Permessi per assistere familiari con handicap

Noemi Secci

20 Settembre 2018 - 16:11

Permessi retribuiti Legge 104 per dipendenti che assistono familiari disabili (anche se lavoratori): come funzionano, chi ne ha diritto, quali requisiti.

Permessi per assistere familiari con handicap

La legge riconosce ai lavoratori dipendenti, che assistono un familiare a cui è riconosciuta una grave disabilità, la possibilità di assentarsi dal lavoro, grazie alla concessione di permessi retribuiti: si tratta dei cosiddetti permessi legge 104.

Queste assenze retribuite dal lavoro sono riconosciute per tutelare il primario interesse alla cura ed all’assistenza del portatore di handicap grave, anche nel caso in cui quest’ultimo abbia un impiego; l’handicap grave, difatti, non è incompatibile col lavoro, a differenza dell’inabilità permanente ed assoluta a qualsiasi attività lavorativa.

Facciamo allora il punto della situazione sui permessi per assistere lavoratori con handicap: quante giornate possono essere richieste, quali requisiti sono necessari per fruire delle assenze, come sono riconosciuti.

Chi ne ha diritto?

I lavoratori aventi diritto ai permessi legge 104 sono i dipendenti che assistono un familiare a cui è stato riconosciuto, dall’apposita commissione Asl, un handicap grave; il familiare assistito deve cioè presentare una minorazione fisica, psichica o sensoriale stabilizzata o progressiva con le caratteristiche della gravità.

La gravità dell’handicap si verifica quando la minorazione, singola o plurima, riduce l’autonomia personale della persona, collegata all’età, in modo da rendere necessaria un’assistenza permanente, continuativa e globale.

L’handicap non deve essere confuso con l’invalidità, che invece corrisponde alla riduzione della capacità lavorativa (o con la capacità di svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età, per chi non si trova più in età lavorativa), né con la non autosufficienza, che consiste nell’impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza o di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore.

Chi assiste un familiare invalido, che non risulta però portatore di handicap grave, non ha diritto ai permessi Legge 104. Al contrario, non ci sono problemi nel caso in cui il familiare con handicap assistito lavori a sua volta, perché l’handicap non è incompatibile con l’attività lavorativa. In pratica, il portatore di handicap può essere in grado di lavorare ma necessitare di assistenza.

Quali familiari si possono assistere?

I lavoratori dipendenti hanno diritto ai permessi retribuiti se assistono continuativamente uno dei seguenti familiari:

  • figli;
  • coniuge (o parte dell’unione civile);
  • convivente more uxorio;
  • parenti e affini entro il 2° grado;
  • parenti e affini entro il 3° grado, in casi specifici.

Nel dettaglio, è possibile richiedere i permessi per un familiare entro il 3° grado se i genitori, il coniuge (o la parte dell’unione civile), oppure il convivente del disabile:

  • hanno compiuto i 65 anni;
  • in alternativa, sono anch’essi affetti da patologie invalidanti a carattere permanente indicate con apposito decreto (art. 2, c. 1 lett. d), DI n. 278/2000);
  • in alternativa, sono deceduti o mancanti.

Non è necessario che tutte le persone interessate (coniuge, convivente, genitori) si trovino in una situazione d’impossibilità all’assistenza perché il familiare di 3° grado possa beneficiare dei permessi Legge 104: in caso contrario, si restringerebbe notevolmente la platea dei destinatari del beneficio dei permessi retribuiti (come chiarito dal ministero del Lavoro, con la Risposta all’Interpello n. 19/2014).

Il parente o affine di 3° grado che vuole richiedere i permessi retribuiti deve però inviare all’Inps:

  • la documentazione sanitaria sullo stato di salute del coniuge, della parte dell’unione civile o del genitore del disabile da assistere;
  • l’autocertificazione della relazione di parentela con il disabile;
  • l’autocertificazione della sussistenza dei requisiti per la fruizione dei permessi.

Si può assistere un disabile che abita lontano?

L’assistenza del disabile deve essere continuativa, dunque è necessario, per il diritto ai permessi, che il portatore di handicap sia accudito per le sue necessità quotidiane.

L’assistenza non può essere considerata continuativa nel caso in cui l’abitazione del disabile sia molto lontana da quella del lavoratore. La lontananza, in ogni caso, non impedisce l’assistenza quando la distanza tra le abitazioni del lavoratore e quella del disabile è percorribile in circa un’ora.

