Mercati all’insegna dell’incertezza e i motivi sono almeno 3: i temi caldi della giornata riguardano ancora Cina, Usa, materie prime. Perché le Borse scambiano ancora con nervosismo.
Mercati oggi ancora trascinati da un clima di incertezza: le Borse asiatiche stanno chiudendo per lo più in ribasso, avvicinandosi al minimo di un mese, ancora scosse dallo scivolamento della Cina nella deflazione mentre gli investitori aspettano un rapporto cruciale sull’inflazione statunitense che probabilmente influenzerà il percorso politico della Federal Reserve .
Anche l’annuncio di un divieto degli Stati Uniti sugli investimenti in tecnologie sensibili nella seconda economia più grande del mondo ha pesato sul sentiment.
Nonostante non si stia verificando un crollo, le Borse restano contrastate a causa di una serie di eventi e dati macroeconomici che lasciano la finanzia globale sull’orlo dell’instabilità. In Cina, l’indice Shanghai sta recuperando con +0,18%, ma non lo Shenzhen in calo dello 0,26%. In rosso anche Hong Kong -0,22%, ma il Nikkei guadagna lo 0,87%.
Nella notte, tutti e tre i principali indici Usa hanno perso terreno, con il Nasdaq ad alto contenuto tecnologico che ha guidato le perdite a -1,17%. Il Dow Jones Industrial Average è diminuito dello 0,54%, mentre l’S&P 500 ha perso lo 0,7%.
In questo contesto, ci sono almeno 3 motivi di tensione per i mercati nella giornata odierna.
1. Inflazione USA
Si prevede che l’IPC statunitense mostri un leggero aumento dell’inflazione complessiva a luglio al 3,3% annuo, mentre il tasso core, che esclude i segmenti alimentari ed energetici volatili, dovrebbe aumentare dello 0,2% a luglio, con un guadagno annuo del 4,8%.
Il rapporto del Bureau of Labor Statistics sarà fondamentale per dare il tono al dibattito sulla politica della Fed nelle prossime settimane. Gli investitori non si aspettano più che la banca centrale degli Stati Uniti continui ad alzare i tassi di interesse dopo aver innalzato il loro benchmark a luglio al livello più alto degli ultimi 22 anni, e un’altra serie di numeri di inflazione contenuta servirebbe a rafforzare tale prospettiva.
2. Usa-Cina: la guerra continua
Prosegue la guerra tecnologica a colpi di restrizioni tra le potenze Usa e Cina.
Il presidente Joe Biden ha imposto limiti agli investimenti statunitensi nel dragone per limitare la capacità del Paese di sviluppare tecnologie militari e di sorveglianza di prossima generazione che potrebbero minacciare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
L’ordine, annunciato mercoledì, regolerebbe gli investimenti statunitensi in alcune società cinesi di semiconduttori, informatica quantistica e intelligenza artificiale. È stato firmato dopo quasi due anni di deliberazioni che hanno visto i falchi sostenere azioni più rapide e più dure mentre altri, incluso il Dipartimento del Tesoro, hanno cercato misure più restrittive che avrebbero richiesto più tempo per entrare in vigore.
3. Occhio a petrolio e gas
Il petrolio ha mantenuto i guadagni vicino al livello più alto in quasi nove mesi poiché le preoccupazioni per una possibile escalation delle ostilità tra Russia e Ucraina hanno oscurato il primo aumento delle scorte di greggio degli Stati Uniti in quattro settimane.
I futures West Texas Intermediate prezzano $84 al barile dopo essere saliti del 3% rispetto alle due sessioni precedenti. La tensione è aumentata tra Kiev e Mosca dopo che un drone ucraino ha attaccato una petroliera battente bandiera russa durante il fine settimana nel Mar Nero.
Mentre i dati del governo degli Stati Uniti hanno mostrato che le scorte di greggio sono aumentate di quasi sei milioni di barili la scorsa settimana, gli investitori si sono invece concentrati sulla riduzione delle scorte di benzina e distillati.
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L’attenzione è alta anche sulla direzione dei prezzi del gas dopo che il benchmark olandese, riferimento europeo, ha toccato il massimo infragiornaliero di quasi due mesi mercoledì, poiché le notizie di possibili scioperi presso gli impianti di gas naturale liquefatto (GNL) australiani hanno suscitato preoccupazioni per i carichi che si spostano in Asia.
L’ascesa dei mercati energetici chiave preoccupa gli investitori poiché potrebbe spingere verso un altro ciclo di inflazione, in grado di sostenere tassi di interesse più elevati per un periodo di tempo più lungo, ha affermato Matt Simpson, analista di mercato presso City Index.
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