Chi è positivo al Covid può continuare a lavorare? La risposta è no, ma non per tutti. Ecco chi può continuare a lavorare anche se positivo.
Sempre più italiani risultano positivi alla sottovariante Omicron 5 in questa nuova fiammata estiva del Covid. Solo ieri sono state oltre 100.000 le persone risultate positive e per metà luglio, come paventato da alcuni esperti, saranno 2-3 milioni gli italiani costretti a casa in isolamento. Ma chi è positivo al Covid può continuare a lavorare?
Al momento le regole sono sempre le stesse: isolamento per tutti i positivi al Covid, per un periodo di tempo minimo di 7-10 giorni, almeno fino alla completa negativizzazione. Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, è convinto che anche gli asintomatici devono continuare a rimanere isolati, come propone la legge in vigore. Sul piano opposto si trova invece Andrea Costa, sottosegretario al Ministero della Salute, che insiste sulla possibilità di eliminare l’isolamento per i positivi asintomatici al Covid. Dopotutto siamo in una fase di convivenza con il virus, dice Costa e isolare tutti coloro che lo contraggono, a prescindere dalla comparsa di sintomi, è controproducente per il Paese che rischia di rimanere bloccato.
Ora come ora lavorare in presenza con tampone positivo al Covid è impossibile. Per questo molti italiani che fanno il tampone a casa tendono a non denunciare la propria positività. Il rischio, soprattutto in estate e con i lavori stagionali, è perdere il lavoro o non essere pagati per i giorni di malattia. Situazione diversa invece per tutti coloro che possono lavorare in smart working direttamente da casa, con o senza sintomi.
I positivi al Covid possono lavorare? Ecco chi
Lo strumento del lavoro in smart working è stato aggiunto con l’inizio della pandemia, ma con l’eliminazione delle restrizioni anche lo smart working è venuto meno in molte realtà. A distanza di un mese, con i contagi in continuo aumento, si torna a parlare della possibilità di smart working.
Al momento tutti i positivi, asintomatici e non sintomatici, sono obbligati all’isolamento in casa e, in molte occasioni, non possono lavorare. Il certificato medico per la malattia non è però emesso automaticamente, quindi è possibile comunicare all’azienda la disponibilità a lavorare smart working ed evitare di entrare in malattia.
Se le regole non dovessero cambiare, anche se secondo gli esperti ci sono tutte le basi per farlo, solo chi può svolgere lavoro in smart working può continuare a lavorare, anche se positivo al Covid e con sintomi lievi.
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Lavorare anche se positivi: il caso degli asintomatici
Gli asintomatici positivi al Covid in Italia già lavorano. Sono infatti molti gli italiani che, non avendo sintomi, non si sottopongono a un tampone e continuano tranquillamente a circolare. Si può quindi affermare con sicurezza che i positivi asintomatici al Covid già stanno lavorando. Per questo alcuni, come Andrea Costa, propongono di cambiare le regole sull’isolamento, permettendo a tutti gli asintomatici di continuare a lavorare.
L’obiettivo è quello della convivenza con il virus. Un modo per convivere con il virus non è bloccare le attività essenziali e primarie a ogni nuova ondata. I lavoratori positivi asintomatici dovrebbero continuare a lavorare e a garantire i servizi utili, fa notare Costa. Ai positivi asintomatici in futuro potrebbe essere permesso continaure a lavorare, anche se con alcune restrizioni per la salute di tutti, come per esempio con l’obbligo di indossare la mascherina negli ambienti lavorativi e sui mezzi di trasporto.
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