L’agenzia di rating Moody’s ha appena lanciato un messaggio all’Italia: il declassamento del debito della nazione è alle porte se l’indebolimento dell’economia sarà percepito nel medio periodo.
Ennesimo avvertimento - con tono allarmante - di Moody’s sull’Italia: senza riforme e con una prospettiva di crescita debole nel medio termine, l’agenzia procederà con un declassamento del rating sul credito della nazione.
Tradotto: il prossimo giudizio sul Belpaese - il 30 settembre si è deciso di lasciare invariati gli aggiornamenti, senza intervenire come da calendario - potrebbe trasformarsi in una brutta sorpresa ed etichettare il debito dell’Italia a livello “junk”, spazzatura.
La breve ma esaustiva nota di Moody’s è arrivata nella tarda mattinata, innervosendo il clima dei mercati, già sotto pressione: lo spread Btp-Bund decennali è aumentato dall’apertura degli scambi e alle ore 14.43 segna 243 punti, con un balzo di oltre il 4%. Il Ftse Mib, intanto, continua a perdere con un ribasso dell’1,61% che lo piazza tra i peggiori in Europa (fa peggio solo la Spagna).
Quali avvertimenti dall’agenzia di rating sull’Italia?
Moody’s contro l’Italia: perché il giudizio sul debito può affondare
Economia di grandi dimensioni, elevata ricchezza delle famiglie, basso indebitamento del settore privato e diversificazione economica potrebbero non bastare per compensare l’incertezza sulla sostenibilità del debito: questo, in sintesi, l’avvertimento che Moody’s ha lanciato all’Italia, mentre il Paese si trova nella delicata fase di passaggio dal Governo Draghi a quello targato centrodestra e a guida Giorgia Meloni.
Il 30 settembre l’agenzia di rating ha deciso di non aggiornare il giudizio sulla nostra nazione, lasciando invariati il giudizio Baa3 e l’outlook negativo. All’indomani delle elezioni, però, non aveva risparmiato suggerimenti su temi chiave da affrontare per non far crollare la fiducia nel sistema Paese.
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Moody’s ha già avvisato l’Italia: i motivi
Oggi, 5 ottobre, in una nota sull’Italia, Moody’s ha deciso di lanciare un ulteriore messaggio alla nazione e, evidentemente, al prossimo esecutivo:
“Declasseremmo probabilmente i rating dell’Italia se dovessimo anticipare un significativo indebolimento delle prospettive di crescita di medio termine del Paese a causa della mancata attuazione delle riforme per rafforzare la crescita, comprese quelle delineate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)”
L’Italia si trova in una situazione assai complessa (che non esenta la maggior parte dell’Europa), a “causa di condizioni di finanziamento più restrittive, inflazione elevata, rischi per le forniture di energia dalla Russia che possono incidere sulla crescita e sulla dinamica del debito”, ha sottolineato l’agenzia.
Il focus è sulle potenziali prospettive di riforme strutturali ritardate - il riferimento è alla tentazione di rinegoziazione del Pnrr da parte del centrodestra - di un allentamento delle politiche fiscali e di un aumento degli oneri sul debito pubblico.
L’avvertimento, quindi, è chiaro sui rischi che corre la nazione. Anche “se i Paesi centrali dell’area dell’euro saranno inclini a sostenere l’Italia in caso di necessità, un’opinione che è stata confermato dal recente annuncio del piano anti spread della Bce”, tale sostegno potrebbe non bastare a guastare il clima di fiducia nel Belpaese.
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