Nelle prossime settimane dovrebbe concretizzarsi il piano europeo per combattere l’inflazione e promuovere il green deal, ma come succede sempre, le divisioni tra gli stati membri sembrano insanabili.
La partita europea per rispondere all’inflation reduction act (IRA), il maxi piano di stimolo fiscale americano per combattere il caro prezzi, sta per entrare nel vivo.
Un ritardo dovuto ai legislatori europei, a cui non sono bastate una guerra per procura nei propri confini con contestuale crisi energetica e corsa a nuove forniture, per capire che forse qualche alleato d’oltre Oceano non stava facendo esattamente gli interessi del Vecchio Continente. Ci è voluto il progetto da 369 miliardi di dollari dell’amministrazione Biden, formalmente per difendere i consumatori americani dall’inflazione, sostanzialmente per guadagnare (ancora) quote di mercato in numerosi settori a partire proprio da quello energetico, per capire che forse anche in Europa era giunto il momento di fare qualcosa.
Dopo settimane di dibattiti e dichiarazioni in ordine sparso, il prossimo 1 febbraio toccherà alla Commissione Europea provare a mettere sul piatto una proposta di sintesi che verrà sicuramente dibattuta dai capi di stato già durante il prossimo Consiglio Europeo Straordinario il 9 e 10 febbraio. [...]
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