Perché l’Europa teme la guerra in Ucraina molto più degli USA

Violetta Silvestri

24/01/2022

Perché l’Europa ha più timore rispetto agli USA dinanzi alla possibilità di una guerra in Ucraina? I motivi sono di natura economica e commerciale. La Russia resta un partner strategico per l’UE.

Perché l’Europa teme la guerra in Ucraina molto più degli USA

L’Unione Europea ha molto più da perdere degli Stati Uniti in un potenziale conflitto con la Russia e questo spiega, in parte, perché gli alleati occidentali hanno difficoltà a concordare una posizione dura nella situazione di stallo sull’Ucraina.

Il motivo del maggiore tentennamento europeo contro Mosca, oltre alla riluttanza di principio verso un conflitto militare proprio ai confini del vecchio continente, è essenzialmente di natura economica.

La Russia e l’Europa hanno molti più legami di tipo commerciale rispetto agli USA e già soltanto l’interdipendenza nel settore energetico assume un ruolo chiave.

Per questo, anche in caso di sanzioni contro lo Stato di Putin, le economie europee tremano. Tutte le variabili economiche di un possibile conflitto Ucraina-Russa.

Perché l’Europa ha paura di una guerra in Ucraina

C’è un dato, innanzitutto, da evidenziare per descrivere u rapporti che legano Russia ed Europa: Mosca è il quinto partner commerciale dell’UE, nonché il suo principale fornitore di energia, mentre per gli Stati Uniti è a malapena tra i primi 30.

Il divario è simile per gli investimenti, con la Russia che attinge denaro da gruppi europei, tra cui Ikea, Royal Dutch Shell Plc e Volkswagen AG.

L’import/export che lega i due attori è ben più forte di quello statunitense con Mosca, come appare chiaro nel seguente grafico:

Import-Export Russia, Europa, USA Import-Export Russia, Europa, USA

Per questo, la natura delle sanzioni verso la nazione russa è una questione molto delicata per i Paesi europei.

Dmitry Dolgin, capo economista di ING Bank Eurasia, afferma che gli Stati Uniti e i loro alleati potrebbero colpire la Russia con:

misure su tecnologie non militari o blocco dell’accesso ai finanziamenti esteri per le imprese; un divieto ai fondi occidentali di acquistare debito emesso dallo stato, che costa alla Russia 10 miliardi di dollari all’anno; un divieto retroattivo alla partecipazione straniera ai debiti statali locali, per un costo di 60 miliardi di dollari; l’arresto dell’accesso al sistema di pagamento Swift, che renderebbe molto più difficile per la Russia riscuotere pagamenti per 535 miliardi di dollari di esportazioni all’anno.

Le imprese europee hanno più da perdere visto che hanno investito maggiormente in Russia rispetto alle loro controparti statunitensi e il divario si è ampliato negli ultimi anni. Mosca è anche uno dei maggiori esportatori di alluminio, nichel, acciaio e fertilizzanti.

Il cruccio europeo emerge anche dall’esperienza di quanto accaduto con le sanzioni del 2014. Dopo che la Russia ha annesso la Crimea, gli Stati Uniti e l’UE hanno concordato un regime di misure di ritorsione.

Tre anni dopo, uno studio del Kiel Institute for the World Economy ha rilevato che mentre la Russia ha subito le maggiori perdite commerciali, anche la Germania ha rischiato. Altre economie dell’UE sono state colpite. Gli Stati Uniti sono effettivamente usciti in vantaggio, come accaduto con le sanzioni contro l’Iran.

Un grafico Bloomberg ha mostrato l’evidenza di 8 anni fa:

Commercio e sanzioni nel 2014 Commercio e sanzioni nel 2014

La perdita di commercio è stata importante anche per la nazione tedesca, mentre gli USA ne sono rimasti indenni.

L’energia fa tremare gli europei

L’energia è il più grande punto di attrito in caso di conflitto ucraino.

Gli Stati Uniti sono un esportatore netto di energia, ma l’UE fa affidamento sulle importazioni e la Russia è il suo fornitore numero uno sia di petrolio che di gas naturale.

Gli economisti di JPMorgan hanno avvertito che un aumento del prezzo del petrolio a $150 al barile avrebbe danneggiato la crescita e stimolato l’inflazione.

Il gas è una questione particolarmente delicata ora, con la Russia che ha frenato le forniture negli ultimi mesi. I prezzi sono triplicati, aumentando il costo dell’elettricità in tutto il continente. È il motivo principale per cui l’Europa sta subendo uno shock energetico maggiore degli Stati Uniti.

“Se venissero imposte sanzioni alle esportazioni di energia della Russia o se la Russia utilizzasse le esportazioni di gas come strumento di leva, i prezzi in Europa probabilmente aumenterebbero. Pensiamo che supererebbero di gran lunga il picco raggiunto lo scorso anno”, ha affermato l’analista di Capital Economics William Jackson.

Da segnalare, inoltre, che misure contro Mosca in questo ambito andrebbero anche a vantaggio degli esportatori statunitensi che stanno cercando di spedire più gas naturale liquefatto in Europa.

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