A Piazza Affari impazza anche il risiko tlc, oltre a quello che vede protagoniste le banche. Il ruolo di Poste Italiane nei dossier TIM e BPM-Anima.
In attesa di capire quanto, quando e come il MEF maggiore azionista procederà all’OPV delle azioni di Poste Italiane, operazione congelata ormai da un po’, il gruppo guidato dal CEO Matteo Del Fante si conferma grande protagonista di Piazza Affari, in relazione a due dossier precisi: l’OPA che Banco BPM ha lanciato sul gioiello del risparmio gestito Anima - una mossa che secondo alcuni avrebbe attivato la stessa OPS lanciata neanche tre settimane dopo da UniCredit sul Banco - e il futuro di TIM-Telecom Italia.
Non è infatti solo il risiko bancario a fare da market mover: è da un po’ che il dossier sul futuro di TIM è tornato alla ribalta, finalmente in senso positivo, sulla scia di diversi rumor che vedono l’azienda oggetto di interesse da parte di diversi attori della finanza mondiale.
TIM nel mirino di Iliad e fondo UK, ma occhio al ruolo di Poste Italiane
Le speculazioni su operazioni di risiko nel settore tlc incentrate su TIM sono state tali da portare le azioni a mettere più volte il turbo sull’indice Ftse Mib, balzando ieri al record degli ultimi due anni.
La febbre sul titolo è scattata agli inizi di febbraio, quando il Corriere della Sera ha riportato indiscrezioni su un possibile interesse da parte del colosso francese delle tlc Iliad, potenzialmente pronto a mettere nel mirino il gruppo guidato dal CEO Pietro Labriola, al fine di crescere ulteriormente in Italia.
L’interesse di Iliad sarebbe tale che, secondo i rumor riportati dal quotidiano, la società francese avrebbe avuto contatti con il MEF, ovvero con il ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti. (rumor che il Corriere della Sera ha precisato comunque non essere stati confermati dal Tesoro).
A Telecom Italia non starebbe guardando tuttavia soltanto Iliad, con l’articolo che ha fatto anche il nome del fondo UK CVC.
Negli ultimi giorni ulteriori indiscrezioni su un asse eventuale tra TIM e Iliad sono state snocciolate da La Repubblica che, in un articolo dedicato al dossier Telecom Italiana, ha parlato di “francesi in pressing per avere il via libera ma nella maggioranza resta la preferenza per Poste che garantirebbe l’italianità ”.
TIM, quella frase del CEO Labriola su Iliad e Poste
Le varie indiscrezioni di mercato hanno continuato a premiare le azioni TIM che ha continuato a salire anche nella sessione di ieri e che rimane sotto la lente degli investitori:
Sulla “ridda di ipotesi” sul futuro del gruppo hanno riflettuto gli analisti di Equita SIM che, stando a quanto reso noto da Radiocor, si sono così espressi:
“La ridda di ipotesi speculative dimostra a nostro avviso un rinnovato interesse per l’asset e la sottovalutazione delle attuali quotazioni”, hanno commentato, confermando il rating buy sulle azioni di Telecom Italia, con un target di prezzo a 0,36 euro. Non solo: un premio è arrivato anche da HSBC, con gli strategist che hanno migliorato il giudizio sul titolo da hold a buy.
Ad affrontare il dossier TIM anche Il Sole 24 Ore, che ha ricordato come sia stato lo stesso CEO Pietro Labriola a sostenere che un consolidamento nel settore delle tlc fosse necessario, indicando agli analisti che “per Tim Consumer le combinazioni possibili nel mobile sono solo due: Iliad o Poste”.
