Tra le proposte del decreto Aiuti bis anche lo stop al pignoramento sulle pensioni. Ecco qual è il nuovo limite considerato come parametro minimo vitale.
Arriva nel quadro degli emendamenti al decreto Aiuti bis anche lo stop al pignoramento sulle pensioni. Si tratta di un emendamento che ha l’obiettivo di tutelare le categorie considerate più deboli e quindi con una pensione bassa. Infatti viene fissato all’interno del testo un nuovo limite sotto il quale ci sarà lo stop al pignoramento. Si tratta di un limite considerato come “parametro minimo vitale”, ovvero un limite di impignorabilità delle pensioni. Il limite è stato fissato a 1.000€ per l’assegno pensionistico, ma è relativo anche ad assegni di indennità e assegni sociali.
Il minimo vitale da rispettare non è una novità inserita all’interno del decreto Aiuti bis. Infatti questo limite pignorabile è inserito all’interno dell’articolo del Codice di procedura civile che regola il pignoramento. Ci sono poi delle pensioni che, anche prima dello stop al pignoramento, non erano considerabili oggetto di pignoramento, quali per esempio la pensione di invalidità civile e l’assegno sociale.
Tra le persone che possono essere invece soggette al pignoramento c’è la pensione di reversibilità, ma sempre all’interno di un minimo considerato vitale. Ecco quali sono le novità disposte dal decreto Aiuti bis in merito al limite minimo sotto al quale una pensione diventa non pignorabile.
Pensioni: nel decreto aiuti bis lo stop al pignoramento per chi prende poco
Il testo del decreto Aiuti bis sembra mettere tutti d’accordo o almeno, secondo quanto afferma il sottosegretario all’economia Federico Freni, accontenterà tutti. Nel decreto Aiuti bis, una misura pari a 17 miliardi di euro, si trovano diverse soluzioni alla crisi economica: dalla proroga dello smart working, fino all’allargamento della platea il bonus psicologo e il bonus televisione, per fare alcuni esempi-
Nel decreto Aiuti bbis si trova anche lo stop al pignoramento per le pensioni al di sotto di 1.000€ mensili. Cambiano quindi i parametri entro cui si considera il nuovo “minimo vitale” da garantire ai pensionati anche in caso di debiti con lo Stato. Si passa infatti da 750€ a un minimo vitale da garantire di 1.000€ relativo a pensioni, indennità e altri assegni di sostegno.
Come funziona lo stop al pignoramento sulle pensioni
Questo pignoramento è previsto solo per pensioni entro un certo limite. È stato deciso di alzare il limite del minimo vitale da 750€ mensili a 1.000€ mensili. Questo vuol dire che le pensioni che non superano i 1.000€ non possono essere pignorate per garantire una qualità di vita al pensionato al passo con l’aumento del costo della vita.
Nell’articolo 545 del Codice di procedura penale è prevista una forma di pignoramento sia per gli stipendi che per le pensioni per un massimo di “un quinto per i tributi dovuti allo Stato, le province e comuni e in uguale misura per ogni altro credito”. Nell’articolo si legge anche:
Il pignoramento per il simultaneo concorso delle cause indicate precedentemente non può estendersi oltre alla metà dell’ammontare delle somme predette.
Facendo quindi un esempio, come se ne trovano in rete, su una pensione pari a 1.500€ bisogna sottrarre il nuovo limite vitale di 1.000€. Sull’eccedenza dell’importo si applica il parametro sopra citato dall’articolo 545 di 1/5 per determinare il valore della somma pignorabile. Nel caso portato ad esempio, cioè di una pensione di 1.500€, andando a sottrarre il nuovo limite vitali di 1.000€, il valore pignorabile è pari a 100€ mensili.
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