In pensione a 70 anni: lo prevede il simulatore dell’Inps per i trentenni di oggi, mentre l’Olanda chiede all’Italia di risparmiare sulla previdenza. Come interverrà la riforma Calderone?
Mentre è partito il tavolo tra governo, associazioni e sindacati per arrivare a una riforma condivisa delle pensioni, il nuovo simulatore dell’Inps restituisce dati impietosi per i giovani e le donne. Stando alle attuali regole, infatti, chi oggi ha trent’anni andrà in pensione a 70 anni, mentre chi a 25 anni ha appena iniziato a lavorare dovrà aspettare quasi 46 anni prima di uscire dal lavoro: l’età è per loro fissata a 70 anni e sei mesi.
Queste previsioni fanno tornare in primo piano con urgenza la questione della pensione di garanzia per i giovani. Difficile, però, per il governo, in una situazione in cui i conti pubblici vedono pochi soldi in cassa, prevedere una riforma complessiva della legge Fornero che si avvicini alla famosa Quota 41 chiesta dalla Lega e dai sindacati, proteggendo contemporaneamente le categorie più fragili (lavoratori gravosi, giovani e donne).
In tutto ciò dall’Europa, durante il forum di Davos, è arrivato il monito dell’Olanda, con il primo ministro Mark Rutte che ha chiesto a Francia e Italia di ridurre il loro debito pubblico diminuendo la spesa pensionistica. Una “sparata” incandescente, quella di Rutte, visto che a Parigi montano le proteste per la riforma di Emmanuel Macron sulle pensioni (che innalza la soglia d’età minima a 64 anni entro il 2030) e in Italia società civile e rappresentanti dei lavoratori premono da anni per la fine della legge Fornero.
Quando andranno in pensione i giovani?
La nuova versione del simulatore Inps «Pensami - Pensione a misura», che presto diventerà anche un’app per smartphone, permette ai cittadini di calcolare le proprie prospettive pensionistiche, senza nessuna registrazione. Per fare il calcolo bisogna inserire dati anagrafici e sulla propria contribuzione. Ovviamente il calcolo parte dalle regole attuali, quindi dalla legge Fornero, essendo Quota 103 una misura del solo 2023 (sempre quest’anno pensiona anticipata vale anche per alcune donne con Opzione donna e per i lavoratori gravosi con l’Ape sociale).
Elaborando i dati risulta che per chi oggi ha 25 anni e ha iniziato a lavorare da un anno la pensione anticipata arriverà a 70 anni e sei mesi, con almeno 20 anni di contributi oppure a 70 anni se si hanno almeno 46 anni e 4 mesi di contributi. Se invece gli anni di contribuiti sono meno di 20, ma più di 5, magari per carriere discontinue, si potrà andare in pensione solo a 74 anni e 10 mesi.
Numeri allarmanti, quindi, che migliorano di pochissimo per i lavoratori nati nel 1990, quindi con oggi poco più di 30 anni. Potranno andare in pensione a 70 anni se hanno accumulato 20 anni di contributi e accedere alla pensione anticipata prima di quell’età solo con 45 anni di contribuiti (a quel punto potrebbero andare in pensione in ogni momento).
Pensione per i giovani, rischio assegni miseri
I giovani, quindi, sono destinati ad andare in pensione molto in là con gli anni, con la prospettiva dell’uscita anticipata solo con un numero elevatissimo di anni di contribuzione. Il problema, però, è anche un altro: gli assegni pensionistici, visti gli stipendi mediamente bassi e le carriere discontinue, rischiano di essere molto bassi, creando un problema sociale non indifferente. Una forma di copertura di garanzia appare quindi per i sindacati più che mai urgente.
Pensione futura, la situazione delle donne
Non va molto meglio alle donne. Per chi ha poco più di 50 anni e ha cominciato a lavorare a 25 anni, la pensione anticipata arriva a 65 anni e 4 mesi, con almeno 20 anni di contributi, ma solo se l’assegno è 2,8 volte il minimo. Se è entro le 1,5 e le 2,8 volte il minimo, bisognerà attendere 68 anni e 8 mesi (quindi il 2041). Quello stesso anno arriverebbe la pensione anticipata con 43 anni e sei mesi di contributi, mentre per la pensione di vecchiaia bisognerebbe aspettare i 73 anni.
Per le donne che hanno appena compiuto 60 anni, invece, se hanno cominciato a lavorare a 25 anni la pensione anticipata e di vecchiaia coincideranno nel 2030 con 42 anni e tre mesi di contributi o a 67 anni e 5 mesi d’età.
Governo Meloni in difficoltà, salta la riforma della legge Fornero?
Come farà la ministra del lavoro Marina Calderone a proporre una riforma sostenibile della legge Fornero? Secondo il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nel 2029 il rapporto tra lavoratori e pensionati passerà dall’attuale 1,4 a 1,3. E molto peggio andrà in futuro, per esempio nel 2050, quando questo rapporto sarà addirittura di uno a uno.
In tutto ciò l’aspettativa di vita probabilmente continuerà a salire, portando a un sistema che abbia un maggior legame con i contributi versati. Per salvaguardare i conti dello Stato, quindi, già oggi, a meno di un’iniezione importante di liquidità nelle casse dell’Inps o un aumento importante dell’occupazione, servirebbe risparmiare sulle pensioni. Quindi renderle ancor meno flessibili.
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Questo probabilmente non avverrà con l’attuale governo, che però si trova nella scomoda situazione di aver promesso la cancellazione della legge Fornero avendo a disposizione ben pochi soldi per attuare la riforma.
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