Perché Matera potrebbe passare alla Puglia

Luna Luciano

13 Ottobre 2024 - 11:40

Due ex senatori hanno proposto un referendum per spostare Matera in Puglia. Ecco quali sono le ragioni del referendum e se conviene realmente alla città dei Sassi diventare pugliese.

Perché Matera potrebbe passare alla Puglia

Matera potrebbe diventare città pugliese. Di tanto in tanto si torna a parlare della volontà di Matera di indire un referendum per abbandonare la Basilicata e diventare parte della Puglia; questa volta però sembra che la città sia pronta a fare sul serio.

Matera, celebre per i suoi Sassi e per il suo patrimonio culturale, si trova quindi di fronte a una questione politica di grande rilevanza: la proposta di un referendum popolare per il trasferimento della città dalla Basilicata alla Puglia. Questa proposta, avanzata dai due ex senatori Tito di Maggio e Corrado Danzi, ha riacceso il dibattito sulle difficoltà economiche e sociali che la città ha affrontato negli ultimi anni.

I promotori del referendum sostengono che l’attuale amministrazione regionale, con sede a Potenza, non stia dedicando a Matera le attenzioni e le risorse necessarie per il suo sviluppo.

La proposta di referendum è stata formalizzata con la raccolta di 50 firme, e se dovesse passare il vaglio del Consiglio comunale, il percorso verso le urne richiederà quasi otto mesi.

Ma perché il capoluogo di provincia vorrebbe diventare una città pugliese? E quante probabilità ci sono che il referendum abbia successo? Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

Perché Matera potrebbe diventare una città della Puglia?

La proposta di spostare Matera in Puglia si fonda su un sentimento di malcontento diffuso tra i cittadini materani.

Gli ex senatori Tito di Maggio e Corrado Danzi, che hanno promosso il referendum, evidenziano il presunto dirottamento di risorse economiche verso Potenza, lasciando Matera in una condizione di isolamento e inadeguatezza dei servizi, soprattutto in ambito sanitario.

La crisi della sanità materana è un tema centrale nel dibattito, con molti cittadini che lamentano una carenza di strutture e servizi che rispondano alle necessità della popolazione. Le critiche si estendono anche alla viabilità, con Matera sempre più lontana dalle principali arterie di comunicazione.

Secondo i promotori, un passaggio alla Puglia garantirebbe a Matera maggior attenzione e investimenti, aprendo la strada a uno sviluppo economico e culturale fino a ora ostacolato. “Matera merita di ricevere più attenzione”, dichiarano i due senatori, sottolineando il desiderio di rompere un ciclo di “vessazioni” da parte della Regione Basilicata.

Matera in Puglia: l’iter verso il referendum

L’iter per l’indizione del referendum richiede alcuni passaggi formali imprescindibili. Dopo la consegna della proposta di referendum con la raccolta di 50 firme, il Consiglio comunale dovrà pronunciarsi entro 15 giorni sull’ammissibilità della consultazione e formulare il quesito per la cittadinanza.

I promotori avranno poi 60 giorni per raccogliere le firme necessarie. Se tutto dovesse procedere senza imprevisti, il referendum potrebbe svolgersi dopo ulteriori 120 giorni. È importante considerare che il successo dell’iniziativa non è certo, rendendo fondamentale esplorare alternative per migliorare la situazione attuale in Basilicata.

A Matera conviene davvero spostarsi in Puglia?

Le possibilità che Matera diventi parte della Puglia sembrano essere remote. Volendo essere oggettivi, passare in Puglia, per Matera, potrebbe essere una sconfitta, in quanto la città rischierebbe di perdere lo status di capoluogo di provincia, con una conseguente riduzione di uffici e servizi.

Per tale ragione in passato è stata proposta la creazione di una nuova provincia che includesse Matera e le vicine Altamura e Gravina, simile a quanto accaduto nel 2004 con la creazione della B-A-T (Barletta, Andria e Trani). Tuttavia, tale cambiamento richiederebbe l’intervento del governo centrale e una complessa revisione della cartina politica del Mezzogiorno.

Unico precedente recente risale al 2017 quando il comune di Sappada, si è spostato dal Veneto al Friuli-Venezia Giulia, ma non essendo capoluogo di provincia, il suo passaggio è stato meno complicato.

Al di là degli esiti, quella dei due ex senatori può essere considerata un’azione dimostrativa nei confronti della Regione Basilicata, per pretendere maggiore attenzione e cura per la terza città più antica al mondo.

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