Ma a Poste interesserebbe solo quota CDP in TIM? Ipotesi swap Nexi
Detto questo, altre fonti interpellate dalla Reuters hanno fatto notare che, per quanto riguarda l’opzione Poste, - attiva nel comparto delle tlc con l’offerta di servizi telefonici attraverso Poste Mobile -, l’azienda gestita dal CEO Del Fante potrebbe puntare solo e in particolare alla quota che CDP, ovvero Cassa Depositi e Prestiti, detiene nel capitale di Telecom Italia, pari al 9,8%: “Poste potrebbe investire in TIM rilevando la quota di CDP”, si legge nell’articolo di Reuters, che ha citato due fonti vicine al dossier, ricordando che Cassa Depositi e Prestiti è il secondo principale azionista di TIM dopo il colosso francese Vivendi, che è pronto a smobilizzare la grande partecipazione pari al 24% detenuta in Telecom Italia.
Reuters ha ventilato anche la possibilità di un accordo incentrato su uno swap che abbia per oggetto Nexi e che verrebbe così strutturato:
“Nel liberare la sua quota in TIM a Poste, CDP potrebbe rilevare la partecipazione del 3,78% di Poste in Nexi, valutata 210 milioni di euro circa ai prezzi correnti”.
Cassa Depositi e Prestiti, va ricordato, detiene tra l’altro già una quota di Nexi pari al 14,5%.
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Poste Italiane secondo maggiore azionista di Anima Holding
Ma a Piazza Affari il nome di Poste Italiane non si sta facendo ’solo’ in relazione al dossier TIM-Telecom Italia.
In vista dei conti di TIM che saranno annunciati domani, il gruppo di Matteo Del Fante ha fatto oggi un annuncio ufficiale, che riguarda piuttosto Anima Holding.
D’altronde, insieme a Banco BPM, banca guidata dal CEO Giuseppe Castagna che controlla il gruppo del risparmio gestito, Poste Italiane figura tra i maggiori azionisti, come illustra in modo preciso questa infografica.
![L'azionariato di Anima Holding, finita nel mirino di Banco BPM](IMG/png/f6LaTDJIpL5d3EjBaLYzUYE7Nm3hrjjAuAEsqN2u.png)
Poste suona la sveglia a Banco BPM su prezzo OPA lanciata su Anima
Secondo maggiore azionista di Anima, Poste Italiane ha diramato nella serata di ieri, a mercati chiusi, un comunicato lanciando un messaggio ben preciso a Banco BPM, banca nel mirino di UniCredit che, prima dell’OPS di Piazza Gae Aulenti, aveva essa stessa aperto un dossier a Piazza Affari, lanciando un’OPA sulla controllata attiva nel mercato del risparmio gestito.
Poste, con la nota di ieri, si è detta disponibile ad aderire all’OPA, chiedendo tuttavia a Piazza Meda un prezzo più alto.
Al termine della riunione del CDA presieduto da Silvia Maria Rovere, Poste Italiane ha preso di fatto la decisione di trasmettere a Banco BPM Vita “una lettera di impegno ad aderire all’offerta pubblica di acquisto da quest’ultima lanciata sulle azioni ordinarie di Anima Holding S.p.A”.
Non è tuttavia mancata, per l’appunto, la richiesta a Banco BPM di mettere sul piatto un prezzo più alto per conquistare Anima, in un momento in cui i dubbi espressi dalla BCE hanno messo in forse, in realtà, la stessa operazione.
Poste ha precisato che “l’impegno (ad aderire all’OPA) è subordinato al verificarsi di alcune condizioni e, in particolare, a che il corrispettivo dell’offerta (OPA) venga aumentato per adeguarlo all’andamento degli attuali prezzi di mercato ”.
Ancora, il gruppo ha aggiunto che “l’impegno è altresì subordinato all’accettazione da parte di Banco BPM Vita, nonché all’assolvimento di tutte le condizioni di legge, inclusa la necessaria deliberazione di autorizzazione da parte dell’assemblea di Banco BPM S.p.A”.
Insomma, è stato il messaggio che Poste Italiane ha lanciato forte e chiaro a Piazza Meda (che a sua volta continua a criticare l’OPS di UniCredit considerando l’offerta a sconto): Castagna si muova, se vuole conquistare il gioiello Anima, alzando la posta. Anche questa offerta, insomma, non valorizzerebbe nel modo giusto la preda. Che, tra l’altro, si è messa in evidenza con risultati di bilancio più che solidi.
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