Due lavoratori possono assistere lo stesso disabile?

I permessi per l’assistenza del disabile possono essere accordati soltanto a un lavoratore, il cosiddetto referente unico. A questo proposito, il disabile deve presentare all’Inps un’autodichiarazione in cui risulta la scelta del lavoratore suo familiare da cui vuole essere assistito.

Un’eccezione alla regola generale del referente unico è prevista nel caso dei genitori, che possono fruire alternativamente dei permessi per l’assistenza dello stesso figlio con handicap in situazione di gravità.

Permessi per l’assistenza del disabile ricoverato

I permessi retribuiti spettano a condizione che la persona da assistere non sia ricoverata a tempo pieno presso strutture pubbliche o private che assicurino assistenza sanitaria continuativa.
In caso di ricovero a tempo pieno, i permessi possono comunque essere concessi in questi casi:

  • se il personale sanitario certifica il bisogno di assistenza del minore ricoverato da parte di un genitore o di un familiare;
  • se il disabile si trova in stato vegetativo persistente o con prognosi infausta a breve termine;
  • se il disabile si deve recare al di fuori della struttura che lo ospita per effettuare visite specialistiche e terapie certificate

Permessi per assistere il disabile che lavora

I permessi, come abbiamo osservato, possono essere richiesti anche per assistere un disabile che lavora, in quanto l’handicap e la necessità di assistenza sono comunque compatibili con l’attività lavorativa.

Il lavoratore disabile grave ed il familiare lavoratore referente per la sua assistenza possono fruire delle giornate di permesso anche contemporaneamente (come precisato dall’Inps nel messaggio n. 24705/2011).

Un lavoratore disabile può assistere un altro disabile?

Anche il lavoratore con disabilità grave, che già fruisce dei permessi orari o giornalieri per sé stesso, può cumulare a questi il godimento dei 3 giorni di permesso mensile per assistere un proprio familiare disabile grave, senza che debba essere acquisito alcun parere sulle sue capacità di assistenza.

Quanti sono i permessi retribuiti?

Il lavoratore dipendente che assiste un familiare con handicap grave ha diritto, ogni mese, a 3 giorni, continuativi o frazionati, di permessi retribuiti, anche se il disabile assistito lavora.

Il tipo di permesso richiesto, giornaliero o orario, può essere cambiato dal lavoratore da un mese all’altro, modificando la domanda precedentemente presentata. Per esigenze improvvise e non prevedibili documentate è possibile cambiare la modalità di fruizione anche nel corso del mese.

Riduzione dei permessi per lavoratori con handicap

I permessi Legge 104 devono essere ridotti in alcuni casi:

  • quando il lavoratore ha un contratto in regime orario di part-time verticale (a meno che non presti servizio per oltre la metà delle giornate lavorative settimanali);
  • se il lavoratore è assunto nel corso del mese (circolare Inps n.128/2003; ministero del Lavoro, Risposta ad Interpello n.24/2012);
  • quando l’attività lavorativa è ridotta a causa di un periodo d’integrazione salariale.

Nessuna riduzione deve essere invece effettuata se il richiedente nel corso del mese ha legittimamente beneficiato di altre tipologie di permessi o congedi, perché la finalità di garantire un’assistenza adeguata al disabile non può essere limitata dalla fruizione di assenze con scopi differenti meritevoli di tutela.

Il fatto che il disabile assistito sia un lavoratore non riduce i permessi spettanti.

Richiesta

Per fruire dei permessi legge 104, il lavoratore che assiste un familiare disabile deve presentare un’apposita domanda all’Inps, in modalità esclusivamente telematica, allegando i documenti comprovanti il riconoscimento dell’handicap grave.
La domanda dei permessi per assistere il lavoratore disabile deve essere inviata all’Inps, e non al datore di lavoro, in quanto è l’istituto a pagare l’indennità.
Il datore di lavoro ha comunque diritto di ricevere copia della domanda, in quanto deve verificare in concreto l’esistenza dei presupposti di legge per la concessione delle agevolazioni, rispetto alla quale non ha alcuna ulteriore discrezionalità (come chiarito dalla circolare Inps n. 53/2008).

Le modalità di presentazione della richiesta dei permessi non cambiano nel caso in cui il disabile assistito lavori, sia come dipendente che come parasubordinato o autonomo.

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