Un caso di peste suina africana è stato individuato su un cinghiale a Roma. Cos’è questo virus, cosa può succedere con la sua diffusione e quali sono gli eventuali pericoli per l’uomo?
L’allarme per la peste suina africana (Psa) in Italia si allarga. Un nuovo caso è stato individuato a Roma, come conferma il commissario straordinario per l’emergenza, Angelo Ferrari.
Il caso di peste suina riguarda un cinghiale nella zona del parco dell’Insugherata, la riserva naturale che si trova a nord-ovest di Roma. Sono subito stati avviati i controlli del caso e la zona potrebbe essere isolata per evitare la diffusione del contagio.
Il caso è stato segnalato dall’Istituto zooprofilattico del Lazio e confermato anche dall’istituto di Umbria e Marche, centro di riferimento nazionale. Il timore, come segnala la Coldiretti, riguarda il fatto che nella provincia di Roma ci sono oltre 20mila cinghiali e la circolazione del virus potrebbe estendersi. Ma qual è la situazione in Italia e quali sono i rischi per gli uomini (praticamente nulli) e per gli allevamenti?
La peste suina africana in Italia
Il caso di Roma è il primo registrato in Italia fuori dall’area finora interessata dall’emergenza, che si estende dalla provincia di Genova a quella di Alessandria, quindi tra Liguria e Piemonte. In questa zona i casi sono stati individuati a gennaio del 2022.
Si era subito intervenuti con una sorta di zona rossa in cui si prevedeva il divieto di caccia, di raccogliere funghi e tartufi, ma anche di altre attività che potevano comportare per le persone contatti con gli animali a rischio, ovvero cinghiali e maiali.
Cos’è la peste suina: conseguenze per cinghiali e maiali
La peste suina è una malattia virale che colpisce cinghiali e maiali, causata da un virus che ha la sigla ASFV. Si tratta di un patogeno molto resistente che sopravvive nell’ambiente esterno fino a 100 giorni e può restare per diversi mesi su salumi e carne congelata, così come negli animali guariti.
Coldiretti spiega che la peste suina africana colpisce cinghiali e maiali, è molto contagiosa e molto spesso è letale. Nel 90% dei casi gli animali muoiono entro dieci giorni a causa di emorragie interne. Spesso la soluzione per fronteggiare la malattia è abbattere gli animali contagiati per limitare la diffusione. Non esistono farmaci o vaccini.
Peste suina, ci sono pericoli per l’uomo?
Sempre la Coldiretti assicura che, comunque, la peste suina non è trasmissibile agli esseri umani e che non esiste alcun problema relativo al consumo della carne. Resta invece un’altra problematica riguardante gli uomini: le persone sono un potenziale veicolo di trasmissione, nel senso che non si ammalano ma possono diffondere il virus. Comunque finora tutti i casi registrati di peste suina hanno riguardato solamente cinghiali e maiali.
Delega a Costa su emergenza peste suina
La gestione dell’emergenza della peste suina verrà affidata al sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, come deciso dal ministro Speranza che gli ha affidato la delega sul tema. Costa, insieme a Ferrari, lavorerà in raccordo con il segretariato generale e le direzioni generali del ministero della Salute.
“Con il commissario straordinario siamo già al lavoro per attuare azioni e misure opportune ed efficaci per contenere la diffusione del virus. Ciò è reso possibile anche grazie al fondamentale e prezioso contributo dei nostri Istituti zooprofilattici sperimentali, eccellenza italiana e internazionale, a oggi coinvolti nella sorveglianza e nello studio del fenomeno”, afferma Costa.
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