L’indennità di disoccupazione Naspi viene riconosciuta al disoccupato per un massimo di 24 mensilità e fino a quando non si verifica un evento che comporta la perdita del diritto.
Quando si perde l’indennità Naspi?
Al lavoratore disoccupato - purché venga riconosciuto come tale dal Centro per l’impiego - viene riconosciuta un’indennità sostitutiva chiamata Naspi, un contributo importante per far fronte alle difficoltà economiche derivate dalla perdita del lavoro.
Per chi ancora non lo sapesse la Naspi (acronimo di Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego) è l’ammortizzatore sociale introdotto dal Jobs Act in sostituzione di tutti gli altri sussidi precedentemente esistenti, come ad esempio l’Aspi o la Mini-Aspi.
Si tratta di un sussidio che lo Stato eroga ad alcune categorie di disoccupati di un importo correlato all’ultima retribuzione percepita. Nel dettaglio, per i primi 4 mesi l’importo della Naspi è pari al 75% della retribuzione mensile per la parte inferiore ai 1.195€, mentre per quella eccedente è calcolata al 25%. Dal 4° mese in poi l’importo viene decurtato del 3% e non può superare i 1.300€ lordi (clicca qui per la guida su come calcolare la Naspi).
L’indennità di disoccupazione viene corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni; di conseguenza la Naspi non viene riconosciuta per più di 2 anni. Ad esempio, se perdete il lavoro dopo un anno di impiego riceverete l’indennità di disoccupazione per 6 mesi, sempre che nel frattempo non si verifichi un evento che vi faccia perdere il diritto alla Naspi.
Il riconoscimento della Naspi però non è automatico; prima di inviare la richiesta all’INPS, infatti, chi perde il lavoro deve presentare l’istanza per il riconoscimento dello stato di disoccupazione al Centro per l’impiego. Solo una volta ottenuto lo stato di disoccupazione, quindi, si può fare la richiesta della Naspi all’INPS, purché naturalmente se ne soddisfino i requisiti. Se avete intenzione di chiedere la Naspi ma non sapete se rientrate nella categoria di lavoratori aventi diritto vi consigliamo di leggere la guida “A chi spetta la disoccupazione” con tutte le informazioni sui requisiti.
Di seguito invece vi parleremo di tutte quelle fattispecie che comportano la perdita della Naspi; nel periodo in cui questa viene riconosciuta, infatti, il disoccupato deve rispettare alcuni obblighi fondamentali dei quali vi parleremo nel prosieguo dell’articolo.
Quando perdo la Naspi?
Ricordiamo che la Naspi spetta ai soli disoccupati involontari, ossia ai lavoratori che sono stati licenziati o ai quali non è stato rinnovato il contratto in scadenza. Non ne hanno diritto quindi i lavoratori che presentano le dimissioni, salvo il caso in cui queste siano motivate da giusta causa.
Trattandosi di un ammortizzatore sociale riconosciuto ai disoccupati, questa inevitabilmente cessa di esistere qualora il beneficiario perda lo stato di disoccupazione (qui un approfondimento su quando ciò accade).
Il diritto all’indennità di disoccupazione cessa anche quando il beneficiario raggiunge i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato oppure acquisisce il diritto all’assegno ordinario di invalidità e lo preferisce alla Naspi.
Inoltre si perde il diritto alla Naspi quando il beneficiario intraprende una nuova attività lavorativa, sia come subordinato che come autonomo, ma ad una sola condizione.
Nuovo lavoro
Il disoccupato che accetta una nuova offerta di lavoro - sia questa con orario part-time che full-time - non perde automaticamente il diritto alla Naspi. Tra la disoccupazione e il nuovo impiego, infatti, non c’è incompatibilità qualora lo stipendio che si andrà a percepire sia inferiore agli 8.145€ annui.
Al di sotto di questa soglia, quindi, il beneficiario della Naspi continuerà a riceverla fino all’avente diritto, ossia fino alla scadenza naturale del contributo. Se invece lo stipendio è superiore, allora l’INPS non pagherà più la disoccupazione.
Lo stesso discorso vale per coloro che firmano un contratto di collaborazione esterna, ma in tal caso la soglia di reddito entro la quale si continua a percepire la Naspi è più bassa perché pari a 4.800€ annui.
Inoltre, in tal caso il lavoratore deve presentare all’INPS un’autodichiarazione (se rientra nelle ipotesi di esenzione dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi) in cui indica l’importo della retribuzione derivante dalla sua attività professionale. Se non presenta la dichiarazione perde il diritto alla disoccupazione anche se il reddito non supera i 4.800€.
Anche per i lavoratori autonomi si considera la soglia dei 4.800€ come termine massimo per continuare a beneficiare della disoccupazione. Chi invece ha una Partita IVA con la quale guadagna più di questa cifra perderà automaticamente la disoccupazione.
Non si accetta un altro lavoro
Se il lavoro che vi è stato offerto prevede uno stipendio superiore agli 8.145€ l’anno e pensate di rifiutare per non perdere il diritto alla disoccupazione vi sbagliate.
La Naspi infatti è subordinata alla ricerca attiva di un lavoro, quindi coloro che non accettano un’offerta di lavoro adeguata perdono lo stato di disoccupazione e allo stesso tempo l’assegno riconosciuto dall’INPS. Per essere “adeguato” il nuovo lavoro deve soddisfare i requisiti riepilogati nella tabella successiva:
Disoccupato da meno di 6 mesi | Disoccupato da 6 a 12 mesi | Disoccupato da più di 12 mesi | |
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Posizione di lavoro | Settore indicato nel patto di servizio | Settore affine a quello indicato nel patto di servizio | Altri settori lavorativi |
Distanza tra sede di lavoro e domicilio | 50km, 80 minuti | 50km, 80 minuti | 80km, 100 minuti |
Retribuzione | 1,2 volte importo Naspi | 1,2 volte importo Naspi | 1,2 volte importo Naspi |
Durata contratto | Indeterminato o determinato di almeno 3 mesi | Indeterminato o determinato di almeno 3 mesi | Indeterminato o determinato di almeno 3 mesi |
Orario di lavoro | A tempo pieno o parziale non inferiore all’80% dell’ultimo impiego | A tempo pieno o parziale non inferiore all’80% dell’ultimo impiego | A tempo pieno o parziale non inferiore all’80% dell’ultimo impiego |
Per lo stesso motivo perdono il diritto alla disoccupazione coloro che non si impegnano nella ricerca di un nuovo lavoro, ad esempio non partecipando ai servizi messi a disposizione dai Centri per l’impiego. In tal caso lo stato di disoccupazione - e di conseguenza la Naspi - viene perso alla seconda assenza ingiustificata.
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