Che cos’è il preammortamento e come si calcola su mutui e finanziamenti? Entriamo nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Comprare una casa o avviare un’attività richiede un esborso economico non di certo indifferente. Non tutti, però, dispongono di abbastanza denaro per sostenere tutte queste spese. Proprio per questo motivo i soggetti interessati possono decidere di rivolgersi ad una banca, pur di ottenere i soldi di cui hanno bisogno.
L’istituto di credito, ovviamente, non regala questo denaro. Bensì quest’ultimo dovrà essere restituito mensilmente, con tanto di interessi. In tale ambito si inserisce il preammortamento: ma di cosa si tratta e come si calcola? Vediamo come funziona.
Cosa significa preammortamento e a cosa serve
Quando si chiedono dei soldi ad un istituto di credito bisogna restituire l’importo ricevuto, con tanto di interessi. La modalità di rimborso definisce il piano di ammortamento del mutuo o finanziamento. In alcuni casi, prima delle rate di ammortamento, può essere applicato un periodo di preammortamento.
Si tratta di una fase che anticipa l’ammortamento vero e proprio, nel corso del quale si pagano delle rate più basse. Questo perché presentano solamente la quota interessi e non la quota capitale del finanziamento. Il preammortamento, quindi, può essere definito come:
“il periodo che passa tra la data di erogazione del mutuo o finanziamento e la data di inizio dell’ammortamento vero e proprio, con rate composte dalla quota capitale e gli interessi. In questo lasso temporale vengono pagate le rate di preammortamento, che comprendono solamente la quota di interessi e non la quota capitale.”
Grazie al preammortamento l’istituto di credito si assicura il pagamento degli interessi sulla somma concessa in prestito. Tale soluzione può essere applicata anche nel caso in cui si debba spostare la data di scadenza delle rate rispetto alla data di sottoscrizione del finanziamento. Se, ad esempio, il contratto viene stipulato il giorno 13 del mese di marzo e non venisse applicato il periodo di preammortamento, allora la scadenza delle rate nei mesi seguenti sarebbe il giorno 13. Applicando un preammortamento fino al 31 marzo, invece, le rate successive scadranno alla fine di ogni mese.
Ma non solo, il preammortamento può essere concordato dalle parti per avere nel primo periodo delle rate più leggere da pagare. Salvo accordi differenti, il tasso di interesse applicato nella fase di ammortamento è lo stesso stabilito per il mutuo. Compete alle parti interessate decidere se il periodo di preammortamento sarà o meno sommato a quello di ammortamento del mutuo.
Preammortamento, vale per tutti i mutui e prestiti?
Il preammortamento non è obbligatorio, bensì un opzione. Si tratta, infatti, di un accordo fra le parti interessate per rimborsare all’istituto di credito gli interessi, ancor prima che inizi il periodo di ammortamento. A tal proposito è bene sapere che esistono due tipologie di preammortamento, ovvero:
- tecnico, che consente di armonizzare la data di inizio del mutuo e la data in cui il cliente paga effettivamente la prima rata;
- finanziario, che può essere richiesto dal cliente per usufruire di un periodo di tempo in cui pagare rate più leggere rispetto all’inizio del rimborso vero e proprio.
Il preammortamento tecnico è presente in quasi tutti i mutui e finanziamentiperché permette di allineare le date di scadenza, come già visto nel paragrafo precedente. Il preammortamento finanziario, invece, non è previsto in tutti i casi. Se tutto questo non bastasse, spetta allo stesso cliente trattare con l’istituto di credito per beneficiare di tale opportunità. In questo modo è possibile posticipare l’inizio del pagamento delle rate vere e proprie, fino ad un massimo, in genere, di cinque anni.
Come funziona il preammortamento
Il preammortamento è il frutto di un accordo tra le parti interessate, che precede la fase di ammortamento. In pratica consiste nel rimborsare alla banca rate formate dai soli interessi. La differenza è data dal fatto che nella fase di ammortamento si inizia a rimborsare il capitale oggetto del finanziamento o mutuo.
