Pensioni, quanto prendi con uno stipendio di 1.500 euro al mese?

Simone Micocci

19/08/2024

Quanto prenderai di pensione se guadagni 1.500 euro netti al mese? Ecco alcune informazioni utili per farti un’idea a riguardo.

Pensioni, quanto prendi con uno stipendio di 1.500 euro al mese?

La differenza tra ultimo stipendio e pensione - il cosiddetto tasso di sostituzione - è molto ampia, specialmente nel caso degli assegni interamente calcolati con il sistema contributivo che ricordiamo si applica a partire dal 1996 (o 2012 per chi al 31 dicembre 1995 aveva maturato 18 anni di contributi).

Con il sistema contributivo lo stipendio percepito negli anni di carriera rappresenta un carattere rilevante ai fini della definizione dell’importo dell’assegno che si andrà a percepire negli anni della pensione.

Non si guarda però solamente agli ultimi stipendi, come invece valeva per il sistema retributivo, bensì a quanto guadagnato in ogni anno di lavoro.

Per questo motivo chi vuole sapere quanto si prende di pensione con uno stipendio di 1.500 euro al mese deve tener conto di tutti i periodi lavorati e fare una media di quelli che sono stati gli importi guadagnati.

A tal proposito, qui risponderemo alla domanda su quanto prende di pensione un lavoratore che in media ha guadagnato 1.500 euro netti per l’intera carriera lavorativa, dando così un risultato che sia il più vicino possibile a quanto effettivamente verrà liquidato dall’Inps.

Prima di tutto però bisogna fare chiarezza su come funziona il sistema di calcolo contributivo della pensione, informazione che potete anche approfondire nel nostro corso utile per pianificare la pensione, a cui potete iscrivervi qui.

Come funziona il sistema di calcolo contributivo

Con il sistema di calcolo contributivo che oggi si applica per tutti i periodi lavorati, lo stipendio percepito è molto importante in quanto determina la quota di contributi versata all’Inps.

Sull’ammontare dello stipendio, infatti, si versa il 33% (aliquota Ivs per la generalità dei lavoratori dipendenti) all’Inps, di cui una piccola parte (9,19% nel settore privato, 8,80% nel pubblico) è a carico del dipendente, mentre quella restante del datore di lavoro (e non è indicata in busta paga).

I contributi maturati vengono così accantonati e rivalutati ogni anno in base all’inflazione: questa operazione genera il cosiddetto montante contributivo, che a sua volta viene trasformato in importo lordo di pensione attraverso l’applicazione di un apposito coefficiente.

Chiamato appunto coefficiente di trasformazione, questo ha un valore tanto più alto quanto più si ritarda l’accesso alla pensione. Chi ci va più tardi godrà quindi di un coefficiente che valorizza maggiormente quanto versato in carriera.

I coefficienti attualmente utilizzati sono i seguenti, ma va detto che cambiano ogni due anni per effetto dell’adeguamento con le speranze di vita (il prossimo aggiornamento è in programma a gennaio prossimo).

EtàCoefficienti di trasformazione 2023-2024
57 4,270
58 4,378
59 4,493
60 4,615
61 4,744
62 4,882
63 5,028
64 5,184
65 5,352
66 5,531
67 5,723
68 5,931
69 6,154
70 6,395
71 6,655

Quanto spetta di pensione con 1.500 euro di stipendio

Chi in media ha guadagnato 1.500 euro, quindi, quanto prenderà di pensione? Intanto va detto che la misura dei contributi da versare all’Inps viene determinata sull’imponibile lordo e non sul netto.

Quindi bisogna trasformare 1.500 euro di stipendio netto in lordo: possiamo semplificare aumentando del 40%. Il lordo quindi è di 2.100 euro, con una RAL di circa 27.300 euro. Ogni anno, quindi, vengono versati poco più di 9.000 euro di contributi.

A questo punto ci sono diversi fattori da considerare:

  • quanti sono gli anni lavorati;
  • a quanti anni si va in pensione.

La prima informazione, infatti, è essenziale per capire a quanto effettivamente ammonta il montante contributivo, la seconda invece per determinare il coefficiente di trasformazione che viene applicato.

Pensiamo ad esempio a un pensionato che ci va con 30 anni di contributi, aspettando i 67 anni di età. Con uno stipendio medio di 1.500 euro netti avrà accumulato un montante contributivo di circa 270.000 euro: considerando un coefficiente di trasformazione pari al 5,723% ne risulterà un assegno di pensione lordo pari a 15.400 euro l’anno, 1.185 euro lordi al mese. Al netto sono circa 900 euro di pensione, molto meno rispetto a quanto guadagnato in carriera.

Va meglio a chi ha lavorato per più anni oppure va in pensione più tardi. Pensiamo ad esempio a chi ci va a 69 anni con 40 anni di contributi: il montante contributivo è di 360.000 euro (al netto della rivalutazione), il coefficiente invece è pari a 6,154%.

Di pensione, quindi, spettano 22.155 euro l’anno, 1.704 euro lordi al mese che al netto fanno circa 1.350 euro di netto. Meno di quanto guadagnato, ma una differenza che non è così rilevante come nel caso precedente.

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