Nel suo report annuo, il cartello ha ridotto le stime sulla crescita della domanda nel medio termine.
Nuova revisione al ribasso per le stime sulla crescita della domanda di petrolio. Nel suo attesissimo World Oil Outlook (WOO), l’Opec ha annunciato di aver rivisto la view sulle richieste di petrolio nel medio termine.
La revisione è dovuta a condizioni di mercato difficili ed a “segnali di stress” per l’economia mondiale.
“Per l’economia mondiale sono apparsi segnali di stress e l’outlook per la crescita globale, almeno per quanto riguarda il breve e medio termine, è stato rivisto al ribasso più volte nel corso dell’ultimo anno”, si legge nello studio elaborato dal cartello petrolifero.
Petrolio: Opec mette in campo nuovo taglio delle stime
L’Opec ha ridotto l’outlook sulla crescita della domanda globale a 104,8 milioni di barili giornalieri al 2024 ed a 110,6 milioni al 2040.
A un indebolimento della domanda fa da contraltare la crescita delle forniture. “Continuiamo a registrare una crescita dell’offerta non-Opec guidata dagli Stati Uniti e, in misura minore, da Canada, Brasile, Norvegia e Kazakistan”, ha detto il segretario generale dell’Opec, Mohammad Barkindo.
A fronte di questa avanzata, la produzione di petrolio nei 14 Paesi facenti parte dell’Opec è vista in riduzione: dai 35 milioni di barili giornalieri del 2019, al 2024 l’output è visto a 32,8 milioni di barili.
Per provare a contrastare l’incremento dell’offerta e il contemporaneo indebolimento dell’economia globale, l’Opec sta mettendo in campo riduzioni dell’offerta che, nelle intenzioni, dovrebbero ribilanciare il mercato.
Alla terza seduta consecutiva di guadagni, il future sul Brent passa di mano a 62,91 dollari, +1,26% rispetto al dato precedente. Il saldo dell’ultimo mese segna un +8,8% mentre nel confronto trimestrale il prezzo del petrolio segna un +7,1%.
Petrolio: quali sono i Paesi membri dell’Opec
Al momento i Paesi membri dell’Opec che, ricordiamo ha sede a Vienna, sono 14: Algeria, Angola, Ecuador, Guinea Equatoriale, Gabon, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Congo, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Venezuela.
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