Perché le banche sono troppo ottimiste secondo la Bce

Violetta Silvestri

4 Ottobre 2022 - 15:19

La Bce torna a parlare di banche e di quanto sia importante un atteggiamento assai prudente in questo momento delicato a livello finanziario. Le ultime parole di Enria sono un avvertimento.

Perché le banche sono troppo ottimiste secondo la Bce

Dalla Bce arriva un monito: le banche europee non stanno prendendo abbastanza sul serio i rischi economici incombenti in quanto godono dei vantaggi di aumento delle entrate derivanti da tassi di interesse più elevati.

Questa l’ultima affermazione del presidente del consiglio di vigilanza Andrea Enria, che ha rinnovato il suggerimento della cautela nella gestione degli istituti bancari, tenendo presente la situazione globale particolarmente volatile e complessa.

Perché le banche in Europa devono fare attenzione alle loro attività e quali rischi corrono?

Banche europee avvisate dalla Bce

C’è “una certa riluttanza da parte delle banche a impegnarsi seriamente in discussioni di vigilanza” sui rischi economici, ha affermato martedì il presidente del consiglio di vigilanza della BCE Andrea Enria secondo le osservazioni preparate per un discorso a Vienna. Tale atteggiamento è inaccettabile, “perché l’invasione russa dell’Ucraina si sta trasformando in uno shock macroeconomico persistente e completo, che richiede alle autorità di vigilanza di esercitare la massima cautela”, ha affermato.

Il punto è che un certo numero di istituti di credito europei, tra cui UniCredit e Commerzbank, hanno fornito previsioni ottimistiche sui profitti di quest’anno, poiché gli aumenti dei tassi della banca centrale fanno crescere i ricavi. Molti hanno anche mantenuto stabili gli accantonamenti per le perdite sui prestiti, anche se l’inflazione dilagante e un peggioramento della crisi energetica minacciano di far chiudere le aziende e rendere sempre più difficile per i consumatori pagare le bollette.

A ribadire l’importanza della prudenza, martedì scorso anche il membro del Consiglio direttivo della Bce Pablo Hernandez de Cos ha usato l’espressione “estrema cautela” per quanto riguarda le disposizioni e la pianificazione del capitale, segnalando che è probabile che la banca centrale disapprovi i pagamenti eccezionali agli investitori nel clima attuale.

Il ragionamento di Enria, nello specifico, è il seguente: le banche della zona euro non dovrebbero scommettere ancora una volta sulla stabilizzazione dell’economia da parte dei Governi e devono invece prestare attenzione ai prestiti che non vengono pagati.

Egli ha affermato che la pandemia ha avuto un impatto minore rispetto a quanto temuto sui bilanci delle banche, anche grazie al generoso aiuto dei Governi e delle banche centrali, ma è improbabile che queste vengano in soccorso di nuovo e allo stesso modo poiché l’inflazione era alta.

“La situazione che stiamo affrontando oggi è quindi abbastanza diversa da quella durante la pandemia e le aspettative sulle prossime azioni del Governo non dovrebbero riflettersi nelle strategie di gestione del bilancio”, ha detto Enria in un evento a Vienna.

Ha sottolineato che i cosiddetti prestiti in sofferenza - che sono quelli a maggior rischio di non essere pagati - hanno continuato ad accumularsi, in particolare in settori come petrolio e gas, e, alla fine di giugno, erano del 10% al di sopra del loro livello a fine 2020. Questi settori vulnerabili rappresentavano almeno il 18% dei prestiti bancari a società al di fuori dei settori finanziari, ha aggiunto Enria.

Gli avvertimenti son sui prestiti con leva, che non sono diminuiti nonostante i ripetuti avvertimenti della BCE, sui mutui e sulla volatilità nel commercio di energia.

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