Il vile attentato avvenuto a Mosca è stato rivendicato dai miliziani dell’Isis-K. L’odio nei confronti della Russia proviene da lontano. Ecco perché.
Il mondo intero nella serata di venerdì 22 marzo è tornata nell’incubo dopo l’attentato avvenuto nei pressi di Mosca all’interno del Crocus City Hall dove a breve si sarebbe dovuto esibire il gruppo rock dei Picnic, molto popolare nel paese. Quando l’enorme teatro stava per riempirsi in attesa dell’inizio dello spettacolo, un gruppo armato composto da 4 persone, ha fatto irruzione all’interno della struttura iniziando a sparare sui presenti. Dopodiché ha dato fuoco alla struttura prima di fuggire via.
Poche ore dopo l’attentato, tramite il canale Telegram, il gruppo Isis-K, branca afghana dello Stato Islamico, ha rivendicato l’azione che tutti i servizi di intelligence internazionali ritengono attendibile. Il modus operandi e gli allarmi reiterati lanciati dall’agenzia per la sicurezza statunitense nelle settimane precedenti all’attentato, lasciano propendere verso il coinvolgimento appunto dell’Isis-K.
Purtroppo il bilancio ancora provvisorio dice 115 morti e centinaia di feriti di cui diversi in condizioni critiche. La Russia ha fatto sapere di aver arrestato 11 persone sospettate di essere coinvolte nell’attentato. Ma perché un attentato così grave in Russia? Perché l’Isis-K ha deciso di colpire il paese tra l’altro pochi giorni dopo le elezioni presidenziali che hanno decretato la conferma di Putin al comando della nazione? L’odio del califfato afgano verso la Russia e Putin proviene da lontano.
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Perché l’Isis ha attaccato la Russia
A rivendicare l’attentato a Mosca di ieri è stato l’Isis-K, branca afgana dello Stato Islamico creata nel 2015 da combattenti talebani-pachistani che erano scontenti dell’operato del califfato originale. Nel corso degli anni ha inglobato dissidenti ed oggi può contare su un esercito di 2mila persone. L’obiettivo dell’Isis-K è creare un nuovo Stato islamico che riunisca vari Paesi asiatici, tra cui l’Afghanistan, il Pakistan, l’Iran ma anche alcune ex repubbliche sovietiche, come il Turkmenistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan.
Le tensioni tra Russia e Isis sono iniziate nel 2016 dopo lo scoppio della guerra in Siria. Russia e Iran accorsero in aiuto del presidente Assad per contenere gli attacchi portati avanti dal gruppo terroristico. Anche se ufficialmente la Russia ha sempre detto di aver partecipato soltanto ad una guerra aerea nei cieli della Siria, diverse inchieste giornalistiche hanno provato come in realtà Mosca abbia avuto un ruolo più diretto nel conflitto.
L’odio verso la Russia si è accentuato poi anche con l’ingresso nel gruppo di combattenti, per lo più provenienti dagli Stati ex sovietici, in particolare ceceni. Persone che nel corso degli anni hanno continuato a nutrire odio nei confronti dello Stato sovietico.
Adesso questo gravissimo attentato che segna un tentativo di escalation nei rapporti tra l’Isis e Mosca. Uno dei motivi che può aver spinto il gruppo terroristico ad attaccare Putin è l’intervento militare dello zar in Medio Oriente, in particolare la Siria. Una mossa vista come un modo per aiutare Assad a tenere a bada l’Isis e confermare la sua influenza politica in quell’area. Come detto poi all’interno del gruppo sono presenti combattenti proveniente dall’Asia centrale, che portano avanti il proprio odio nei confronti della Russia da anni e che potrebbero essere stati motivati a compiere attacchi nei confronti di Mosca.
Nemmeno il periodo storico è da sottovalutare. Un attacco avvenuto pochi giorni dopo le elezioni presidenziali che hanno confermato Putin al comando con un plebiscito di voti. Nel corso della campagna elettorale Putin ha ribadito più volte di essere lui l’unico in grado di garantire la sicurezza in Russia. Un attentato in questo periodo va ad intaccare certamente la sua immagine.
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