024, ricordando che il tasso di rivalutazione pieno si applica solamente nei confronti di coloro che hanno un assegno il cui valore lordo non supera di 4 volte il trattamento minimo di pensione aggiornato a dicembre 2023 (come comunicato dal recente messaggio Inps n. 4050 del 15 novembre scorso). Sopra questa soglia si applicherà una rivalutazione parziale, seguendo le regole introdotte dal governo Meloni prima con la legge di Bilancio 2023 e poi con quella per il 2024.
Quali pensioni aumentano grazie alla rivalutazione
La rivalutazione, o perequazione, è quel meccanismo con cui l’importo di alcune prestazioni viene adeguato al costo della vita così da impedirne la svalutazione; si applica nei confronti di tutti i trattamenti erogati dalla previdenza pubblica (quindi dall’Assicurazione generale obbligatoria nonché dalle relative gestioni dei lavoratori autonomi o dai fondi a essa sostitutivi, esonerativi, esclusivi, integrativi e aggiuntivi).
A essere rivalutati sono quindi tanto le pensioni dirette quanto quella di reversibilità. Vale inoltre anche per i trattamenti di tipo assistenziale, come per l’Assegno sociale e le pensioni per gli invalidi civili.
Come vengono rivalutate le pensioni
Con la rivalutazione viene preso l’indice rilevato dall’Istat sulla base della variazione percentuale degli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, senza tabacchi e lo si applica sull’importo della pensione aggiornato al 31 dicembre dell’anno precedente sulla base della relativa percentuale assegnata per ogni fascia di reddito.
In una prima fase, però, l’indice applicato è quello provvisorio in quanto calcolato sulla base delle variazioni accertate per i primi nove mesi del 2023 e stimate per l’ultimo trimestre, pari appunto al 5,4%. Laddove il tasso definitivo dovesse risultare più alto, a gennaio 2025 verrà effettuato un conguaglio con cui verrà pagata la differenza per le tredici mensilità percepite nel 2024.
Fatti i dovuti chiarimenti, vediamo in che modo l’indice del 5,4% inciderà sull’assegno. Solamente le pensioni il cui importo non supera di 4 volte il trattamento minimo (si guarda al valore del 2023) vengono infatti rivalutate al 100% del tasso. Sopra questa soglia si applica un tasso ridotto sulla base delle percentuali introdotte dalla manovra per il 2023 e aggiornate dall’ultima legge di Bilancio.
Nel dettaglio, considerando che il trattamento definitivo accertato per il 2023 è pari a 567,94 euro (merito dell’incremento dello 0,8% che verrà effettuato con il conguaglio in programma a dicembre), per la rivalutazione 2024 verranno utilizzati i seguenti tassi:
Fascia assegno | Da | A | Indice di perequazione | Tasso d’inflazione provvisorio | Rivalutazione effettiva |
Fino a quattro volte il trattamento minimo | --- | 2.271,76 euro | 100% | 5,4% | 5,4% |
Oltre 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo | 2.271,76 euro* | 2.839,70 euro | 85% | 5,4% | 4,59% |
Oltre 5 e fino a 6 volte il trattamento minimo | 2.839,70 euro* | 3.407,64 euro | 53% | 5,4% | 2,862% |
Oltre 6 e fino a 8 volte il trattamento minimo | 3.407,64 euro* | 4.453,52 euro | 47% | 5,4% | 2,538% |
Oltre 8 e fino a 10 volte il trattamento minimo | 4.453,52 euro* | 5.679,40 euro | 37% | 5,4% | 1,998% |
Oltre 10 volte il minimo | 5.679,40 euro* | - | 22% | 5,4% | 1,188% |
* Per le pensioni d’importo superiore alla soglia limite ma comunque inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante per la fascia precedente, l’aumento di rivalutazione è attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.
Esempi di calcolo delle pensioni
Grazie alla suddetta tabella calcolare l’importo risultante dalla rivalutazione è molto semplice, in quanto basta prendere il valore della pensione aggiornata al 31 dicembre 2023 e applicare la percentuale prevista in base alla fascia di reddito di appartenenza.
A tal proposito, ecco una tabella con alcuni esempi su come aumentano le pensioni a decorrere dal prossimo 1 gennaio 2024:
Importo pensione a dicembre 2023 | Rivalutazione | Incremento | Nuovo importo gennaio 2024 |
---|---|---|---|
507,02 euro (assegno sociale) | 5,4% | 27,37 euro | 534,39 euro |
567,94 euro (trattamento minimo) | 5,4% | 30,66 euro | 598,60 euro |
800 euro | 5,4% | 43,20 euro | 843,20 euro |
1.000 euro | 5,4% | 54 euro | 1.054 euro |
1.500 euro | 5,4% | 81 euro | 1.581 euro |
2.000 euro | 5,4% | 108 euro | 2.108 euro |
2.200 euro | 5,4% | 118,80 euro | 2.318,80 euro |
2.500 euro | 4,59% | 114,75 euro | 2.614,75 euro |
2.800 euro | 4,59% | 128,52 euro | 2.928,52 euro |
3.000 euro | 2,862% | 85,86 euro | 3.085,86 euro |
3.200 euro | 2,862% | 91,58 euro | 3.291,58 euro |
3.500 euro | 2,538% | 88,83 euro | 3.583,83 euro |
4.000 euro | 2,538% | 101,52 euro | 4.101,52 euro |
4.500 euro | 1,998% | 89,91 euro | 4.589,91 euro |
5.000 euro | 1,998% | 99,90 euro | 5.099 euro |
5.500 euro | 1,998% | 109,89 euro | 5.609,89 euro |
6.000 euro | 1,188% | 71,28 euro | 6.071,28 euro |
Come anticipato esiste un meccanismo di tutela nei confronti di coloro che hanno una pensione che supera l’importo limite ma inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante per la fascia precedente: in tal caso l’aumento di rivalutazione è attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.
Pensiamo ad esempio a una pensione il cui importo è compreso tra 2.271,76 euro e 2.394,43 euro: in questo caso spetterà comunque un incremento tale da portare l’importo della pensione almeno fino a 2.394,43 euro. Lo stesso meccanismo varrà per tutte le altre fasce: si tratta, infatti, di una procedura che garantisce che la rivalutazione non può essere inferiore all’aumento massimo attribuibile nella fascia inferiore.
Attenzione: tutti gli importi indicati in questa guida sono da considerare al lordo delle tasse.
© RIPRODUZIONE RISERVATA