Perché il settore auto in Germania è in crisi?

Nicla Bussoli

14 Febbraio 2025 - 17:21

Fattori come la transizione all’elettrico e la crescente concorrenza internazionale stanno mettendo in ginocchio il mercato automobilistico tedesco.

Perché il settore auto in Germania è in crisi?

Il settore automobilistico tedesco, da sempre uno dei pilastri dell’economia nazionale, sta vivendo un momento di grande difficoltà.

La crisi che sta attraversando questa industria iconica è il frutto di una serie di sfide che spaziano dalla transizione verso l’elettrico alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento, passando per la crescente pressione normativa e la concorrenza internazionale.

Questi fattori, uniti a un contesto economico globale sempre più instabile, stanno mettendo alla prova le principali case automobilistiche tedesche, costringendole a ripensare il proprio modello di business.

Il declino dell’industria automobilistica tedesca

Le difficoltà che il mercato automobilistico tedesco sta riscontrando, evidenziate dalla diminuzione della produzione e delle vendite, sono il riflesso di una crisi strutturale che coinvolge vari fattori, dal rallentamento delle vendite nel mercato europeo e cinese, alla transizione costosa verso la mobilità elettrica.

La produzione di auto in Germania, che una volta era simbolo del miracolo economico post-bellico, è crollata a 4,1 milioni nel 2023, rispetto ai 5,65 milioni di veicoli del 2017.
Questo calo incide pesantemente sulla ricchezza nazionale, dato che il settore rappresenta circa un quinto della produzione manifatturiera tedesca e il 6% del PIL.

A peggiorare la situazione sono gli alti costi energetici, scatenatosi dopo la guerra in Ucraina, che hanno reso le aziende tedesche meno competitive rispetto alle loro internazionali.
Il Paese ha dovuto fare a meno delle ingenti risorse di gas russo proprio nel momento in cui stava gradualmente eliminando l’energia nucleare. Questo ha portato i costi energetici tedeschi più elevati rispetto agli standard internazionali.

Pesa anche il massiccio investimento nella transizione verso i veicoli elettrici, che non ha ancora portato ai risultati sperati.

Le politiche governative tedesche, come la drastica eliminazione dei sussidi per le auto elettriche, hanno ulteriormente danneggiato la fiducia dei consumatori.

Gli ingenti costi di gestione e la difficoltà dei produttori

I costi della gestione di un’azienda in Germania non sono uno scherzo: i produttori stanno avendo difficoltà a pagare gli stipendi di centinaia di migliaia di dipendenti, tradizionalmente più alti rispetto ad altri settori.

Secondo Capital Economics, nel 2023 si è registrato uno stipendio mensile medio di 5.300€, che ha portato a costi del lavoro automobilistico più elevati per i produttori tedeschi rispetto agli altri Paesi europei.
A dispetto dei 29€ di costo medio orario della Spagna e dei 20€ del Portogallo, le industrie tedesche avevano un salario di 62€ l’ora, secondo i dati della VDA.

Per anni questo approccio, frutto di accordi tra aziende e sindacati, ha concesso alle aziende automotive tedesche alcuni vantaggi, dall’evitare scioperi e interruzioni del lavoro all’attrarre e trattenere risorse di talento.

Ma con l’aumento dei costi di produzione e con l’avvento della crisi sulla vendita delle automobili, le aziende hanno riscontrato difficoltà nel mantenere invariati gli stipendi, arrivando ad una drastica azione di riduzione dei salari.

Volkswagen ha annunciato un taglio del 10% sugli stipendi, oltre a una riduzione di 35.000 posti di lavoro, rischiando di chiudere fino a tre dei suoi stabilimenti in Germania.

Arne Meiswinkel, responsabile delle trattative per Volkswagen, dichiarò allora che la situazione in Germania era estremamente critica e che VW sarebbe potuta sopravvivere solo “se riusciremo a rendere l’azienda pronta per il futuro, in un contesto di crescenti costi e concorrenza sempre più agguerrita”.

Anche Mercedes-Benz ha avviato un piano di tagli per risparmiare miliardi DI EURO, ma i licenziamenti in Germania sono fuori discussione fino al 2030 grazie a un accordo.

Ford, invece, ha previsto 2.800 esuberi nei suoi stabilimenti tedeschi.

Nonostante ciò, la crisi dell’industria automobilistica tedesca va oltre i confini nazionali, con i produttori che cercano di crescere fuori dall’Europa, dove il mercato è ormai saturo.

La transizione verso l’elettrico

L’investimento che hanno dovuto affrontare le varie case automobilistiche per la transizione elettrica è stato un altro fattore destabilizzante per il mercato.

L’Unione Europea ha spinto gradualmente i governi europei all’eliminazione delle auto a benzina e diesel, tanto da portare i produttori di automobili ad investire pesantemente nello sviluppo di modelli elettrici e nella costruzione di linee innovative di produzione.

Tuttavia, queste politiche di transizione non hanno avuto l’effetto desiderato, con le auto elettriche che hanno rappresentato il 13,6% di vendite nei Paesi Europei e il 19,6% nel Regno Unito, rivelandosi troppo poco proficue rispetto agli investimenti effettuati.

La situazione non è migliorata con l’eliminazione dei sussidi statali dedicati alle auto elettriche, che ha contribuito ad un calo del 27% delle vendite nel Paese, rendendo il ritorno sull’investimento sempre meno raggiungibile per le aziende tedesche.

La competizione con la Cina

La Cina è entrata a gamba tesa all’interno del mercato automobilistico europeo, cercandone di conquistare una fetta importante grazie ai costi operativi molto più bassi dei rivali europei, stipendi e costi di produzione inferiori.

Ad ottobre dello scorso anno l’Unione Europea ha introdotto dei dazi sulle importazioni riguardanti i veicoli elettrici di origine cinese, in modo da creare delle condizioni di parità con i costi dei prodotti europei.

Ciò ha preoccupato non poco il mercato tedesco, timoroso delle possibili ritorsioni ed influenze sulle esportazioni verso la Cina, uno dei mercati più redditizi per la Germania. Le big three quali Volkswagen, Mercedes-Benz e BMW avevano infatti collaborato e aperto fabbriche in Cina per soddisfare la domanda locale.

Nel 2023, tuttavia, le vendite hanno registrato un ribasso anche in quel mercato, con un calo del 9,5% per VW, del 7% per Mercedes-Benz e del 13,4% per BMW.

Questo evidenzia una diminuzione della vendita per le auto europee in Cina e un aumento della crescita di case auto cinesi, soprattutto in seguito alla nascita di aziende produttrici di soli veicoli elettrici nel Paese asiatico, che non hanno sentito il peso della transizione da vetture tradizionali ad elettriche.

Finché la Germania e le sue aziende non saranno in grado di rendersi competitivi nel mercato, tramite investimenti nelle infrastrutture, nell’innovazione e nella tecnologia emergente, le prospettive future sono incerte e potrebbero essere sempre più nere per l’industria tedesca.

Le elezioni in vista del 2025 saranno decisive per capire la direzione che potrà intraprendere il mercato tedesco.

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