Nel preammortamento, invece, si calcola una quota di interessi a carico del soggetto debitore nel lasso temporale che va dalla data di stipula fino al pagamento effettivo della prima rata. In ogni caso è bene sottolineare che più lunga è la fase di preammortamento, inevitabilmente saranno maggiori i costi.
Come calcolare gli interessi di preammortamento
Poiché nel periodo di preammortamento non si rimborsa la quota capitale, definire gli interessi è davvero molto semplice. A tal fine, infatti, è sufficiente avere a propria disposizione le seguenti informazioni.
- Capitale preso in prestito dall’istituto di credito.
- Tasso di interesse a cui è soggetto il proprio mutuo o finanziamento.
- Numero di giorni per cui il mutuo o il finanziamento resta in preammortamento.
Entrando nei dettagli, bisogna applicare la seguente formula:
- (giorni di preammortamento * capitale * tasso % di interessi) / 365
A questo punto si devono semplicemente sostituire i numeri nella formula del calcolo degli interessi di preammortamento poc’anzi indicata. Supponiamo, ad esempio, di aver sottoscritto un mutuo da 150 mila euro, al tasso del 3% e che resti in preammortamento per 20 giorni. In questo caso, il calcolo da effettuare sarà:
(150.000 * 0,03 * 20) / 365 = 246,57 euro.
In caso di dubbi, comunque, si consiglia di rivolgersi all’istituto di credito di riferimento per ottenere maggiori informazioni in merito.
Esempio di preammortamento per mutui e finanziamenti
Nel momento in cui si stipula un contratto di mutuo o finanziamento bisogna restituire ancora tutto l’importo ottenuto e i relativi interessi. Quest’ultimi, a seconda della durata del finanziamento e del tasso potrebbero essere particolarmente elevati.
Esempio di preammortamento per un mutuo da 250 mila euro
Ipotizziamo di avanzare richiesta per un mutuo pari a 250 mila euro per una durata di 30 anni. La banca propone un tasso di preammortamento pari al 2,5%. Nella maggior parte dei casi gli istituti di credito richiedono il pagamento della prima rata, l’ultimo giorno del mese seguente alla stipula del contratto. L’ideale, pertanto, sarebbe stipulare il contratto alla fine del mese. Nel caso in cui si stipuli il mutuo il 1° marzo e la prima rata da pagare è fissata per il 30 aprile, allora si dovrebbe fare i conti con 61 giorni di preammortamento. Per definire gli interessi bisogna applicare la seguente formula:
(250.000 * 61 * 0,025 )/ 365 = 1,044,52 euro.
Se il mutuo dovesse essere erogato a partire dal 31 marzo, invece, i giorni di preammortamento sarebbero pari a 31. In questo caso i tassi di interesse da pagare sarebbero i seguenti:
(31 * 250.000 * 0,025) / 365 = 530,82 euro.
Esempio di preammortamento per un finanziamento da 30 mila euro
Nel caso, molto probabile, si debba calcolare la rata di preammortamento in mesi, allora la formula da applicare è la seguente:
(mesi preammortamento * capitale * Tasso % annuo) / 1200
Ad esempio, per un finanziamento da 30.000 mila euro, con tasso dell’1,2% e 12 mesi di preammortamento, il calcolo da fare sarebbe il seguente:
(1 * 30.000 * 1,20)/1200 = 30 euro.
Ovvero risulta una rata di preammortamento pari a 100 euro al mese, per un totale di 360 euro in 12 mesi. Se la periodicità è semestrale, invece, si dovrà pagare 180 euro, ovvero (6 * 30.000 * 1,2) / 1200.
Gli istituti di credito, è bene sottolineare, non sono obbligati a segnalare tali interessi nei fogli illustrativi. Si invita pertanto a chiedere informazioni in merito, onde evitare di incorrere in spiacevoli sorprese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA