La prescrizione funziona in modalità differenti, a seconda che sia civile o penale. In questa guida vediamo in cosa differiscono e per quali motivo avviene.
La prescrizione è un istituto giuridico presente sia nel diritto civile, sia in quello penale. Riguarda gli effetti del passare del tempo su un procedimento giudiziario o la possibilità di esercitare un determinato diritto, che allo scadere di una specifica quantità di anni, si può considerare “scaduto”.
A seconda della situazione sarà necessario attendere una determinata quantità di anni perché la prescrizione faccia effetto. Il tempo utile dipende da diversi fattori, tra cui anche che si tratti di prescrizione civile o penale. Vediamo di seguito quali sono le differenze tra le due tipologie e il perché di queste diversità.
Prescrizione civile
La prescrizione civile è da considerarsi l’estinzione di ogni diritto non esercitato per un dato termine. Generalmente, salvo eccezioni particolari, il periodo richiesto perché ci si trovi in una situazione di prescrizione civile è di 10 anni.
Perché avvenga è necessario che si verifichino tre presupposti:
- l’esistenza di un diritto soggettivo, che possa essere esercitato in modo concreto da parte del suo titolare;
- l’inerzia, da parte del titolare del diritto stesso, di esercitarlo;
- il trascorrere di un dato periodo di tempo.
Questo significa, per esempio, che nel momento in cui si prestano dei soldi a una persona e per un tempo minimo di 10 anni non si richiedono indietro, allo scadere di questo periodo non si avrà più il diritto di restituzione. Non si potrà, quindi, neanche rivolgersi a un giudice per rientrarne in possesso, perché in quel caso la parte debitrice avrà il diritto di far notare l’avvenuta prescrizione.
Al contrario, se si è provato a esercitare il diritto di rientrare in possesso del proprio denaro (di persona, tramite avvocati, o con altre modalità) questo non sarà andato in prescrizione. Il periodo di tempo che deve decorrere perché la prescrizione civile abbia effetto, infatti, deve essere continuo.
Nel momento in cui la persona che può esercitare un diritto applica questa sua facoltà, il periodo di tempo riparte da zero, e si azzererà e ricomincerà da capo per ogni successiva intromissione da parte dell’avente diritto.
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Prescrizione penale
In linea generale anche la prescrizione penale si può considerare una scadenza, esattamente come quella civile, portando all’impossibilità di perseguire una persona per un reato commesso in passato, dopo il trascorrere di una determinata quantità di anni.
Come stabilito dall’articolo 157 del Codice Penale, il periodo di tempo perché un reato cada in prescrizione equivale al massimo della pena edittale stabilita dalla legge, non potendo mai essere inferiore ai sei anni, in caso di delitto, o ai quattro, nel caso di una convenzione. Questa regola è valida anche nel caso in cui si parli di situazioni normalmente punibili anche solo con pena pecuniaria.
Questo significa che un reato punibile con una pena tra i 6 e gli 11 anni, per esempio, richiede un tempo di 11 anni per cadere in prescrizione, mentre un delitto con una pena massima di 5 anni comunque richiede che passino 6 anni per poter essere prescritto.
Al contrario della prescrizione civile, quella penale non viene interrotta e azzerata nel momento in cui viene perseguito il crimine. Questo significa che un reato penale, in Italia, può cadere in prescrizione anche durante il processo per lo stesso. Esistono tuttavia diverse situazioni in cui anche la prescrizione penale può venire interrotta o sospesa, attraverso diversi atti che possono avvenire durante l’iter processuale, come un decreto di rinvio a giudizio.
Differenze tra prescrizione civile e penale
Le differenze principali che si possono notare tra le due tipologie di prescrizione sono le seguenti:
- le modalità di sospensione, molto semplici per la prescrizione civile (nel momento in cui l’avente diritto esercita quest’ultimo, la prescrizione si sospende), dipendenti da specifici avvenimenti all’interno dell’iter processuale per la prescrizione penale;
- la modalità in cui viene eccepita: nel caso di procedimento civile, deve essere la controparte a far notare al giudice che il diritto è già stato prescritto, in caso di procedimento penale invece questa azione può essere svolta da chiunque;
- il calcolo della prescrizione, che varia a seconda delle interruzioni e sospensioni a cui le due tipologie sono soggette;
- i tempi di attesa perché avvenga la prescrizione, che dipendono a seconda della situazione in questione;
- la modalità in cui viene dato inizio al calcolo della prescrizione. Nel caso di quella civile, infatti, il decorrere del tempo comincia nel momento in cui il diritto può essere fatto valere, mentre per quella penale inizia dal giorno in cui è stato commesso il reato.
A cosa serve la prescrizione
L’utilità della prescrizione è differente a seconda che si tratti di procedimenti civili o penali. Nel momento in cui si parla di diritto penale, è importante notare come la pena non debba essere considerata punitiva, ma rieducativa. Quando si condanna una persona per un crimine commesso dieci o venti anni prima, il soggetto in questione sarà in linea di massima qualcuno di differente rispetto a chi era in passato.
Lo Stato quindi non ha più interesse nel perseguire un reato dopo troppo tempo, poiché la funzione rieducativa della pena non sarebbe applicabile. Nel caso in cui l’imputato avesse commesso altri reati, sarebbe più opportuno occuparsi di quelli recenti, che non di quelli passati, per esempio.
Mentre nelle situazioni in cui il reato dovesse cadere in prescrizione per via dei lunghi tempi della giustizia, non sarebbe corretto nei confronti dell’imputato dover pagare le conseguenze di problemi legati al sistema giudiziario. Inoltre, per l’ordinamento italiano non tutti i crimini possono cadere in prescrizione. Alcuni, considerati più gravi, non possono usufruire di questa possibilità.
Per quel che riguarda il diritto civile, invece, è necessario tenere conto del fatto che il processo civile permette a una persona di far valere un suo diritto. Proprio per questo la prescrizione viene interrotta nel momento in cui viene dato il via al processo. Tuttavia il diritto civile ha il dovere di proteggere i diritti di entrambe le parti in situazioni del genere. A un certo punto la legge interviene anche a proteggere gli interessi della controparte, estinguendo il diritto dell’altro.
Così come non avrebbe senso punire un cittadino integerrimo per un crimine commesso trent’anni prima, non sarebbe corretto obbligare qualcuno a passare la sua esistenza per sempre legato a un debito o un comportamento sbagliato passato.
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